CRONACA

Omofobia, disagio e discriminazione nelle scuole

L’omofobia è la paura di essere in stretto contatto con omosessuali uomini e donne così come la paura irrazionale, l’odio e l’intolleranza da parte di individui eterosessuali nei confronti di uomini e donne omosessuali.

Il significato del termine omofobia è stato generalizzato a causa della sua espansione in letteratura, per includere ogni atteggiamento negativo, credo, o azione negativa nei confronti dell’omosessualità.

L’ omofobia, d’altra parte, è stata anche definita come una risposta affettiva che comprende emozioni di paura, ansia, rabbia, disagio e avversione suscitate dall’interazione con persone omosessuali, senza che vi sia necessariamente una componente cognitiva consapevole di questa discriminazione.

La scuola oggi è il luogo dove dovrebbe continuamente essere discusso il fenomeno. Infatti è uno dei posti in cui l’espressione della propria personalità si confronta con i modelli prevalenti nella società. Un confronto spesso conflittuale e doloroso in quanto la pressione dei compagni, assume a volte le forme della diffidenza, dell’incomprensione fino all’emarginazione e la violenza. La scuola è il filtro in cui studenti e professori di istituti diversi si dovrebbero incontrare per scambiarsi idee, proposte e azioni per migliorare il proprio ambiente scolastico e renderlo rispettoso dei diritti umani e libero da ogni forma di discriminazione e violenza.

Si può fare tanto in questo luogo, deputato alla prevenzione del disagio e alla valorizzazione della dimensione relazionale; è il luogo al cui interno vanno promossi gli interventi educativi che sono volti all’integrazione e alla valorizzazione delle differenze, viste come potenzialità e risorse vitali.

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Sul bullismo omofobico la situazione emerge chiara: circa 2 studenti su 10 vengono offesi, presi in giro per il loro orientamento sessuale (reale o presunto) o per come esprimono la propria femminilità o mascolinità. Il problema tocca più i ragazzi, per cui 1 ragazzo su 10 non solo viene offeso ma anche molestato fisicamente o addirittura aggredito. Un ragazzo su 15 viene insultato/preso in giro assiduamente, 1 su 20 circa viene aggredito di frequente.

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La scuola e il gruppo dei pari rivestono un’influenza notevole sulla formazione dell’identità sessuale e dell’autostima di gay e lesbiche: essi costituiscono il luogo privilegiato per sviluppare una positiva immagine di sé, particolarmente instabile nell’età adolescenziale, contrastando eventuali dinamiche rifiutanti presenti nelle famiglie di origine. Come in ogni percorso educativo riuscito, è necessario incoraggiare il bambino o ragazzo a sentirsi bene con se stesso, resistendo alla tentazione di denigrarsi a sua volta (omofobia interiorizzata), valutando negativamente i propri pensieri e sentimenti, solo perché diversi da quelli della maggioranza. In questo senso la scuola dovrebbe essere un luogo privilegiato nel percorso di accettazione della propria sessualità e di socializzazione dei propri vissuti, visto che l’esposizione a omosessuali dichiarati può aiutare gli altri studenti a comprendere la realtà di gay e lesbiche.

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