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Minacce e pressioni sui candidati, l’ultima frontiera made in Ischia

No, davvero non è la campagna elettorale del 2012. A guardare oggi la marcia di avvicinamento alle elezioni amministrative in programma l’11 giugno, ci si rende conto che evidentemente all’epoca Giosi Ferrandino ed i suoi erano sicuri di vincere e dall’altra parte della barricata – al di là delle dichiarazioni di circostanza – avevano già “battezzato” la sconfitta. Perché tutte le operazioni cosiddette di “sottobosco”, eccezion fatta per le solite manfrine, si svolsero in un clima tutto sommato tranquillo e per nulla avvelenato. Come, purtroppo, sta succedendo invece in questi giorni ad Ischia dove l’aria è irrespirabile e il clima di quelli ad alta tensione. La causa può apparire banale ma non lo è: entrambi gli schieramenti, quelli che fanno capo ai candidati a sindaco Enzo Ferrandino e Gianluca Trani, si stanno “sbattendo” e non poco per reperire uomini e donne da poter inserire in lista. E fin qui tutto (più o meno) normale, sono le regole del gioco e nessuno può sognarsi di cambiarle. Ma la situazione ha preso una bruttissima piega perché su più fronti si sono registrati e si registrano episodi a dir poco deprecabili.

I più torturati, naturalmente, sono coloro che giocano a carte scoperte. Ci riferiamo a quei cittadini che hanno già annunciato la candidatura con lo schieramento di Enzo o di Gianluca. C’è gente che viene quotidianamente avvicinata e se si è fortunati gli viene semplicemente proposto di rinunciare a “scendere in campo” e dunque tenersi fuori dalla mischia. Perché, se la situazione butta peggio, c’è pure chi ha la faccia di culo di chiederti di fare il salto della quaglia. Insomma, non ci si accontenta di vincere, si vuole stravincere. E per farlo, bisogna riconoscerlo, stavolta si sta davvero ricorrendo ad espedienti mai utilizzati prima, che confermano come anche il nostro territorio ed il tessuto che lo compone si sia notevolmente “imbastardito” (e vi preghiamo di non venirci a dire che stiamo esagerando). Qualcuno si lascia andare anche a qualche commento sui social, pur senza scendere troppo nei particolari. E’ il caso, tanto per fare un esempio, dell’ex assessore e consigliere di minoranza Davide Conte, che scrive testualmente: “Più si va avanti più apprendo cose allucinanti in vista della campagna elettorale”. Criptico, molto, forse troppo, poi rincara la dose aggiungendo che “si stanno toccando livelli a dir poco allucinanti. Credevo di aver assistito al peggio, e invece…”. E invece, aggiungiamo noi, davvero vale quell’antico adagio secondo il quale al peggio non c’è mai fine.

C’è poi anche chi invece il giro non se lo fa affatto largo ma arriva subito al sodo. E’ il caso di Giovanni Tufano che non usa mezze misure per esprimere il suo stato d’animo e raccontare – pur senza scendere nei dettagli e fare nomi – quello che sta accadendo… attorno a sé: “Ci sono persone che vivono per offendere, criticare, minacciare e che cercano anche di intimorirti. Beh, avete sbagliato persona…”. Parole che, pronunciate da un soggetto che la sua candidatura l’ha annunciata da un pezzo, non suonano affatto come messaggi di incoraggiamento. Potremmo fermarci qua o proseguire all’infinito, fate un po’ voi. C’è quello che alla fine non si è nemmeno candidato ma si è preso semplicemente la briga di promettere una mano – pur senza dannarsi l’anima – per un consigliere comunale uscente, che non appena la notizia si è sparsa è immediatamente finito sotto i bombardamenti dell’altra cordata, che hanno cercato (e cercano tuttora, per la verità) di ridurlo a più miti consigli. “Sono tirato per la giacchetta, non so più che fare, mi sembra una situazione allucinante”. Purtroppo per lui non lo è. Così come lascia particolarmente interdetti l’indiscrezione che ci ha raggiunto nella giornata di ieri e che vuole un giovane ischitano impiegato presso un bar raggiunto addirittura dal “braccio destro” di un politico isolano che praticamente gli ha imposto di rinunciare alla candidatura con la lista alla quale aveva dato già l’accettazione. Ovviamente la voce ha circolato in tempi abbastanza celeri anche perché il povero giovanotto ha dovuto spiegare il perché della sua “marcia indietro”. E questo ha finito per esacerbare ulteriormente gli animi. Ora, se consideriamo che da qui al 10 maggio mancano ancora due settimane, capirete come c’è ben poco da fare salti di gioia. Vogliamo lanciare un appello: state buoni, se potete. Ma siamo già certi che cadrà nel vuoto. Vincere, evidentemente, è diventata una questione di vita o di morte. E non è certo un bel segnale.

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