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Assoforense, l’obiettivo di Morelli: «Adesso completare l’opera»

Il presidente degli avvocati isolani si dice ottimista dopo la proroga di un altro anno della sezione distaccata di Tribunale di Napoli spiegando che «il bicchiere è mezzo pieno» ma spiega come presto si tornerà alla carica per raggiungere il vero obiettivo (peraltro già promesso dal Governo) ossia quello della stabilizzazione del presidio giudiziario

Era già tutto previsto, verrebbe voglia di dire, anche se finché l’obiettivo non è certificato meglio evitare facili entusiasmi. In ogni caso la proroga per il tribunale è finalmente arrivata. Quanta è la soddisfazione per aver raggiunto questo risultato e quanto pesa ancora il senso di precarietà per una stabilizzazione che tarda ad arrivare?

«Partiamo dal presupposto che bisogna sempre pensare positivo, e allora parlo di bicchiere mezzo pieno. E’ chiaro che il nostro era un percorso già iniziato con la precedente presidenza di Gianpaolo Buono e quindi ci aspettavamo ovviamente la proroga del tribunale almeno per un altro anno. Questo ci era stato garantito anche dall’onorevole Michele Schiano al termine di un incontro avuto nel corso dell’estate, quindi dubbi a riguardo ne avevamo ben pochi».

Cosa successe in quella occasione?

«Le parole testuali furono che la proroga sarebbe stata una certezza, non una speranza. Però come puoi capire quando ci si avvicina alla scadenza naturale del 31 dicembre e non arrivano novità confortanti, beh io da sportivo quale sono finché non porto il risultato a casa non riesco a stare tranquillo. Allora abbiamo alzato il livello della pressione intensificando gli incontri grazie anche al supporto dell’ex presidente Francesco Caia, all’onorevole Schiano, a Maria Grazia Di Scala ed al precedente direttivo che aveva comunque lavorato in questa direzione. E quindi abbiamo dapprima incontrato il sottosegretario Del Mastro qui a Forio e poi ci siamo recati a Roma proprio il giorno in cui passava l’emendamento in Parlamento, che poi ha percorso lo stesso iter al Senato, per essere infine approvato. Ma questa è storia recentissima».

E adesso? Quanto c’è da sperare che l’iter della stabilizzazione giunga finalmente a compimento?

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«Questo ovviamente è soltanto il primo passo. Ma devo dire che sono state fatte un paio di fughe in avanti, in particolare quella del sottosegretario Del Mastro, che francamente lascerebbero basiti se non si arrivasse al risultato».

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Ma quali potranno essere i tempi?

«Allora, ovviamente come ti dicevo quel bicchiere che è mezzo pieno va riempito del tutto e noi già prima della prossima Pasqua cercheremo di fissare un nuovo incontro a Roma con il sottosegretario. Con l’obiettivo, è evidente, di non arrivare un’altra volta a novembre e rimanere dunque col fiato sospeso. Comunque la volontà del Governo è chiara e precisa, ce lo ha ribadito Andrea Del Mastro lo scorso 8 novembre quando siamo andati al Ministero nella Capitale. Non solo, si intende anche riaprire quattro tribunali abruzzesi e stabilizzare oltre a Ischia anche l’isola d’Elba e Lipari. E non è tutto, ci è stato comunicato che saranno riaperti anche tre tribunali precedentemente chiusi con la riforma della geografia giudiziaria: uno al nord,  uno al centro e un altro al sud anche se non ci hanno fornito le località interessate, cosa che comunque ci interessa relativamente. Però il segnale è chiaro, sotto questo punto di vista il Governo vuole che la giustizia sia vicina ai cittadini e si è impegnato con fermezza. Ovviamente bisogna fare i conti con una situazione finanziaria che non è il massimo, tutt’altro e riaprire i tribunali ha indubbiamente un costo non irrilevante. Non tanto quello di Ischia, che comunque è operativo e funzionante ed ha costi limitati. Tra l’altro sappiamo che la struttura non è nemmeno di proprietà del Ministero ma se guardiamo a Lipari, ad esempio, beh il presidio è totalmente fermo. Una serie di fattori andrebbero di fatto a determinare un flusso economico difficile da sostenere per il governo. Anche se…».

«Ma la vera sfida inizia adesso e proseguirà in futuro, quella di ottenere personale adeguato anche dal punto di vista numerico: l’organico è carente, non è pensabile poter andare avanti in questo modo»

Anche se…?

«Anche se al netto di queste considerazioni è stato assunto l’impegno che entro la legislatura si potrà arrivare alla tanto agognata stabilizzazione. E questo comporterà comunque una serie di problemi che a breve ti espongo. Per quanto riguarda la questione dell’organizzazione della sezione distaccata una tematica da affrontare con la dovuta attenzione è quella del personale, problema che tra l’altro sull’isola vivono anche altri settori su tutti la Sanità e la Scuola e che purtroppo fanno da cornice costante quando si vive in una realtà insulare. Questo, stabilizzazione o meno, resterà comunque un tema caldo ed una nota dolente. Ma non potevamo affrontarlo certo prima».

Perché?

«Andare a parlare con il Governo centrale delle questioni legate al Tribunale e al suo organico sarebbe stato opportuno, perché ovviamente ci avrebbero risposto che non era il caso di adoperarsi per reperire unità professionali per un presidio che a fine anno avrebbe chiuso i battenti. Insomma, ci avrebbero detto di risparmiarci il viaggio a Roma, ma è chiaro che adesso gli scenari sono mutati. Certe risposte non potranno più esserci date perché se il messaggio che è arrivato a noi è arrivato anche presso la presidenza del Tribunale, ovviamente bisognerà mettersi in moto per adottare i provvedimenti del caso, sia per quanto riguarda l’integrazione dei magistrati (voglio ricordare che il giudice Pastore Alinante a fine dicembre termina la sua applicazione e dunque andrà sostituito) che per quanto attiene il personale di cancelleria. Oggi abbiamo un’emergenza rappresentata dall’UNEP perché Antimo Puca, che per anni ha ricoperto il ruolo di ufficiale giudiziario, non è stato sostituito in pianta organica e l’unico aiutante di Dario Rizzotto sarà trasferito a Grosseto dopo aver presentato domanda. Insomma, che la pianta organica vada rimpinguata mi sembra un dato oggettivo.»

E intanto magari ci sono ischitani che lavorano – nella giustizia così come in altri settori – al di là del mare, questo pure è un paradosso perché sull’isola farebbero davvero comodo.

«E’ vero, pensa che abbiamo persone di Ischia che lavorano in questo momento dislocati presso il ministero o in altri tribunali. Noi, naturalmente, andremo a sollecitare alla presidente Garzo proprio l’applicazione di nuovo personale in primis in virtù della ulteriore proroga ottenuta per un anno e soprattutto per cominciare a gettare le basi di quella che siamo certi sarà la stabilizzazione futura del Tribunale di Ischia»

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