POLITICAPRIMO PIANO

La profezia di GB: «Io come Cesare alle idi di marzo, ma i traditori pagheranno la congiura»

Intervista all’ex sindaco di Casamicciola a quasi un mese dalla sfiducia che ha provocato la caduta dell’amministrazione nel comune termale

A freddo, cosa rimane della sfiducia firmata da sette consiglieri comunali?

«Guardi, mi sento di ringraziarli. Ovviamente i consiglieri di minoranza hanno recitato la parte che competeva loro, invece i quattro consiglieri di maggioranza voglio proprio ringraziarli perché, al di là della tempesta ormai passata, mi ha colpito l’affetto che le persone mi stanno manifestando continuamente, giorno dopo giorno, da quasi un mese. Vedere addirittura delle persone che piangono per te, che partecipano sinceramente al dispiacere causato da quanto accaduto, mi ha fatto capire quanto sia stata importante per me questa esperienza, e quanto io sia riuscito a raggiungere un legame diretto con la gente. L’affetto che mi viene manifestato va quindi al di là del ruolo istituzionale, che ora non rivesto più. E devo dire che è davvero stupefacente questa enorme attestazione di solidarietà, ed è la prova che sono riuscito a raggiungere un obiettivo a cui ho sempre tenuto: per me la politica non deve essere soltanto un fatto istituzionale, di ruoli formali, ma di legami diretti, infatti tra la gente non mi sono mai sentito diverso da tutti i miei concittadini, rimanendo sempre coi piedi per terra. Questo è stato forse il segreto che spiega il grandissimo tributo di affetto che tuttora le persone mi dimostrano. Credo che, calcisticamente parlando, chi ha creduto di aver fatto fuori Giovan Battista Castagna, ha fatto “palla corta”».

«Dopo la sfiducia, sto ricevendo quotidianamente enormi dimostrazioni di affetto e di solidarietà da parte dei cittadini. Chi pensava di aver fatto fuori GB Castagna, ha fatto, come si dice in gergo calcistico, “palla corta”»

Nei giorni immediatamente successivi, infatti lei ha più volte esternato la circostanza di sentirsi tradito più dal punto di vista umano che politico. Ma in politica è davvero possibile fare un distinguo del genere?

«La questione è semplice. Un sindaco che viene sfiduciato è un evento tutto sommato ordinario, che è successo e succederà sempre. Dunque non sto fermo a logorarmi nel dispiacere. Piuttosto, mi chiedo perché alcune persone abbiano agito in quel modo. Io li ho chiamati “traditori”, ma il popolo di Casamicciola ha usato termini molto peggiori. Qualcuno mi riportò alcune loro dichiarazioni, secondo cui io non avrei dato loro la giusta considerazione, o che li avrei trascurati, chiedendomi se fosse vero. Io risposi che di tutto si può discutere, ma che questa cosa non andava chiesta a me, ma a chi mi stava vicino, agli impiegati comunali, ai cittadini, a chi spesso collaborava con me. Ecco, chiedete a queste persone se io davvero trattavo quei consiglieri in quel modo».

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«Non sto fermo a logorarmi nel dispiacere. Piuttosto, mi chiedo perché alcune persone abbiano agito in quel modo. Io li ho chiamati “traditori”, ma il popolo di Casamicciola ha usato termini molto peggiori»

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In particolare, a suo avviso, quali sono i motivi che hanno indotto Barile e la Piro a voltarle le spalle?

«A dir la verità, mi sono ripromesso di non volerli nominare né di discutere del loro operato. Mi dispiace, ma preferisco evitare di rispondere, anche perché in un certo senso ho già risposto prima, invitando ad ascoltare tutte le persone che le ho citato per verificare cosa corrisponde al vero».

Non ha rimpianti? Le chiedo, davvero non poteva essere fatto nulla per evitare la caduta dell’amministrazione comunale?

«Guardi, quando l’ho saputo sono rimasto basito, non ci credevo. Se ci fossero state concrete avvisaglie, credo che le avrei colte, visto che non sono certo inesperto come militanza politica, ma di segnali forti non ve ne erano stati».

«Silvitelli è il nostro candidato ideale: ha già dimostrato di saper stare tra la gente e i risultati elettorali mostrano che Peppe è in grado di coagulare intorno a sé un grande consenso»

Nemmeno in quella ultima seduta di consiglio comunale ebbe qualche sentore?

«Se si riferisce alle assenze, esse erano realmente giustificate. Inoltre, il ruolo di presidente del consiglio comunale impone una marcata terzietà durante i lavori consiliari. Quindi non c’erano segnali avvertibili».

Lo stop all’attività amministrativa quali processi ha fermato nel paese?

«Di sicuro è stata una sindacatura impegnativa, a partire dal predissesto subito dopo l’elezione del 2014, poi il terremoto che ha messo a durissima prova l’intero paese. Il commissario Legnini si sta certamente dando da fare: in ballo c’è la pazienza dei cittadini, dopo cinque anni. Siamo passati da una legge di ricostruzione inizialmente del tutto inadeguata, a delle modifiche che l’hanno profondamente modificata, a partire dal noto articolo 25. Credo che, sulla scia dell’attività compiuta dalla struttura commissariale, anche i tecnici del Comune abbiano acquisito quella preparazione necessaria a fronteggiare le molteplici esigenze della ricostruzione. Certo, quando c’è un sindaco e un’amministrazione sempre presenti sul territorio e in maniera quotidiana, le cose sono necessariamente un po’ diverse. Spero comunque che non vi saranno rallentamenti o imprevisti che frenino il cammino della ricostruzione».

