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Forio, i condoni e il consiglio “bollente”

Di Francesco Ferrandino

FORIO. Com’era nelle previsioni, il civico consesso foriano ha regalato punte di grande intensità. L’aspro scambio di battute tra il sindaco Del Deo e il consigliere Domenico Savio rimarrà probabilmente tra gli scontri più veementi nella storia dei consigli comunali all’ombra del Torrione, non certo povera di simili episodi. Il tema, peraltro, era di quelli caldi, caldissimi. All’ordine del giorno c’era infatti la proposta  di  delibera  avente a oggetto i cosiddetti “indirizzi in ordine alla definizione delle domande di condono edilizio”, il tentativo dell’amministrazione di cominciare a districare l’enorme matassa delle istanze di concessione in sanatoria. Un tema talmente sensibile che a vari livelli tocca ogni settore della vita sociale, amministrativa ed economica dell’intera isola. La proposta, e anche questo era prevedibile, è stata approvata, anche se nella stessa maggioranza si sono evidenziate alcune smagliature, come ha indubbiamente dimostrato la consigliera Chiara Conti, più volte critica verso certi atteggiamenti  e modi d’agire della sua stessa compagine amministrativa, e che alla fine ha votato contro la delibera stessa.

LA CRONACA.  Il consiglio comincia alle 9:35, con la canonica mezz’ora di ritardo. Alcuni consiglieri arrivano alla spicciolata nel quarto d’ora successivo. Assente la consigliera Parpinel. Il presidente del consiglio Michele Regine sottolinea l’importanza e soprattutto l’urgenza dell’argomento all’ordine del giorno, e annuncia che non saranno consentiti gli interventi preliminari. Il consigliere Vito Iacono, dopo aver chiesto che a margine della seduta si possa discutere della delicata situazione della Ego Eco, prende la parola delineando una rapida cronologia delle sollecitazioni da lui proposte all’amministrazione comunale sulla materia urbanistica nel corso degli ultimi anni, soprattutto in ordine  all’opportunità di stabilire alcune linee guida per l’esame delle domande di condono. Nonostante questi frequenti ma vani tentativi, si è arrivati  alla convocazione d’urgenza con soli 4 giorni di preavviso. «Mi sarei aspettato – afferma Iacono –  un momento  di concertazione  e di condivisione, visto l’argomento, oltre che un maggior rispetto del Consiglio Comunale. Temo invece che questa diventi  l’ennesima occasione in cui alimentare favori e clientela nei confronti di chi si trova nella necessità di capire cosa ne sarà della  propria abitazione, anche considerando che tuttora non è certa l’applicabilità del condono della legge 326/2003 alla nostra isola». L’esponente de “Il Volo” pone interrogativi anche sull’effettiva possibilità degli uffici comunali, dove i funzionari vengono spesso spostati da un incarico  all’altro, nell’affrontare le problematiche richieste dalle migliaia di domande di condono. «Chiedo quindi – continua Iacono – un tavolo tecnico di lavoro a cui  tutte le parti sociali e politiche possano partecipare nella massima trasparenza, rinviando la discussione  di oggi di alcune  settimane. Occorre dare risposte chiare ai cittadini». L’avv. Nicolella prende la parola, anch’egli contestando i tempi ristretti della convocazione straordinaria, e ricordando che il rilascio di concessioni in sanatoria ex art. 9 legge reg. 10/2004, fu foriero di guai dal momento che la procedura era illegittima, e i cittadini si videro addirittura inficiata  la loro richiesta di concessione, perché credevano che con una SCIA avrebbero potuto ultimare la costruzione, un’errata interpretazione  che  diede la stura a una  lunga  teoria di sequestri. «Il consiglio comunale – continua Nicolella – sta ora compiendo l’ennesimo errore. Pensavo che l’interlocuzione con la Soprintendenza, iniziata cinque anni fa, riguardante  i piani urbanistici di dettaglio, avrebbe avuto esiti proficui, ma vedo che non è cambiato nulla. Anche questa proposta di delibera potrebbe essere portatrice di guai per i cittadini, nonostante l’astratto intento positivo che si propone. La delibera trae  spunto dalla legge regionale che  proroga al 31 dicembre prossimo la proposizione