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Napoli si mobilita per Mattia: «Adesso torni a casa»

Associazioni, famiglie e soprattutto mamme in piazza a manifestare per il bambino di 8 anni sottratto alla madre a Ischia e portato in casa famiglia dove si trova tuttora. Tante le persone che si sono unite alle zie materne del piccolo che hanno promosso l’iniziativa

Associazioni, famiglie, mamme soprattutto loro in piazza a manifestare, a Napoli, per il piccolo prelevato a Ischia, strappato alla mamma e portato in casa famiglia il primo dicembre scorso e ancora oggi in comunità. Terra di Lei, UDI, Salute donna, Freedomina, Arci donna, Donne incuranti, le psicologhe del Protocollo Napoli e altre associazioni si sono unite alle zie materne del piccolo che hanno promosso questa iniziativa pacifica a sostegno della mamma del piccolo e del bambino. Ancora una volta la storia giudiziaria che ha portato al prelevamento, dopo giorni di assedio, è stata segnata dall’accusa per la mamma del bambino di essere ostativa alla bigenitorialità. La madre aveva presentato denuncia per molestie sul bambino da parte del padre biologico, procedimento archiviato, ed era stata considerata dai servizi sociali “alienante” e ostativa alla bigenitorialità.

“La storia di M. è una storia vera, provate ad immaginare cosa stiano passando lui e sua mamma. E’ successo anche ad altre persone e potrebbe ripetersi ancora”, dice una zia. “Mio nipote è stato zittito e ignorato per anni, sono passati 58 giorni da quando è stato strappato. Ha lottato, si è ribellato con tutte le sue forze. Voglio urlare che M. vuole tornare a casa. Noi non ci arrenderemo mai”.Il piccolo è affetto da favismo e come segnalato dalle associazioni e dalle psicologhe del Protocollo Napoli c’è preoccupazione per le sue condizioni di salute: “Sta rischiando la vita”, grida un’altra zia, un trauma potrebbe scatenare una crisi emolitica.

La drammatica testimonianza: . “Mio nipote è stato zittito e ignorato per anni, sono passati 58 giorni da quando è stato strappato. Ha lottato, si è ribellato con tutte le sue forze. Voglio urlare che M. vuole tornare a casa. Noi non ci arrenderemo mai”

“Vogliamo essere libere di accudire e tutelare i nostri figli– dice in mezzo alla piazza attonita- se non sono al sicuro. M. ha sofferto, teme il padre e ha patito a doverlo incontrare negli incontri imposti dal Tribunale. Si è battuto per far capire che le sue paure erano reali. Nessuno lo ha mai ascoltato e le indagini non sono mai partite. Solo la madre lo ha difeso ed è diventata vittima anche lei”.
Questo distacco dalle mamme nei bambini può generare “ansia, depressione, distacco dalla realtà”, ricorda ancora la zia, mentre la piazza grida a più riprese: “M. libero, M. libero”. “Questa è una lotta sociale, non è solo la nostra storia – dice a volte alta e sofferente la zia – Questo sistema va demolito, nessun bambino e mamma possono essere violentati in questo modo dalle Istituzioni”.

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