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Il centrodestra alla carica: «Il ddl Falanga diventi legge»

Giovani da tutto il sud Italia, ma non solo dal sud e non solo giovani. La mattinata finale della convention di Forza Italia ha infatti visto anche la presenza di numerosi big del partito, da Renato Brunetta a Maurizio Gasparri e Mara Carfagna, passando per Simone Baldelli e Francesco Paolo Sisto. Tutti concordi nel pronosticare Forza Italia come il movimento politico favorito alle prossime elezioni nazionali della primavera 2018, nonostante una legge elettorale “non perfetta” ma che secondo i forzisti andava votata turandosi il naso, per dirla alla Indro Montanelli. Nell’ampia sala Congressi  attigua al parco dell’hotel Reginella, la convention  è ricominciata con un certo ritardo: i giovani del partito avranno fatto le ore piccole nel sabato sera ischitano, come sussurravano bonariamente i componenti dell’organizzazione. Nell’attesa, il cortile del “Pignatiello” era allietato da un buffet rapidamente preso d’assalto, mentre giornalisti e tv locali cercavano di strappare qualche parola ai pezzi grossi del partito, accolti dal “padrone di casa”, il senatore Domenico De Siano. Accenti di varie parti del meridione si accavallavano in mezzo alle richieste di “selfie” con gli ex ministri (che alcuni sperano di rivedere presto in tale carica), mentre il buffet che doveva servire come pausa tra le due sessioni mattutine era ormai divenuto una colazione-bis.

Finalmente, verso le 11:00, con circa un’ora di ritardo sul programma, è iniziata la prima sessione con gli esponenti del movimento giovanile di Forza Italia che hanno illustrato, più che programmi concreti, la propria passione per il progetto politico di Silvio Berlusconi. In effetti, gran parte degli interventi dei giovani esponenti azzurri si sono basati sull’entusiasmo dell’apparizione del leader avvenuta il giorno prima. Il resto si vedrà. Sono intervenuti giovani arrivati anche dal Veneto, dove una quattordicenne si è iscritta al partito affermando che “Berlusconi è il futuro”, oltre che da varie parti della Campania. Quelli con le idee più chiare sono stati i coordinatori regionali della Calabria e della Sicilia, quest’ultimo alle prese con le imminenti elezioni regionali dove Forza Italia punta a scalzare la Giunta Pd di Crocetta. Ecco, il Pd insieme al Movimento 5 Stelle è stato ovviamente il “bersaglio” preferito della mattinata. Un giovane forzista ha spiegato che nelle zone terremotate dell’Italia Centrale nulla è cambiato da un anno, e che dunque per analogia anche Ischia rischierebbe di rimanere al palo se continuasse a governare una compagine a guida democratica. A tirare le fila degli interventi dei giovani è stato l’onorevole Armando Cesaro, consigliere regionale figlio di “Gigino” (presente anch’egli alla kermesse), che si è scagliato contro il presidente Vincenzo De Luca: «La Campania non era mai caduta così in basso – ha dichiarato Cesaro – e ciò lo dobbiamo a un presidente che punta a ottenere consenso promettendo fritturine di pesce». Applausi a scena aperta dal pubblico, tra cui oltre al sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale c’era anche Renata Polverini, intervenuta sabato nel giorno di Silvio.

I BIG. Nessuna pausa per la successiva sessione (il buffet era stato già saccheggiato e il programma imponeva la conclusione per le ore 13), che ha visto sul palco un giro di interventi moderato dal direttore de “Il Giornale”, Alessandro Sallusti. Il giornalista ha posto sul tavolo il tema dei referendum per la maggiore autonomia delle regioni del nord, aggiungendo una battuta per accattivarsi la parte isolana dell’uditorio: «Quando vedi bellezze come Ischia, non puoi concepire che qualcuno voglia secessioni allo scopo di “separarsi” da questi tesori». Il primo a rispondere è stato Renato Brunetta, capogruppo del partito alla Camera, il quale ha spiegato che non si tratta di separatismo, ma soltanto di un regionalismo a geometria variabile che accresce il merito, l’efficienza e la sussidiarietà. «Il meridione d’Italia  – ha commentato Brunetta – non è tagliato fuori. Col capitale umano che si ritrova e che abbiamo visto essere presente tra i giovani di Forza Italia, basteranno alcune infrastrutture affinché il sud possa competere validamente».

Mara Carfagna, portavoce del partito alla Camera, si è mostrata battagliera: «In questi anni noi di Forza Italia abbiamo resistito, anche quando ci venivano addebitate le cause del declino vissuto dal Paese in quest’ultimo quinquennio, e ora è venuto il momento di tornare a vincere. Non sono contraria alle autonomie regionali, ma sono convinta che ci debba essere una adeguata perequazione tra le risorse spettanti alle varie regioni. E smentisco ogni voce su una presunta divisione all’interno di Forza Italia tra Nord e Sud».