delle domande di condono. Ma i piani di dettaglio sono necessari e propedeutici al nullaosta della Soprintendenza. Invece il  comune se ne frega dei piani di dettaglio e crede  di poter procedere  senza di esso. Il piano territoriale paesaggistico (Ptp), paradossalmente, concede ancora meno chances  al cittadino di veder approvata la concessione. Ecco perché resta intatta la necessità  di predisporre i piani  di dettaglio. Io ho avuto il coraggio di dire a De Chiara che non poteva continuare col suo piano  di demolizioni, e che avrebbe commesso una serie di reati nell’insistere per ottenere i fondi diretti alle demolizioni. L’amministrazione dovrebbe  avere  lo stesso coraggio e affrontare  la Procura. Con questa proposta – sostiene Nicolella – i cittadini avranno un condono “pezzotto”, e sui cittadini stessi  si abbatteranno gravi  conseguenze giudiziarie. La maggioranza non deve  strumentalizzare le dichiarazioni dell’opposizione: noi siamo a favore  dell’esame delle pratiche, ma senza illudere i cittadini, che in breve tempo potrebbero subire effetti disastrosi. Non è possibile dare false  illusioni in ordine a quelle opere che non potranno mai ottenere il condono. Nel comune di Forio sono state rilasciate  200 pratiche  di condono, ma poi la Soprintendenza  ha  stoppato  tutto, ribadendo la necessità dell’adozione dei piani di dettaglio».  È poi intervenuto l’Assessore all’edilizia Giuseppe Di Maio, contestato dalla consigliera Chiara Conti che gli rimprovera di non aver cercato l’apporto di altri esponenti di maggioranza. L’imbarazzante battibecco interno alla maggioranza prelude alla risposta dell’assessore:  «La proposta di delibera rappresenta comunque un punto di svolta. Sin dalla campagna elettorale avevamo promesso di cercare un modo di affrontare il problema dei condoni. Stiamo cercando di uscire da questa situazione di terzo mondo, molti comuni della provincia hanno piani regolatori molto più avanzati. Il vincolo assoluto sulla nostra isola ha messo il cittadino nella condizione di operare solo nella completa illegalità, che  ha provocato uno sviluppo urbanistico disordinato. L’inerzia amministrativa, sin dal 1985, ha reso oggi tutto molto più complicato. Stiamo cercando di far partire l’iter a favore di quei cittadini  che in astratto  possono migliorare  la propria  situazione abitativa  tornando nell’alveo  della legalità», afferma Di Maio, che cita poi la recente giurisprudenza e gli incontri con  la  Soprintendenza, che hanno creato un clima propositivo nell’ottica di cercare di dotare i cittadini  di un titolo concessorio che sia valido anche in futuro. Secondo Di Maio, a differenza di quanto sostenuto da Nicolella, il Comune fa bene a occuparsi prima del piano regolatore, come sta facendo: «Pensare prima al  piano  di  dettaglio sarebbe inopportuno», dice l’assessore all’edilizia. Stani Verde ribatte prontamente: «Quindi, senza la proroga al 31 dicembre 2016, l’amministrazione avrebbe ignorato completamente la sorte dei nostri concittadini». Torna alla carica la consigliera Conti, che domanda se ci sono rischi per i cittadini con questa procedura. Risponde Di Maio: «Non esistono certezze assolute. Ogni pratica deve essere esaminata, ma non è detto che tutte  le pratiche verranno esitate positivamente. Non possiamo rinunciare all’esame di tutte  le pratiche solo perché alcune di esse non otterranno la  sanatoria». Prende la parola Domenico Savio, che ha presentato un emendamento a nome del suo Partito:«Presento un emendamento da parte del PciML sforzandoci di interpretare i bisogni  del popolo foriano, cosa che invece non fa il documento presentato dalla maggioranza». Savio propone in via prioritaria di trasmettere l’ordine del giorno  in discussione alla seconda commissione consiliare permanente per l’Urbanistica, affinché lo esamini, apportandovi eventuali modifiche e integrazioni, e lo restituisca al Consiglio comunale nel minor tempo possibile, mentre in subordine chiede di emendare il testo dell’ordine del giorno in discussione secondo alcune proposte di modifica e di integrazione articolate in cinque punti. Secondo Savio, «E’ ancora possibile una modifica legislativa