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Catasto dei sentieri, anche Ischia diventa più green

Gianluca CastagnaIschia – Un’ottima notizia per gli amanti del trekking e del turismo responsabile, sostenibile, attento al patrimonio naturalistico italiano, fatto di sentieri e percorsi nel verde. E’ nato infatti il primo Catasto nazionale dei sentieri d’Italia. Il MIBACT- Ministero dei Beni culturali e del Turismo e il CAI- Club Alpino Italiano hanno firmato un Protocollo di intesa, di validità triennale, per la valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi montani. L’accordo formalizza e rafforza una collaborazione esistente da tempo fra il Cai e il Ministero in un’ottica strategica per cui i sentieri non sono solo strade che mettono in comunicazione luoghi difficilmente accessibili, ma percorsi che raccontano la storia, le tradizioni e la cultura di un luogo. Il percorso naturalistico come strumento per stimolare un’economia sana che i nostri territori sono potenzialmente in grado di esprimere e supportare.
Foto 2-2Il turismo lento si sta affermando anche sull’isola d’Ischia. L’interesse per le escursioni, la crescente partecipazione a iniziative locali come “Andar per sentieri”, la pratica sempre più diffusa di esplorare il territorio in bici (che non inquina) sono segnali di un fenomeno in costante espansione. Una riscoperta di aree spesso dimenticate, o abbandonate, attraverso cui promuovere anche le formidabili tradizioni della nostra terra, compresa la gastronomia e tutta la filiera delle attività.
Oltre alla istituzione del Catasto dei sentieri, il protocollo d’intesa prevede la promozione “in ambito nazionale e internazionale dell’offerta di turismo sostenibile”, una collaborazione “con le Regioni per una uniformità della segnaletica sentieristica a livello nazionale” e infine un accordo con l’Anci, l’Associazione nazionale sulla manutenzione di sentieri e rifugi. Di questo accordo, e degli effetti che produrrà, ne abbiamo parlato con Francesco Mattera, guida ambientale escursionistica e reggente della sotto sezione Cai di Ischia.
«L’importanza di questo protocollo – spiega Mattera – è altissima. Il Cai è già deputato alla manutenzione e all’accatastamento della rete sentieristica; aver firmato un protocollo d’intesa va a rafforzare il nostro lavoro in direzione dell’ecologia, puntando su ambiente, trekking e fruizione dei sentieri».

Cosa significa invece la nascita di un Catasto?
«L’esistenza di un catasto ti permette una maggiore organizzazione all’interno della sentieristica. Ad esempio, fornisce una lettura più semplice e chiara del territorio rispetto alla cartografia. Un escursionista autonomo che si muove da una regione all’altra può imbattersi in una certa confusione nella numerazione dei sentieri. Con l’accatastamento e i relativi codici, è tutto più ordinato».

Quanti sentieri ci sono a Ischia, che requisiti sono necessari per entrare nel registro?
«Il sentiero ha senso se racconta qualcosa. Ischia è ricca di sentieri perché una volta rappresentavano le vie di collegamento tra una zona e l’altra. Questo non vuol dire che siano tutti idonei a entrare nel registro, altrimenti ogni stradina di campagna potrebbe essere un sentiero naturalistico. Attualmente sono cinque i sentieri dell’isola d’Ischia già inseriti in un catasto Cai, stiamo lavorando per chiudere il circuito escursionistico dell’isola e per inserirne altri. Una cernita è inevitabile, perché mettere un sentiero su cartografia o registrarlo in un registro non è solo un atto formale. E’ necessaria la manutenzione, ad esempio, un impegno continuo nel tempo. Il lavoro di rilievo è stato fatto, una trentina sono stati cartografati, ma – ripeto – per essere inseriti in catasto devono avere un senso e raccontare qualcosa»

Foto 1-2Quali sono i sentieri isolani già registrati?
«Il primo è il 501, il Sentiero del Tufo Verde, che parte da Fontana e arriva a Forio. E’ quello più completo, anche grazie al finanziamento del Rotary, con segnaletica e cartellonistica, indicazioni sui tempi di percorrenza, il kilometraggio etc. Poi c’è il Sentiero dell’Allume 502, che parte dal Fango, arriva a piazza Maio a Casamicciola e testimonia l’antica e fiorente attività di estrazione di alunite. Ci sono poi i sentieri di Piano Liguori e della Sgarrupata, entrambi assai panoramici, e quello dei Pizzi Bianchi, il 505, senza dubbio l’escursione più difficile dell’isola d’Ischia. Quando organizziamo un’escursione ufficiale col Cai preferiamo non affrontarlo perché necessita ancora di importanti interventi strutturali. E’ praticabile, intendiamoci, ma la messa in sicurezza non è perfetta. Ci sono miglioramenti da apportare, da corde più resistenti alla creazione di gradini».

Quale altro sentiero ischitano potrebbe rientrare nel Catasto nazionale di prossima istituzione?
«Sicuramente quello che da Fiaiano porta al Piano San Paolo, Costa Sparaina e Candiano. Un sentiero di grande varietà e ricchezza».

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Il protocollo intende coinvolgere i Comuni nella manutenzione della sentieristica
«A volte i Comuni intervengono in maniera autonoma, però sicuramente non è sufficiente. L’anno scorso, insieme agli organizzatori dell’iniziativa “Andar per sentieri”, abbiamo cominciato a prenderci più cura della sentieristica con tanta attività di volontariato. Se riusciamo a fare squadra, con le amministrazioni comunali, i risultati saranno migliori e più vicina la soluzione alle annose questioni che riguardano la cura e manutenzione dei sentieri. Se Ischia punta sul turismo green ed ecosostenibile, una forte sinergia tra le realtà dell’isola può certo assicurare un contributo continuo nel tempo»

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Qual è il sentiero meno conosciuto dell’isola e con più potenzialità inespresse?
«Proprio quello dei Pizzi Bianchi, dove in pochi sono stati, a dispetto della fama. Anche il Sentiero dell’Allume non è molto conosciuto, magari è frequentato, qualche isolano ci va a passeggiare ma non ne conosce la storia né ciò che rappresenta».
(photo: Giuseppe Mattera)

 

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