CULTURA & SOCIETA'

La SambucaManzi, liquore tutto ischitano, diventa Sambuca Molinari extra: Erminia Turco ci fornisce l’occasione per riproporne la storia.

Luciana Morgera, casamicciolese sulle orme oggi di Luigi Manzi “scopre” la pianta del Sambuco: non un alberello qualsiasi, ma addirittura una strega nelle sembianze di una pianta

Ermina Turco nel suo ultimo editoriale per il Golfo ha scritto; “Di curiosità e di primati l’isola d’Ischia ne racchiude tanti, conosciuti, meno conosciuti, forse sarebbe opportuno ricordarli di più dandone la giusta importanza. Saranno anche piccole cose, come l’invenzione della Sambuca che pochi conoscono ma è tutta ischitana. E si chiama così in onore dei Sambuchelli, erano gli acquafrescai che, con una bevanda a base di anice, portavano ristoro ai contadini mentre lavoravano la terra. Fu Luigi Manzi nel 1851 ad inventare questo liquore e poi dal 1945, è stato poi prodotto su scala internazionale dalla Molinari, E lo stesso Luigi Manzi, proprietario dell’omonimo albergo a piazza Bagni era il fornitore personale di Giuseppe Garibaldi, suo ospite nella struttura termale, durante il suo soggiorno ischitano.

ANNI '50 - LA LITORANEA DI CASAMICCIOLA INTESTATA A LUIGI MANZI
ANNI ’50 – LA LITORANEA DI CASAMICCIOLA INTESTATA A LUIGI MANZI

Eppure queste piccole grandi curiosità non destano il giusto interesse e se non vengono ricordate vanno a finire nel dimenticatoio…” . Ha proprio ragione Erminia Turco nell’ aver ricordato oggi che il casamicciolese Luigi Manzi aveva inventato la Sambuca, il liquore rilanciato appena dopo l’ultima guerra mondiale da Angelo Molinari che aggiunse di suo alla denominazione”Sambuca Molinari” la parola”Extra” per non incorrere nei rigori della concorrenza sleale nei confronti degli eredi della famiglia Manzi. Solo che noi prima della Turco, “questa piccola cosa”, con tutti i particolari possibili, in più di una occasione, l’ avevamo pubblicata già, scrivendo esattamente quanto segue e che cogliamo la nuova occasione che ci fornisce Ermina Turco, di riproporla ancora una volta. Ecco cosa scrivemmo: Chissà se i più informati a Casamicciola conoscono che ad inventare il gustoso e famoso liquore bianco diffuso poi su larga scala da Molinari, sia stato un proprio illustre compaesano, il dott. Luigi Manzi figlio ed erede del primo proprietario dell’attuale Grande Albergo Terme Manzi a Piazza Bagni. I casamicciolesi più acculturati e gli amanti della storia del proprio paese ne sono a conoscenza. Viene da domandarsi se ne è a conoscenza il resto, almeno in parte, della popolazione del proprio storico concittadino di Casamicciola, tra l’altro anche patriota ed in rapporto con personaggi famosi della sua epoca. Da un recente sondaggio effettuato è venuto fuori che oltre la meta dei casamicciolesi non sanno che un loro illustre concittadino è stato l’inventore del famoso liquore la Sambuca.Raccontiamo qui di seguito un interessante episodio che riguardò nientemeno che Garibaldi in persona. Quando il 19 giugno 1864, Giuseppe Garibaldi, malato d’artrite ed ancora sofferente per le ferite di Aspromonte sbarca a Porto d’Ischia, Luigi Manzi l’attende e ruba il privilegio di ospitare Garibaldi, al dott. Zavota che lascia l’onore all’acceso patriota, di ospitarlo per primo. Luigi Manzi apre le Terme di Famiglia (le attuali Terme Manzi) a Garibaldi ed al suo seguito offrendo come digestivo la “Sambuca”.

ANNO 1976 ALBERTO MANZI IL MAESTRO ELEMENTARE ORIGINARIO DI CASAMICCIOLA
ANNO 1976 ALBERTO MANZI IL MAESTRO ELEMENTARE ORIGINARIO DI CASAMICCIOLA

Alla moglie che si trova a Civitavecchia , l’illustre inventore isolano così scrive:”Carissima, giorni or sono ebbi l’incommensurabile onore di ricevere la visita del generale Garibaldi, fu cordialissimo, nonostante i mali che lo affliggono: prese anche sulle ginocchia il nostro piccolo Cornelio e di poi del caffè, degustò il mio liquore da cui sembrò trarre rinnovellata forza e giovamento tanto da ordinare un caratello”. Da quel momento il dott. Luigi Manzi di Casamicciola divenne fornitore di Garibaldi e del suo seguito allietando con la Sambuca fatta sull’isola nella sua piccola distilleria, i loro pasti. La storia di questo liquore inventato dal Dott. Luigi Manzi a cui il Comune di Casamicciola, per meriti, ha dedicato una strada, il famoso litorale, si intreccia straordinariamente con gli avvenimenti storici del nostro Risorgimento. Il Manzi fu uno strano tipo di industriale patriota, che sapeva dimenticare ogni interesse quando si trattava di spedire cassette di liquore in cambio al posto dei quattrini, di opuscoli rivoluzionari che facevano infiammare il cuore degli onesti. Fu sempre pronto a sposare la causa rivoluzionaria per una Italia libera e indipendente. Egli sovvenzionò tanto Mazzini quanto il Regio Governo Sardo, tanto i napoletani esuli a Londra che Giuseppe Garibaldi. Il padre di Luigi Manzi era il proprietario delle attuali “Terme Manzi” di Casamicciola. E’ bene precisare subito che l’origine della denominazione è stata tramandata dallo stesso suo “inventore” Luigi Manzi, il quale, verso la metà del secolo scorso, in una lettera scriveva: “Produco un’anisetta fine che fà ottimamente allo stomaco dopo il pasto [chiamata Sambuca] per via dei sambuchelli, gli acquaioli delle parti mie [Napoli e l’isola d’Ischia] che vanno nei campi a dissetare i contadini recando loro acqua e anice” (documenti d’archivio della famiglia Manzi riportati da Vittorio Vitalini Sacconi, Gente, personaggi e tradizioni a Civitavecchia, Civitavecchia 1982, vol.II, pag.180).

