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OGGI ZEPPOLE BENEDETTE DI SAN GIUSEPPE COL PROFUMO DELLA PRIMAVERA

Oggi, giorno di San Giuseppe, e solo a due giorni dall’ingesso della dolce primavera,  è festa per tutti i papà del mondo, e naturalmente della nostra isola, secondo il messaggio cristiano, per il semplice fatto che il Santo falegname è stato il padre putativo di Gesù e il capo, con Maria, della piccola e universale famiglia di Nazareth. In sostanza da qui parte tutto. Quindi  religiosità e senso della famiglia nella  società  sana, operosa ed industrializzata si intrecciano, e ci portano alla festa di oggi che si snoda su due direttrici: la festa religiosa e quella della famiglia con tutti i risvolti che le due ricorrenze offrono, in cui per un giorno inteso speciale,  il papà è considerato  il Re del proprio nucleo familiare. Se oggi nelle chiese dell’isola e non solo, ed in particolare nella  Chiesa inagibile per via dello scorso terremoto, sostituita con un grosso capannone di legno  nella disastrata   località Fango a Lacco ameno,  si festeggia e si prega San Giuseppe, in famiglia  si osanna e si festeggia uguale  il papà a cui vanno tutte le lodi che negli altri giorni normali dell’anno, moglie e figli non gli hanno elargito con la stessa intensità ed amore, come avrebbe forse meritato. La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma, per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo e spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. La prima volta documentata che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd  la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa, senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata per altro dal sermone ascoltato in Chiesa durante la festa della mamma del 1909. Infatti la signora, organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, nello Stato di Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno, perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. La data in generale, varia da Paese a Paese. Nei Paesi che seguono la tradizione statunitense, la festa si tiene la terza domenica di giugno. In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù, il 19 marzo. In alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria (День защитника Отечества), e in Thailandia, dove coincide con il compleanno dell’attuale sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.Fin qui il cenno storico di questa festa che  nella nostra isola ha trovato da sempre il suo spazio nella sola festa  religiosa interna nelle chiese isolane. Solo a Lacco Ameno in località Fango San Giuseppe  è celebrato anche come festa patronale di piazza con tanto di processione lungo la via Borbonica accompagnata dalla banda musicale e da un bel numero di fedeli al seguito. Questa mattina nella chiesa-capannone in legno  al Fango vi sarà il Vescovo d’Ischia Mons. Pietro Lagnese che officierà il tradizionale pontificale. Quindi, una parte dei lacchesi oggi è in festa per il suo San Giuseppe, in nome del quale gusterà, nonostante la tristezza per i danni materiali subiti dal terremoto del 21 agosto scorso,  anche la cosiddetta zeppola benedetta,  preparata in casa con amore e devozione. A proposito delle zeppole, chiamate come è da tradizione, le zeppole di San Giuseppe,  esse ormai sono molto popolari sull’isola. Vengono preparate generalmente  la mattina presto del 19, ossia questa mattina, tanto da essere un dolce tipico e adatto per la colazione, pensando al papà di casa. Gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l’olio d’oliva, la crema pasticcera, una spolverata di zucchero a velo e le amarene sciroppate per la decorazione. Nella tradizione ischitana esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte, zuccherate e con le cornicelle e al forno con la crema messa dopo averle tirste fuori dal forno. La loro forma  delle prime è diversa dalle seconde, nel senso che le prime sono a forma romboidale imprecise con le cornicelle, mentre le seconde somigliano ai bignè, tonde alzate e paffute. Il giorno di San Giuseppe, considerato in passato  dalla Chiesa e dallo Stato festa liturgica di precetto, ci riporta con i ricordi all’infanzia, quando, dopo la massa mattutina delle 9 in Cattedrale, dedicata ai bambini, ci si affrettava a recarci dalle suore dell’asilo dove una materna Suor Caterina ci aspettava per distribuire a noi bambini giunti di corsa, le tradizionali “zeppole di San Giuseppe” che mangiavamo in allegria e con particolare gusto. Il giorno festivo di San Giuseppe era atteso anche per questo, e sopratutto perché  si faceva vacanza a scuola.

Antonio Lurano

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