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«Pascale e i suoi navigano a vista, povera Lacco Ameno»

LACCO AMENO. Nel giudicare l’operato dell’amministrazione del Comune del Fungo, per Carmine Monti vale il noto adagio del campionissimo di ciclismo, Gino Bartali,  il quale spesso esordiva dicendo: “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. E infatti l’ex sindaco non sembra aver dubbi: «È un’amministrazione che va a tentoni, senza un disegno preciso, senza una programmazione».

È passato un anno dal sisma: un primo bilancio, e le prospettive dell’immediato futuro.

«Come ho ribadito nel recente consiglio comunale dello 21 agosto, secondo me questi dodici mesi sono stati sprecati. Un anno sostanzialmente perso, con una gestione della situazione che possiamo definire fallimentare. A quanto pare i prossimi saranno gli ultimi sei mesi di emergenza, quindi d’ora in poi non ci saranno più scuse o chiacchiere. È necessario riunire tutte le forze affinché le zone colpite di Casamicciola e Lacco Ameno ripartano. Non possiamo più rimanere nello stato attuale, con i cittadini ad attendere nel limbo dei disagi e con le rovine tuttora in vista. Ovviamente servono regole certe, per capire dove, come e quando ricostruire, altrimenti…».

Pensa che sarà necessario un apposito decreto per la ricostruzione, e in caso di risposta affermativa, crede che il Governo lo concederà?

«Se devo essere sincero, sono molto perplesso. La sfiducia nasce soprattutto nell’ascoltare ciò che i vari esponenti istituzionali hanno dichiarato a poca distanza l’uno dall’altro. Il ministro Di Maio ha detto alcune cose, mentre Schilardi, Bonavitacola e altri hanno dichiarato cose ben diverse: questa contraddizione induce a credere che non c’è affatto accordo sul da farsi. Nello specifico, mentre il vicepremier si è dimostrato possibilista sull’ipotesi di un decreto, ove se ne dimostrasse la necessità, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è stato invece più rigido brandendo un avvertimento che possiamo sintetizzare in questo modo: “Non pensiate che un terremoto possa diventare un condono”. Ecco, parole del genere non ci sono affatto piaciute. I cittadini vogliono ricostruire nelle aree che fanno parte del nostro patrimonio storico.  Non siamo idioti e non vogliamo essere trattati come tali».

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La stagione turistica sta virando verso la conclusione.

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«Sul fronte “interno”, parlando cioè dal punto di vista di Lacco Ameno, ci siamo fatti cogliere completamente impreparati. Non c’è stata una seria programmazione degli eventi, capace di attirare i turisti. Il paese ha sofferto e continua a soffrire. Anche se ora si allestiscono iniziative per il mese di settembre, è come  giocarsi le carte quando la partita è già finita, anzi, è già persa. Quello che voglio dire è che il bilancio non sarà granché modificato dall’ultimo scorcio di stagione: avremmo dovuto andar forte nei mesi di giugno, luglio e agosto. Adesso è tardi. Tra l’altro, come avevo ribadito già in primavera, i proventi della tassa di soggiorno avrebbero dovuto essere impiegati in una più ampia ed efficace promozione del territorio, proprio perché tutti sapevamo di dover fare i conti con l’effetto-sisma, cioè con le ricadute negative, anche d’immagine, conseguenti al terremoto di un anno fa. Invece non è  stato fatto assolutamente nulla».

Tramonta la stagione turistica, e comincia l’anno scolastico, il secondo dopo il sisma.

«Un altro sintomo dell’inadeguatezza dell’amministrazione comunale è stata la “pagliacciata” per le aule del Liceo Scientifico. Il sindaco voleva quelle aule, ma l’amministrazione ischitana di fatto bloccò l’operazione, e adesso è ancora tutto fermo..».

Ma il sindaco confida nell’ex Provincia, che ha garantito il supporto per la risoluzione della faccenda.

«Intanto il Comune sta ancora aspettando di ottenere la disponibilità di quelle aule, e a tutt’oggi non risulta che sia stato firmato alcun accordo. Tra pochi giorni iniziano le lezioni, e non sono stati compiuti i lavori necessari per rendere utilizzabili le aule in questione. Di fatto, la popolazione scolastica di Lacco Ameno inizierà l’anno coi doppi turni. La vicenda è significativa: il Comune non può fare “colpi di testa”, ma deve confrontarsi con gli altri sindaci in maniera onesta e leale, cosa che andava fatta già nello scorso consiglio comunale. Nel momento in cui veniva ricordato il sisma, si dovevano invitare tutte le amministrazioni isolane, per dare il segnale di un’azione congiunta, senza sterili e inutili divisioni. Invece così diamo l’immagine, che poi corrisponde alla situazione di fatto, di essere sempre scollegati dalla realtà,oltre che di una mancata coesione della comunità isolana nel suo insieme».

Un’altra delle critiche ricorrenti da parte dell’opposizione è quella sulla gestione dell’approdo turistico.

«Il concessionario continua a non versare all’ente le spettanze concordate, è una tendenza ormai consolidata. Persino le utenze della stagione 2017 sono rimaste ancora inevase. Parliamo di cifre rilevanti, come ad esempio 28mila euro per la corrente elettrica, pagate dal Comune ma che non sono ancora state ristorate dal gestore. L’anomalia è già alla base, perché il gestore avrebbe dovuto intestarsi un’utenza autonoma. E, ripeto, parliamo di utenze dell’anno scorso. Stesso discorso per il pagamento della gestione dei rifiuti prodotti dalla struttura.  Negli uffici del Comune si assiste allo stucchevole rimpiattino tra i funzionari, perché nessuno vuole prendere un’iniziativa risolutiva, per “non dare fastidio” al gestore del porto. Fra l’altro, il Comune chiede altri denari da impiegare per altre opere sul porto: a questo punto mi chiedo a cosa sia mai servito il project financing con il quale si è affidata la struttura per cinque anni. Un investimento che di fatto ha bloccato tale risorsa pubblica per un quinquennio, ma che poi non ha prodotto miglioramenti per l’approdo stesso. Analoga mancanza di chiarezza si riscontra nella gestione delle strutture sportive, per non parlare del servizio di nettezza urbana..».

E invece parliamone.

«Stiamo continuando ad andare avanti con l’affidamento del servizio tramite le ordinanze contingibili e urgenti, e lo facciamo da ormai tre anni, in barba alle normative e a una decisione del Tar che ha stigmatizzato le scelte del Comune. Insomma una bocciatura totale».

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