ERMINIA TURCO
ERMINIA TURCO

Di fronte al Castiglione, su di un’altra collina, si trova una grande pietra sulla quale venivano sacrificati al Dio Sole, bianchi buoi, che servivano ad onorare la divinità splendente, tanto generosa con i suoi raggi verso l’isola. Per comporre la Sambuca il Manzi aveva usato come elemento principale: “il fior d’anice cinese”. Poi vi aggiungeva altri ingredienti che restarono il suo segreto di erborista. All’amico Giovanni Foschini che gli chiedeva perché avesse chiamato “Sambuca” il suo liquore, gli rispondeva: «L’ho chiamato Sambuca per via dei Sambuchelli, gli acquaiuoli delle mie parti, che vanno nei campi a dissetare i contadini e recano loro acqua e anice». La prima distilleria fu aperta ufficialmente a Civitavecchia, vicino alla chiesa di “Santa Maria” di fronte al mare. Produceva 48 bottiglie alla settimana. Luigi Manzi muore a Civitavecchia a 64 anni il 29 maggio 1873. E’di questi giorni la “scoperta” dei fiori di sambuco da parte di un altro casamicciolese, solo che questa volta, si tratta di una donna la sempreverde Luciana Morgera che per la passione messa in pratica con estrema dedizione per tutto ciò che di buono produce la nostra terra ischitana non ha bisogno di ulteriore presentazione. Secondo Luciana Morgera, questa pianta dai fiori meravigliosi e dalle bacche scure e succose è diffusissima in tutta Italia e si può utilizzare per tante preparazioni diverse. Non un alberello qualsiasi, ma addirittura una strega nelle sembianze di una pianta. L’albero di Holda. Holda era una fata del folklore germanico medioevale, raffigurata come una giovane donna benigna dai lunghi capelli d’oro: abitava nei sambuchi che si trovavano nei pressi delle acque di fiumi e laghi.

L'ALBERGO TERME MANZI FONDATO DALLA FAMIGLIA MANZI IN PIAZZA BAGNI A CASAMICCIOLA
L’ALBERGO TERME MANZI FONDATO DALLA FAMIGLIA MANZI IN PIAZZA BAGNI A CASAMICCIOLA

Si favoleggiava che Holda abitasse la pianta e i folletti il midollo. Gli elfi invece si rifugiavano tra i suoi rami Nelle leggende germaniche il flauto magico era un ramoscello di sambuco svuotato del midollo, che si doveva tagliare in un luogo dove non si potesse udire il canto del gallo che lo avrebbe reso roco: i suoni che se ne traevano proteggevano dai sortilegi I contadini tedeschi rispettavano a tal punto il sambuco che, incontrandolo per i campi, si levavano il cappello. Non osavano sradicarlo e, se volevano tagliarne un ramo, si inginocchiavano davanti alla pianta con le mani giunte pregando: “Frau Holda, dammi un poco del tuo legno e io, quando crescerò, ti darò qualcosa di mio.” Intorno alle fortezze e ai monasteri si piantavano sambuchi perché si diceva proteggessero case, orti, bestiame e abitanti da serpi, mali e malie, abitudine diffusa anche in Bretagna, Russia e Danimarca, dove erano considerati protettori della famiglia. Si diceva anche che i ferri di cavallo, strofinati con le sue foglie, non arrugginissero. Il sambuco aveva anche proprietà divinatorie: se in estate i suoi fiori erano gialli o di color ruggine, annunciavano un nuovo figlio. Un’infiorescenza piccola e sottile indicava un anno di siccità, se invece era grassa e robusta preludeva a un buon raccolto. Pare che il forte odore dei suoi fiori e delle foglie provochi malesseri o addirittura la morte. Esiste una credenza contadina secondo la quale Giuda si sarebbe impiccato a un albero di sambuco: da allora le sue bacche diventarono così amare da non poter essere mangiate. Tornando a Molinari per concludere va detto infine che Angelo Molinari, classe 1893, si occupava di vino dopo avere combattuto nella prima guerra mondiale.. Sposato e ha già dei figli (in totale ne avrà sei, tre maschi e tre femmine) quando decide di partire per l’Africa dove apre un bar ad Addis Abeba. Rientrato in Italia alla fine degli anni trenta trova impiego a Civitavecchia dall’ inventore e primo produttore di sambuca, la Sambuca Manzi della famiglia del dott. Luigi Manz.Nel 1945 Angelo Molinari si mette in proprio e produce artigianalmente sambuca, che si differenzia dalle altre in commercio perché si basa su una formula a base di “anice stellato“, e in quanto “pregiata”, vi aggiunge la denominazione “extra”. Tutto questo per la storia dove Ischia vi figura alla grande.

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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