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«L’elezione di Trump è una tragedia mondiale»

ISCHIA – L’elezione di Donald Trump è una tragedia mondiale. Almeno sul piano dei costumi civili. Più che su quello politico. Intendiamoci, non che la vittoria di Hillary Clinton avrebbe segnato un passo avanti verso le magnifiche sorti progressive dell’umanità. Erano entrambi candidati piuttosto volgari con storie personali e percorsi di vita discutibili. Alla fine gli Americani, popolo del quale ho sempre sentito una profonda alteritá, hanno scelto un loro degno rappresentante. Quello più vicino. Alla pancia del paese. Perché, è inutile negarlo, al di là del progresso economico e della volontà di imporre al mondo i loro modelli, per la maggior parte, quella dell’America profonda, gli americani sono un popolo che crede a chi incarna il mito del self made man, dei soldi e delle battute. Trump, appunto. Non credo che farà molti danni. L’establishment repubblicano lo imbriglierà. E lui, che non è stupido, si farà imbrigliare. Per il bene di tutti. Senz’altro per il suo. Alla fine sarà lui l’uomo delle élite. Almeno di quelle economiche. Perché di élite culturali, non se ne intravedono all’orizzonte nel paese dei cowboy. Ciò che più sconcerta è che in vent’anni il paese che pretende di essere la più grande democrazia del mondo abbia mandato alla Casa Bianca un padre e un figlio, i Bush, abbia candidato un’ex first lady che alla Casa Bianca c’era già stata 8 anni e alla fine abbia eletto un miliardario volgarissimo gaffeur.

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