ROSATELLUM. Sallusti ha poi introdotto un tema di stringente attualità, la legge elettorale che sta per essere approvata dal Parlamento dopo essere passata indenne (ma con la discutibile fiducia posta dal Governo) alla Camera. «Scalfari su Repubblica oggi parla di “legge perfetta”, dov’è l’inghippo?», ha scherzato Sallusti prima di lasciale la parola a Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera: «È una legge imperfetta – ha detto Sisto – ma almeno è una legge scritta dal Parlamento sovrano». È intervenuto anche Gasparri, secondo cui l’obiettivo di Forza Italia è quello di allargare la coalizione in vista delle elezioni: «Dobbiamo garantire affidabilità ai nostri elettori, e il meridione d’Italia sarà decisivo: non c’è alcuna tensione tra nord e sud. Costruiremo la nostra proposta politica che risulterà vincente senza “governissimi”». Simone Baldelli, vicepresidente della Camera, ha elogiato ancora Berlusconi: «Silvio ha meritoriamente scelto di far crescere una nuova classe dirigente. Il vento è cambiato, gli italiani sono stanchi di parlamentari incompetenti figli dell’antipolitica». Il problema, ha detto Sallusti, è quello di un esito incerto dalle urne, senza una chiara maggioranza. Ha risposto Brunetta senza incertezze: «I sondaggi di coalizione ci danno al 35%. Se vinciamo in Sicilia, la spinta propulsiva porterà Forza Italia a oltre il 20% e la coalizione salirà tranquillamente al 40%. La legge elettorale può favorire quindi il nostro partito, mentre il Pd è fermo tra le sue contraddizioni interne ed esterne al 25%, e l’M5S si crogiola nella sua “singletudine”. Forza Italia sarà quindi la componente decisiva della vittoria del Centrodestra».

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Anche Mara Carfagna ha pochi dubbi: «Il tempo è galantuomo, e ha messo a nudo le responsabilità del Pd. Non basta ciò che sta facendo Minniti per coprire il fallimento della loro ipocrita politica di accoglienza, perché l’immigrazione andava governata e non subìta. Allo stesso modo avevamo ragione noi sull’Europa, che non deve più essere una figura che affama i popoli e li soffoca con la burocrazia. Gli italiani lo hanno capito e ci faranno tornare al governo dopo sei anni di continui passi indietro seguiti alla congiura di palazzo del 2011».

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IUS SOLI. Forza Italia è ovviamente compatta anche sulla questione della cittadinanza a chi nasce in Italia. Sisto: «Lo ius soli è da respingere, creerebbe un assurdo concorso a premi per “vincere” la cittadinanza: uno scempio  come lo sono tutte le leggi recenti ispirate dall’attuale maggioranza. Il Pd ha fallito, con la sua arroganza e i suoi blitz antidemocratici». Gasparri è andato sul concreto: «Lo ius soli non passerà, le leggi vigenti sono già ampiamente sufficienti a tutelare gli stranieri. Se dovesse diventare legge, indiremo un referendum per abrogarla. Il problema della leadership nel partito non si pone: Berlusconi è il nostro leader, e in Forza Italia abbiamo centinaia di personalità migliori dell’attuale premier».

DDL FALANGA. Verso la conclusione della sessione, Sallusti ha chiesto a Brunetta previsioni sulla legge di bilancio. L’ex ministro è stato tranchant: «Sarà fatta in deficit. Gli aumenti si riverberanno sull’anno successivo, aumentando il debito. Gli italiani lo hanno capito. Fra l’altro, a noi avevano imposto il pareggio di bilancio, che predisponemmo prima che il “colpo di stato” del 2011 fece cadere il nostro governo. E ora, dov’è finito questo pareggio?». Ma l’uditorio, a maggioranza campana, ha drizzato le orecchie quando Brunetta ha parlato del disegno di legge Falanga, martedì all’esame del Parlamento, che introduce criteri di gradualità per le demolizioni degli abusi edilizi: «La legge Falanga, è una legge seria, che colpisce prima gli edifici nati con la speculazione e quelli che mettono in pericolo la sicurezza, e solo in ultima istanza  gli abusi di necessità, cioè quelli delle famiglie che non hanno altra soluzione abitativa. Vedremo come si comporterà il Partito Democratico, e la gente potrà giudicare».

Brunetta è stato ancor più esplicito: «La Falanga  una legge che restituisce un po’ di giustizia alla Campania, a cui fu negata l’applicazione della legge sul condono del 2003, a differenza del resto d’Italia». Le parole finali di Brunetta si sono confuse nel grande applauso col quale è terminata la due giorni ischitana del partito azzurro, che da Ischia prova nuovamente la scalata al governo del Paese. A margine della kermesse, Stefano Caldoro, ex presidente della regione Campania, ha incontrato Raffaele Cardamuro, attivista impegnato da sempre sul problema dell’abusivismo, e insieme allo stesso Armando Cesaro hanno rilasciato una dichiarazione significativa: «Il centrodestra campano continuerà a mettere in campo ogni utile iniziativa affinché il ddl Falanga diventi legge. Chiediamo a tutti di farlo. Siamo pronti ad accompagnare a Roma il Presidente De Luca ed il vice Bonavitacola. Va incoraggiato il Governo ed incalzato il Pd». Insomma, almeno per la legge Falanga, le “larghe intese” saranno ammesse.

Francesco Ferrandino

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