«Il nostro obiettivo non è quello di formare una squadra esclusivamente in base a calcoli di voti potenziali, bensì di creare un gruppo che sappia portare avanti l’azione politica anche con un sentimento di amicizia tra i suoi componenti»

Si andrà alle urne verosimilmente in primavera, crisi di governo permettendo. Sarà Peppe Silvitelli il vostro candidato sindaco?

«L’ho definito il nostro “bomber”: Peppe è un candidato che ha ampiamente dimostrare di saper stare tra la gente. Possiamo fare mille valutazioni, ma in politica al momento di tirare le somme contano i numeri. Sono questi che ti fanno capire in quale misura una persona riesce a coagulare il consenso intorno a sé. Le apparenze, i titoli di studio, contano ma solo fino a un certo punto. In passato la gente ha dato fiducia a gente che magari poteva vantare qualche titolo accademico, ma che poi nell’agone politico è durato ben poco. Vari altri invece, a dispetto delle apparenti condizioni iniziali, hanno saputo mantenere nel tempo il consenso guadagnato dimostrandosi al contempo persone capaci dal punto di vista amministrativo. Al momento il nostro gruppo sta pensando a mettere a punto la squadra, non abbiamo certo problemi a comporre una lista, anzi, abbiamo problemi di abbondanza. Il mio obiettivo, lo ribadisco, non è quello di formare una squadra esclusivamente in base a calcoli di voti potenziali, bensì di creare un gruppo che sappia portare avanti l’azione politica anche con un sentimento di amicizia tra i suoi componenti. Spesso, da chi ha mosso le fila di quello che è successo, ho sentito dire che “l’amicizia è una cosa, e la politica un’altra”. Io sono sempre stato contrario a questo pensiero, perché questa divisione secondo me è dannosa. Io ho esercitato la mia azione di sindaco per otto anniproprio perché ho improntato la mia azione non solo sull’aspetto politico né facendo valere ruoli, ma anche sul fatto che mi sono sempre considerato una persona partecipe di un progetto da condividere con varie altre persone, anche con chi non rivestiva cariche formali. E credo sia anche per questo motivo che vedo tanto affetto intorno a me da parte dei cittadini».

«Giosi Ferrandino? Sono stato anche suo assessore. È lontano da Casamicciola da molto tempo e quindi forse non è addentro a certi problemi, ma non sono certo io quello che può dare giudizi o valutazioni sulle intenzioni altrui di candidarsi»

Intanto, a proposito di prossime elezioni, aleggia nuovamente la figura di Giosi Ferrandino. Che tra l’altro, secondo alcuni, avrebbe anche tessuto la trama per far cadere l’attuale amministrazione

«Io sono stato assessore quando Giosi Ferrandino era sindaco a Casamicciola, e in quella occasione io fui anche il secondo degli eletti. Giosi è assente da molti anni a Casamicciola: divenne poi sindaco di Ischia per dieci anni, e poi fu eletto al Parlamento Europeo. Non credo quindi che sia molto addentro alle problematiche casamicciolesi, ma non sono certo io che posso valutare le sue intenzioni. Per quando mi riguarda, la squadra di cui faccio parte comprende diverse persone, tutte ben integrate tra la gente di Casamicciola, verso cui non abbiamo mai fatto pesare o valere il ruolo istituzionale. In ogni caso, ognuno è libero di intraprendere qualsiasi percorso, è il bello della democrazia, e non sarò certo io a esprimere valutazioni negative verso chi vorrà competere nelle prossime elezioni».

Nella vita come in politica non si finisce mai di imparare. Cosa lascia questa esperienza?

«Ah, guardi, mi lascia tanto. Ho acquisito una notevole mole di esperienza e di maturità, che ha contribuito in maniera rilevante a formarmi. Mi sono occupato di innumerevoli problemi, studiandoli e tentando di risolverli per il meglio. Rispetto al Giovan Battista di otto-nove anni fa mi sento sicuramente più completo. Ho captato, memorizzato, e anche prodotto azioni che si riverbereranno pure nella mia azione futura. Nell’immediato c’è l’intenzione di portare a compimento il mio libro di macchine, un prontuario scolastico. Le cose che ho appreso in questi anni di vita politica e amministrativa le impiegherò quindi anche nella mia attività professionale quotidiana. Credo che queste esperienze mi abbiano aiutato anche nell’ambito familiare. In ogni caso, da qualche parte era scritto che doveva finire così: qualcuno, una persona molto cara, mi ha battezzato come il “nuovo Cesare”. In sostanza, se fossi arrivato a fine sindacatura,sarei stato sì ricordato per il doppio mandato, per le cose che ho fatto, ma invece adesso, secondo questa persona, sono fortunato perché sarò ricordato a lungo nella storia locale di Casamicciola, proprio per essere stato colpito a tradimento, prendendomi la scena finale, come accadde a Cesare alle idi di marzo. E i traditori sappiamo che fine hanno fatto».

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