LE OPINIONI

IL COMMENTO Nostra Signora della Misericordia e la dolcezza di Suor Teresa

Era il 1954 o 1953 o 1955. A quella età la memoria di un bambino non è forte. Avevo 4 o 5 anni. Non ho ricordi di allora. Mia madre mi avrebbe detto dopo, quando già ero ragazzo, che ci teneva molto alla mia educazione ed al mio vestiario. “Ti facevo andare sempre bene vestito ed eri un bravo bambino che andava all’asilo ogni giorno lindo e pinto. Ti prendevi il cestino ed andavi da solo”. Mi diceva. Scendevo da via Principessa Margherita, attraversavo tutta Piazza della Marina ed andavo a Corso Luigi Manzi all’ asilo dell’Orfanotrofio di Santa Maria della Provvidenza, lo stesso che oggi – quasi 70 anni dopo – sta su tutti i giornali come l’asilo dell’orrore” dove una suora del Madagascar , che era addetta alla cucina ha picchiato un bambino di 4 anni. Io entravo nella grande stanza a destra che era lo stanzone dei bambini. Restavo lì anche a mangiare e dopo ritornavo da solo a casa. Non ricordo che sono stato preso da mia madre o da mio padre.

Ciò che mia madre mi ricordava ormai da ragazzo è che “scendevi da solo e da solo ritornavi .Una signora che gestiva un negozio in Piazza Marina si domandava chi era quel bambino che passava ogni giorno – la moglie di Fortunato Martinetti che gestiva un emporio – così ben vestito e così compito e le dissi che era mio figlio”. Nell’ampio salone dei bambini probabilmente si giocava ma non ne ho memoria. Ho memoria però di una suora. Si chiamava Suor Teresa era bellissima con un viso dolcissimo che mi manifestava tanto amore e mi chiamava come mia madre: “Giuseppino”. Dovevo essere un bravo bambino perché già a 5 anni ero capace di fare la “primina” cioè lasciare l’asilo ed iniziare la prima elementare. Lo proposero a mia madre ma – sempre mia madre – mi disse che non volevo lasciare Suor Teresa e che volevo rimanere ancora con lei. E mia madre mi disse che Suor Teresa le disse: “Signora se Giuseppino vuole ancora restare qui lo lasci stare. Ha tempo per crescere”. Restai con Suor Teresa fino al compimento dei sei anni nel giugno del 1955. Poi dovetti lasciarla ed andare in prima sull’edificio Manzoni al Paradisiello ed anche lì andavo da solo da casa e trovai un’altra indimenticabile insegnante, la Maestra Fermina Morgera, con la quale sono stato fino alla terza elementare cioè fino al pensionamento della Maestra Fermina. Poi quarta e quinta con il Maestro Pasquale Mattera, molto severo, che aveva la bacchetta per punirci se non fossimo stati buoni. La bacchetta si chiamava “Margherita” e per le punizioni ci dovevamo presentare dal Maestro con il braccio destro teso ed avere la bacchettata nella mano aperta. Nessuno era perfetto. “Margherita” ci ha colpito tutti. Ma facemmo esperienza che se la mano la mettevi un po’ giù la bacchettata colpiva sul muscolo e faceva meno male. Oggi il Maestro Mattera non potrebbe più insegnare.

Non vidi più Suor Teresa. La dimenticai. Ma restò in me la bellezza del volto. La sua tenerezza. La sua dolcezza ed entrò inconsapevolmente in me stesso come la più grande educatrice della mia vita.

Suor Teresa apparteneva all’ ordine delle Suore della Misericordia dette anche “suore francesi”. Infatti l’ordine o la congregazione nacque in Francia. Queste “suore francesi” furono portate a Casamicciola dall’ Ente Pio Monte della Misericordia di Napoli che aveva realizzato e gestiva il grande complesso realizzato nel 1895 per esercitare l’ Opera della Misericordia della cura agli infermi con le cure gratuite agli indigenti. Nel 1902 l’Ente Morale realizzò anche un orfanotrofio per la buona educazione ed un buon avvenire alle “giovanette” in povertà. E’ probabile quindi che essendo l’Orfanotrofio destinato alle “giovanette” fu scelto l’ordine delle “suore francesi” per l’educazione e da qui un asilo per i bambini perché non c’era né a Casamicciola né a Lacco Ameno ciò che oggi si chiamerebbe scuola dell’ infanzia. Questo lo deduco da un rilievo pratico perché tutta la storia della presenza dell’ Ente Pio Monte a Casamicciola dal 1604 è stata distrutta con l’abbandono del complesso e delle sue attività. L’archivio storico locale è stato distrutto. Mentre l’archivio storico di Napoli pur ricco è stato reso “segreto” dall’ Ente per la tragica e vergognosa storia dell’ abbandono della struttura dal 1973. Ci sono immagini di cartolina dei giardini del Pio Monte della Misericordia negli anni iniziali del ‘900 con le suore e le giovinette dette “Figlie di Maria” come significare queste attività erano caratterizzanti di Casamicciola.

Poi le “ suore francesi” andarono via. Il complesso maestoso fu chiuso. Rimase tenacemente l’Orfanotrofio con un nuovo ordine religioso di suore. Non so quale sia. La decadenza di Casamicciola è un arretramento sociale prima ancora che economico ed ancora “fisico” manifestatosi con il terremoto del 21 agosto 2017 con 2mila abitanti che sono andati via e con macerie accentrate a Piazza Majo ma presenti – come testimonianza diffuso di un degrado – in tutti gli abitati e case sparse su circa 6 Km2. E’ stata orribilmente cancellata dall’Ente Pio Monte una presenza “umana” di persone – uomini e donne – a Casamicciola di oltre 4 secoli. Nessun posto in Italia ha subito una cancellazione così brutale della sua storia oltre che della sua economia e della sua socialità. Suor Teresa credo che sia morta da anni. Dove abbia trascorso la sua vita non lo so. Non ho alcune immagine di Lei. Vorrei dirle che è stata con me per tutta la mia vita con un sorriso. Una dolcezza. Oggi – vedendo e vivendo la mia Casamicciola ed assistendo al suo degrado un degrado sociale che la cittadina Rossella Pirozzi perfettamente esprime – emerge prepotente una enorme amarezza. So che Suor Teresa ha sostituito il suo meraviglioso sorriso con un pianto. Il più amaro pianto dal volto di una donna.

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