CRONACAPRIMO PIANO

Una poltrona di troppo, il futuro dell’Evi nelle mani di Irene

Ieri mattina l’assemblea del Cisi, svoltasi nella sala consiliare del Comune d’Ischia, ha visto i sindaci dover prendere atto del fatto che il consiglio di amministrazione dovrà essere composto da 5 figure e non 6: un Comune dovrà rinunciare al suo “tassello” vedendosi magari garantire come contropartita la presidenza dei revisori dei conti

Un’assemblea interlocutoria, nel corso della quale si è preso atto dell’esistenza di un problema e si sono gettate le basi per cercare di risolverlo. Tutto questo nell’attesa che magari il fine settimana porti consiglio. Si può sintetizzare in maniera davvero estrema in questo modo l’assemblea del Cisi che si è svolta ieri mattina alle 11 presso la sala consiliare del Comune d’Ischia. Un appuntamento davvero importante e a testimoniarlo anche il fatto che nessun sindaco aveva delegato consiglieri o assessori: in via Iasolino, puntuali come orologi svizzeri, si sono infatti presentati Enzo Ferrandino, Giosi Ferrandino, Giacomo Pascale, Stani Verde, Irene Iacono e Dionigi Gaudioso. Dall’assemblea è parso evidente un ostacolo, dal momento che ciascuno dei soci e dunque i primi cittadini avevano raccolto pareri e consulenze a riguardo: il consiglio d’amministrazione battezzato qualche tempo fa e composto da sei unità – per garantire rappresentanza a ciascuno dei Comuni – non può vedere la luce perché sarebbe di fatto “contra legem”. Al massimo il CdA può essere composto da cinque figure. La politica isolana, pur rammaricandosene e fino alla fine pur senza voler prendere atto dello stato dell’arte, alla fine ha dovuto rassegnarsi ed affrontare la questione.

Il sindaco di Serrara Fontana, Comune che vanta meno quote, si è detta disponibile a valutare la rinuncia dopo un incontro con la sua maggioranza. L’assemblea è stata aggiornata a lunedì, senza “fumata bianca” si fa davvero dura

Una questione, manco a dirlo, non da poco. Perché la soluzione percorribile è soltanto una, dal momento che il ritorno alla figura dell’amministratore unico non è stato nemmeno lontanamente preso in considerazione da nessuno, anche se come riportato su queste colonne qualche giorno fa magari al sindaco d’Ischia non sarebbe affatto dispiaciuto. Un Comune deve rinunciare a piazzare la sua tessera del mosaico. Già, ma quale e soprattutto perché? E soprattutto ottenendo cosa in cambio? All’ultimo quesito la risposta è stata trovata abbastanza celermente: in scadenza infatti ci sono i revisori di Cisi, Evi e Regno di Nettuno. Il sesto, l’escluso, potrebbe essere in ogni caso adeguatamente “ristorato” con la presidenza dei revisori dei conti del Cisi. Nel corso del serrato ma comunque costruttivo confronto, è emersa la volontà da parte del sindaco di Serrara Fontana Irene Iacono (giusto a titolo di cronaca ricordiamo che quello montano è il Comune con la percentuale minore di quote) di prendere in considerazione l’ipotesi di rinunciare ad esprimere un membro all’interno del consiglio d’amministrazione, ovviamente dopo essersi consultata con i rappresentanti dell’amministrazione comunale da lei guidata. Tra l’altro, rimanendo proprio all’assemblea di ieri, la stessa ha deliberato anche un importante intervento sulla condotta di Sant’Angelo che negli ultimi tempi ha causato più di qualche grattacapo. Ma aperta e chiusa questa parentesi torniamo al nodo spinoso ed alla nuova dead line: una nuova assemblea è stata convocata per lunedì prossimo, se Irene dovesse garantire la tanto agognata “fumata bianca” allora la partita si chiuderebbe in pochi minuti, viceversa si rischierebbe si entrare in un labirinto dal quale trovare l’uscita rischierebbe di diventare una missione impossibile. E questo, come potrete facilmente intuire, non se lo augura davvero nessuno.

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