Note biografiche e testo critici

Luigi De Angelis
Nasce nel 1881 a Ischia, dove, fin dalla fanciullezza, esercita il mestiere di pittore in una modesta bottega di barbiere. Nel 1924 comincia a dipingere come dilettante, senza alcuna guida. Nei momenti di riposo e la domenica dipinge, suona il violino e la chitarra. Nel 1925 tiene la sua prima mostra personale da Bragaglia Roma; subito conquista la popolarità in Italia e all’estero col nome di “barbiere d’Italia” e viene considerato uno dei più sensibili pittori naif d’Europa.
Negli anni 1926 e 1927 espone a Parigi alle Gallerie Pierre e Carman; nel 1928 e 1929 espone a Parigi alle Gallerie Foster e Neuman. In seguito altre sue mostre personali sono organizzate a Chicago, Amsterdam, berlino, Milano, Genova, Firenze, Bologna, Napoli e in altre città.
Nel 1928, 1930, 1932 partecipa alla Biennale di Venezia, e nel 1931, 1935 e 1939 alla Quadriennale di Roma.

Giovanni De Angelis
Giovanni De Angelis, figlio di Federico, nasce nel 1938. Inizia poco più che bambino a disegnare e dipingere, poi indirizzerà tutte le sue energie verso la scultura. Ad appena undici anni, nel 1949, vince il “Primo premio del Fanciullo Artista” a Milano. Dal 1950 lavora presso lo studio dello scultore Haller a Zurigo, successivamente, sempre in Svizzera a Basilea, presso lo studio dello scultore Zschokke. Nel 1954 incontra ad Ischia, e frequenta, il poeta Eugenio Montale modellandone un ritratto. Nel 1955 partecipa alla “Quadriennale d’arte di Roma”. Conosce e frequenta lo scultore Giacomo Manzù. Dal 1960 frequenta l’Accademia d’arte di Firenze. Nel 1961 riceve dal governo di Bonn una borsa di studio per l ’Accademia di Monaco di Baviera. Nel 1962 il Museo d’Arte Moderna di Colonia (Museum Ludwig) acquista una sua scultura. Dal 1968 soggiorna per cinque anni a Montarsio (Como) e frequenta a Milano: E. Montale, F. Russoli, E. Fabiani, G. Mascioni, D. Buzzati, P. Chiara, A. Sala, R. Sanesi ed altri. Nel 1973 ritorna ad Ischia e frequenta R. Guttuso, L. de Libero, etc. Nel 1976 lavora per diversi anni a Carrara dove intrattiene un rapporto d’amicizia con lo scultore G. Vangi. Nel 1981 si trasferisce a Novilara (Pesaro). Nel 1994 ritorna ad Ischia.
Oggi vive e lavora nel borgo di Ischia Ponte a due passi dal Castello Aragonese.

De Angelis
Una famiglia di artisti
 

Sensibilità. Intelligenza. Una delicatezza pittorica che definire raffinatezza sarebbe un insulto alla spontaneità. Anche Pasolini s’accorse di Luigi De Angelis: “… davanti alle sue figure, che spesso non sono che una goccia lucente di biacca schiacciata miseramente contro un fondo appena macchiato di grigio, parleremmo quasi di una povera metafisica. Si veda ad esempio un quadro rappresentante una festa paesana, che sparge la sua esigua folla intorno ad un gran carro addobbato a fiori; ebbene, qui il mezzo pittorico è dei più miseri, l’atmosfera nasce quasi dalla trascuranza del pittore, dalla confusa e povera scelta dei colori. E quei fiori, poi, mucchietti di pasta vivace appiccicati in rilievo sulla piattezza grigia e quasi acquerellata della tela, creano un’atmosfera tristissima e non terrena, simile a quella ottenuta appunto nella pittura metafisica di un De Chirico, ad esempio, che, con altri mezzi, analogamente non propriamente pittorici (ma ciò non vuol dire, talvolta, non poetici), ricercava un effetto poetico”. Non restò senza epigoni. Lo seguì Federico, che studiò Arte, amò Cézanne, e trasmise questo amore alle sue opere. Poi Francesco, l’altro figlio, che senz’altro si rifece al padre, sebbene dipingesse quadri più cupi, misteriosi; come il suo carattere, forse; indurito da una disabilità fisica causata da un incidente occorsogli in gioventù. Infine Giovanni, nipote di Luigi, pittore e soprattutto scultore. Emancipatosi dalla ‘naïveté’ e confrontatosi con illustri personaggi della cultura e dell’arte europea, diviene ben presto un artista maturo e apprezzato; il degno innovatore del talento di una famiglia che ha dato gran lustro all’Isola d’Ischia.
(Luca Ielasi, 2022)

Luigi De Angelis, pittore d’Ischia, è una delle più singolari personalità della pittura napoletana. È difficile concepire più straordinario immaginativo e più raffinato colorista di De Angelis. La sua pittura ha il valore di un poema evocativo, e un poco decadente, sull’isola d’Ischia. Tutte le fantasie degli artisti più smaliziati e sapienti son poca cosa al confronto delle sue creazioni apparentemente ingenue: la sua pittura è come un canto in sordina ed ha una stranissima somiglianza con la pittura “sognata” di Chagall.

Paolo Ricci, Tempo, novembre 1940

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