Notte prima degli esami aspettando il voto
Quella che ci siamo messi alle spalle non è stata una notte come tutte le altre per gli aspiranti sindaci De Siano, Pascale, Muro e Ambrosino. Il Golfo ha raccolto emozioni, ricordi e aneddoti di chi (Castagna, Gaudioso ed Enzo Ferrandino) l’ha già vissuta in un recente passato
Per loro, di sicuro, non sarà una notte come le altre. Forse, senza voler esagerare troppo, sarà una notte di ritorno al passato, quando si sedeva su quei banchi di scuola che oggi – ironia della sorte (o meglio del covid) – sembrano irraggiungibili e rappresentano una corsa a ostacoli praticamente impossibile da vincere. Si va al voto e immaginiamo che, volendo escludere i candidati alle elezioni regionali, i quattro aspiranti sindaci di Lacco Ameno e Procida abbiano vissuto una notte particolare. Il silenzio elettorale ce lo imporrebbe ancora oggi, ma immaginiamo che soltanto con una bugia Domenico De Siano, Giacomo Pascale, Luigi Muro e Dino Ambrosino potrebbero affermare di aver riposato come ogni altra notte. E di non aver praticato qualche rito scaramantico o usato qualsivoglia stratagemma magari per provare a distrarsi e allentare così la tensione. Ma ha già vissuto questa esperienza come la ricorda? Con quali sentimenti, emozioni, magari con quali e quanti aneddoti?
Lo abbiamo chiesto in primis a Enzo Ferrandino, che divenne sindaco d’Ischia nella primavera del 2017 sconfiggendo l’avversario Gianluca Trani. Il primo cittadino ricorda quel sabato notte, lo racconta quasi come fosse ieri: «Lo so, forse risulterà una cosa alla quale è difficile credere – ma le sensazioni e i sentimenti vissuti in quella vigilia mi hanno ricordato gli stessi della notte prima dell’esame di maturità. C’era la consapevolezza di aver lavorato bene e di non aver lasciato nulla al caso, questo lo ricordo in maniera nitida, ma è chiaro che l’ansia per l’attesa del risultato era in qualcosa di palpabile». Nessuno stratagemma particolare per scacciare tensioni e paure, Enzo Ferrandino ricorda che «nella tarda serata di sabato mangiammo tutti insieme una pizza al Calise. Fu un’occasione per distrarci e stare un po’ insieme e ripeterci una volta di più che eravamo stati diligenti».
Sono evidentemente ancora più chiari e soprattutto più recenti i ricordi del sindaco di Casamicciola Terme, Giovan Battista Castagna. E non solo perché l’ingegnere è stato eletto nel maggio dello scorso anno, ma perché nel suo caso si è trattato di un bis dopo il primo successo elettorale registrato nel 2014. Le uniche analogie quelle dell’avversario principale (in entrambi i casi Arnaldo Ferrandino) ma anche in questa circostanza tanto da raccontare: «Ricordo che quando non ero ancora diventato sindaco, nella vigilia ci si poneva tanti interrogativo. In primo luogo, auspichi che il risultato delle urne ti sia favorevole, ma poi ti chiedi anche se da primo cittadino riuscirai a portare avanti tutto quello che impone la responsabilità della carica che si va a ricoprire. La notte prima delle urne, invece, resti a riflettere e porti una serie di quesiti: abbiamo lavorato bene? Abbiamo avuto qualche manchevolezza? Resti lì a pensare e rimuginare, cercando di capire se magari qualcuno non ti voterà, si fanno ragionamenti e si chiacchiera con le persone care di altro, magari anche di calcio e argomenti leggeri per scacciar via la tensione. Ma è ovvio che il pensiero di non riuscire a fare bella figura resta sempre lì a incombere».
Ma cosa cambia quanto non c’è più lo scotto del noviziato? Giovan Battista Castagna risponde anche a questo: «La differenza tra la prima e la seconda candidatura a sindaco? Nella prima fu tutto più imprevisto ed inatteso, ricordo che il mio studio professionale fu letteralmente preso d’assalto non appena i risultati elettorali divennero ufficiali. La seconda campagna elettorale, sono sincero, l’ho vissuta con meno tensione, ma ero consapevole di aver profuso un impegno notevole per il mio paese e speravo che questo mi venisse riconosciuto, come poi è in effetti accaduto». Attenzione, però, perché Castagna lancia anche un avviso ai naviganti, per evitare che si perda la retta via: «La gente è attenta, valuta il tuo operato ma guarda anche se se te nei “andato di testa”, cosa che purtroppo è accaduta a tanti. Ma attenzione, nei paesi come il nostro non bisogna mai smettere di essere umili ed allontanarsi dal contatto giornaliero con le persone. Chi lo fa, è inevitabile, segna l’inizio della sua fine politica».
Chiudiamo con Dionigi Gaudioso, sindaco di Barano, che pure una vigilia del genere l’ha vissuta. Il primo cittadino del Comune collinare è però categorico: «Io non ho nessun ricordo particolare di quella serata, ero tranquillo perché convinto che la campagna elettorale era stata portata avanti nel miglior modo possibile. Se ho sofferto d’insonnia? Macchè, posso dirti di non aver mai dormito così bene come quella notte». Gaudioso poi aggiunge: «Quando si arriva alla vigilia del voto, è fondamentale avere la coscienza a posto e aver fatto tutto quanto andava fatto, poi si può vincere o si può perdere ma questo fa parte del gioco. Anche stavolta abbiamo quattro candidati in campo, e soltanto in due brinderanno alla vittoria. Ma parliamo di quattro politici con esperienze pregresse alle spalle, certamente sapranno come gestirsi».