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Nuovo impegno per combattere la disoccupazione dei marittimi

Con la globalizzazione, la crisi economica odierna  e la presenza di molti marittimi di altre nazioni sulle nostre navi, emergono non poche difficoltà nell’ambito marittimo italiano, che a livello occupazionale si riflettono molto anche sulla nostra isola che presenta un’alta percentuale di lavoratori del mare. Di qui la necessità di affrontare il problema dei marittimi con maggiore impegno e determinazione da parte dell’Assessorato  al Lavoro Marittimo da poco istituito nel nostro Comune.

Il primo convegno nazionale della Marina Mercantile Italiana  che l’Amministrazione Comunale ha voluto promuove il 22 aprile 2016  insieme  al COSMAR  (Comitato per la salvaguardia della dignità dei Marittimi) sul tema “Il futuro della marineria italiana”  ha inteso riportare  i marittimi sulla scena della politica italiana  affinché, come ha detto Giorgio Blandino  il presidente del COSMAR “essi tornino ad essere  protagonisti e non comparse dei loro destini professionali per il loro benessere, delle loro famiglie e delle comunità costiere”.

Molte le voci  che si sono intrecciate  al tavolo degli interventi, ognuna delle quali ha sottolineato un aspetto delle gravi problematiche che si dibattono nel settore marittimo, per definire nell’insieme  un quadro organico di idee e proposte da far pervenire ai rappresentanti politici del Governo.

Sin dalle prime battute l’avv. Antonio Carannante, Assessore al Lavoro Marittimo del Comune di Procida, ha tenuto a precisare il concept di questo Convegno che si terrà annualmente a Procida: “Far sedere allo stesso tavolo istituzioni, società armatoriali e sindacati, vista anche la vigenza di leggi di settore spesso calate dall’alto senza una reale cognizione tecnica delle complesse problematiche dell’economia marittima. Quest’ultime sono tante e complesse – ha proseguito l’Assessore Carannante – e affliggono un settore economico strategico e storico per l’Italia, e che pertanto va tutelato al massimo: dalla concorrenza dei marittimi extracomunitari, agli allievi ufficiali a miseri 650,00 euro al mese, gli sgravi fiscali per chi imbarca solo marittimi italiani, fino ai programmi didattici obsoleti e l’accesso a questo lavoro”.

Ricordiamo l’intervento  di Eugenio Massolo presidente dell’Accademia Nazionale della Marina Mercantile di Genova, quello di Sabrina di Cuio Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Procida, di Raffaele Santamaria dell’Università degli Sudi Parthenope e Stefania Visco in rappresentanza della Onorato Spa.

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Efficace e articolata  la riflessione dell’On. Anna Maria Carlone  della Commissione Parlamentare Trasporti che, oltre ad offrire una panoramica della situazione nazionale della categoria marittimi, ha saputo anche evidenziare le necessità e i bisogni fondamentali di essa, considerando gli 8000 chilometri di coste  del nostro paese e l’alto numero di porti italiani: una risorsa occupazionale da non sprecare.

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Ne è emerso un quadro certamente complesso, spesso carente a livello formativo,  che non sempre riesce a soddisfare  quello standard  minimo di conoscenza richiesto  dalle normative IMO (International Maritime Organization).

Di qui la comune volontà di tutti i presenti  a richiedere  assistenza legale, un’assicurazione dell’abilitazione professionale e uno sportello permanente di ascolto per aiutare i marittimi ad affrontare un’adeguata preparazione e la crisi occupazionale.

Come giustamente ha affermato Stefania Visco, componente del C.d.A di una delle più grandi compagnie di navigazione d’Italia, la Onorato S.p.A: “Gli armatori grazie al registro internazionale godono di privilegi unici rispetto ad altri settori industriali. Privilegi che derivano dalla volontà di sostenere l’occupazione dei marittimi italiani, ma in realtà ora hanno portato all’occupazione di personale extra comunitario e alla disoccupazione dei nostri marittimi.”

Sulla delicata questione della formazione dei futuri marittimi è poi intervenuto anche il Prof. Raffaele Santamaria, direttore dell’Università Parthenope di Napoli-Dipartimento Scienze e Tecnologie.

Non va dimenticato che l’articolo 34 della nostra Costituzione tutela il diritto allo studio. In Italia si taglia sulla ricerca e sulla formazione con la conseguenza che a livello Europeo i nostri laureati sono percentualmente all’ultimo posto, il 17% rispetto al 43% dell’Inghilterra. E’ questo un divario che va colmato. Si deve aprire ai ragazzi la possibilità di formarsi anche nel settore marittimo. Il numero chiuso dell’ITS non risolve i problemi occupazionali dei nostri ragazzi. L’istruzione è alla base del nostro futuro ma, i nostri governi continuano a sottovalutarne l’importanza”.

Dello stesso tenore la considerazione finale sul punto dell’Assessore Carannante, che ha sottolineato perplessità sulla reale utilità del numero chiuso a detti corsi (peraltro finanziati dallo Stato), considerata l’importanza strategica che continuano ad avere gli Istituti nautici, come quello di Procida (uno dei più antichi d’Italia), che continua a formare studenti in grado poi comunque di farsi direttamente strada come Ufficiali, e non solo, nelle più grandi compagnie di navigazione del mondo.

I temi trattati in questo primo convegno di Procida. Si riparte dal Mare sono numerosi e così gli spunti di approfondimento lanciati.

“Vogliamo fare di Procida non solo l’isola che ha ospitato un convegno, ma un luogo d’incontro nazionale del mondo marittimo” ha concluso l’Assessore Antonio Carannante. “Con la collaborazione di Cosmar, del Circolo Capitani e Macchinisti di Procida, del locale Istituto Nautico e di tutti quanti vorranno associarsi in questo nuovo impegno, fin da ora cominciamo a preparare il Convegno del prossimo anno con la volontà di tenere aperti tutti i canali di dialogo che oggi qui a Procida hanno avuto la possibilità di incontrarsi, per ottenere modifiche legislative di settore e migliorare la situazione professionale di quanti oggi si avviano a lavorare sul mare, sollecitando il  Governo a guardare con più attenzione  e con specifiche normative  la condizione dei marittimi  italiani oggi.

Anche per il futuro di Procida, si riparte dal mare. Non uno slogan ma un impegno chiaro e deciso.

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