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“Fuoco” su Ischia, gli avvocati napoletani: «Non è la maledizione d’Italia»

Il Consiglio dell’Ordine di Napoli si schiera con i professionisti ischitani, contestando le dichiarazioni fortemente critiche dell’ex presidente del Tribunale Raffone e del successore, dottoressa Garzo

Gli avvocati partenopei si schierano a fianco dei colleghi ischitani nel chiedere la stabilizzazione del presidio giudiziario isolano. La bufera scatenata dalla proposta di delibera del Consiglio Superiore della Magistratura sul trasferimento d’ufficio del giudice Polcari ha investito una realtà, quella della sezione distaccata di Ischia, già preda di numerosi problemi e tuttora sotto la minaccia della definitiva chiusura. In un momento così difficile, l’avvocatura napoletana cerca di venire in soccorso tramite una nota del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli rivolta al Ministro della Giustizia e al Parlamento, in cui si chiede di adoperarsi per la rapida approvazione della Legge di stabilizzazione della Sezione distaccata di Ischia, insieme alle Sezioni di Lipari e dell’Elba.

Secondo i professionisti partenopei le affermazioni rilasciate nell’istruttoria sul caso-Polcari risultano «del tutto gratuite e infondate, gravemente lesive dell’immagine di una intera Comunità e di un’Avvocatura che quotidianamente si scontra con difficoltà e ostacoli dovuti ad ataviche e mai risolte inefficienze organizzative»

Nel documento redatto durante la seduta di consiglio di mercoledì, gli avvocati napoletani hanno citato l’ormai famigerata dichiarazione dell’ex presidente del Tribunale di Napoli, dottor Raffone, il quale nell’istruttoria svolta dalla prima Commissione aveva dichiarato che quello di Ischia è “un presidio a rischio per la legalità.. la maledizione di tutto il Tribunale di Napoli e forse di tutta l’Italia”. Affermazioni pesanti, contenute nel documento della seduta del Csm, che secondo i professionisti partenopei risultano “del tutto gratuite e infondate, gravemente lesive dell’immagine di una intera Comunità e di un’Avvocatura che quotidianamente si scontra con difficoltà e ostacoli dovuti ad ataviche e mai risolte inefficienze organizzative”.

Il Consiglio dell’Ordine di Napoli ha rivendicato la storica collaborazione con l’avvocatura ischitana per consentire all’isola la prosecuzione del servizio di giustizia locale, ritenuto fondamentale “per il rispetto della legalità e per radicare nella cittadinanza la presenza dello Stato”. È quindi reputato inaccettabile che una questione relativa alle condotte di singole persone, venga strumentalmente assolutizzata con dichiarazioni di carattere generale, che lanciano discredito verso l’intero ambiente giudiziario fino a far sorgere dubbi sull’opportunità di mantenere il presidio giudiziario. Nel mirino dell’avvocatura napoletana sono finite anche le definizioni che il presidente del Tribunale di Napoli dottoressa Garzo ha riferito alla realtà ischitana, prospettata come un contesto di “grossa conflittualità”: tale motivazione non può essere ritenuto un argomento per sostenere e auspicare la soppressione dell’ufficio giudiziario, ma al contrario secondo il Consiglio dell’Ordine costituisce proprio la ragione che impone uno sforzo organizzativo di particolare intensità in termini di uomini e di risorse.

Naturalmente la nota riprende le ormai consuete considerazioni sulle dimensioni della popolazione locale, che d’estate sfiora il mezzo milione, e sul peso in relazione al Pil turistico regionale. Non solo: gli avvocati partenopei contestano anche il richiamo ai tre casi precedenti di magistrati operanti sull’isola e coinvolti in inchieste giudiziarie, in quanto si trattava di fatti e comportamenti contestati in altri luoghi e ambienti. Anzi, c’è da chiedersi perché il Csm abbia ripetutamente assegnato alla Sezione di Ischia magistrati nei cui confronti erano pendenti procedimenti giudiziari o disciplinari.

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Il COA di Napoli rispedisce le critiche al mittente per quanto concerne i frequenti casi di magistrati coinvolti in inchieste: «C’è da chiedersi perché il Csm abbia ripetutamente assegnato alla Sezione di Ischia magistrati nei cui confronti erano pendenti procedimenti giudiziari o disciplinari»

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Fra l’altro, il Consiglio dell’Ordine di Napoli ricorda che nel settembre scorso nella riunione istituzione con l’allora Ministro della Giustizia Bonafede, anche i Presidenti del Tribunale e della Corte d’Appello di Napoli, presenti, furono compatti a chiedere la stabilizzazione della Sezione di Ischia, proposta condivisa dal Ministro.

Inoltre, una parte delle carenze, come quelle del personale magistratuale e soprattutto amministrativo, è causato da un paradosso, in quanto tali carenze non potranno essere colmate fino a quando la Sezione distaccata di Ischia risulterà solo provvisoriamente prorogata. Un cane che si morde la coda, ed è impensabile che una comunità così rilevante come quella dell’isola d’Ischia possa fare a meno proprio del presidio giudiziario. In sostanza, l’ennesima perorazione della causa ischitana, anche se da qui a veder finalmente realizzata la stabilizzazione della sezione distaccata, la strada è ancora lunga, e mai così stretta.

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