per il terzo condono. Inoltre la giurisprudenza e le recenti normative prevedono che l’esame delle domande di condono sia da espletare secondo il criterio dell’ordine cronologico di presentazione delle domande. Procedere in altro modo significherebbe calpestare i diritti dei cittadini, favorendone la discriminazione». La doppia proposta di Savio viene messa ai voti. Iacono annuncia voto favorevole, mentre Verde si astiene. La prima proposta viene respinta con undici voti contrari, due favorevoli e due astenuti. Il secondo emendamento subisce sorte quasi identica, con la differenza che gli astenuti sono tre. Stani Verde riprende la parola attaccando duramente la maggioranza: «L’amministrazione oggi ha perso l’ennesima occasione per dialogare costruttivamente con l’opposizione. L’argomento è stato  posto sul  tavolo  senza il necessario tempo per esaminare adeguatamente il documento. La proposta di delibera è mera propaganda, pura demagogia della maggioranza tesa a illudere i cittadini, a cui non viene detto che sono ben poche  le possibilità di vedersi concesso il tanto sospirato condono». Il sindaco sembra disapprovare, e Verde tuona: «Il sindaco, invece di criticare, dovrebbe denunciare la ditta per i lavori al Cuotto: per poco due ragazzi non ci  rimettevano la pelle», dice, riferendosi all’incidente in cui uno scooter è finito in un tombino danneggiato. Il consigliere di minoranza continua: «Ci state prendendo in giro con i soliti vecchi metodi democristiani. Il piano di dettaglio a Forio è secretato, è un fantasma, appare e scompare. Sembra che  anch’esso sia affare  di pochi, come denunciava il consigliere  Conti. I vostri stessi consiglieri di maggioranza denunciano di non poter aver adeguatamente visionato e discusso la proposta. Ecco perché le deleghe vengono date  di mese  in mese, vista anche  la grave responsabilità che questi atti demagogici comportano. L’amministrazione  deve essere  chiara: dovete  dire ai cittadini che  questa proposta di delibera è solo un tentativo, e che il cittadino probabilmente vedrà respinta la sua istanza». Il sindaco Francesco Del Deo risponde: «Credevo che su un argomento serio come questo  il consiglio avrebbe espresso intenti unanimi. Io penso che la mia amministrazione ha dimostrato serietà dal primo momento, con una  maggioranza granitica, onesta e pronta a prendersi le sue responsabilità. L’opposizione invece continua a dire “no” senza proposte costruttive. Questo è un atto di indirizzo per gli uffici. Vorrei dire  ai giovani consiglieri che,  se vedranno alcuni abbandonare l’aula al momento della votazione, significherà che essi non vogliono prendersi le proprie responsabilità». Le parole del primo cittadino provocano la veemente risposta di Domenico Savio, alla quale il sindaco ribatte duramente: «I conigli devono restare nelle conigliere, e i cani devono restare cani!», urla Del Deo, mentre lo scompiglio si impadronisce dell’aula. Vito Iacono, annunciando la sua uscita dall’aula, afferma ironicamente di voler favorire in tal modo l’unanimità ricercata dal Sindaco, «che rappresenta la classe dirigente degli ultimi 40 anni e che dal 1976 non rende conto della propria inefficienza, e della propria irresponsabilità. In questa delibera non v’è alcuna cautela verso i cittadini». Per Donatella Migliaccio «non è pensabile continuare a lasciar pendere istanze trentennali in eterna provvisorietà», mentre Chiara Conti accusa: «Questa delibera potrebbe essere un momento  fondamentale per la nostra  amministrazione, ma i modi d’agire sono inaccettabili. Sarò anche ignorante, ma non al punto da non capire che  la faccenda è complessa, si pensi alle istanze riguardanti il condono 2003. In questo modo prestiamo il fianco agli attacchi dell’opposizione». Riprende la parola Stani Verde: «È inammissibile  strumentalizzare il consiglio comunale presentando una proposta di delibera tre giorni prima della discussione, peraltro su  un argomento fondamentale. La maggioranza umilia i suoi stessi consiglieri, tra cui vi sono anche persone preparate e desiderose di fare il bene  di Forio. Tutto si può dire,  tranne che l’opposizione non voglia fare  il bene del  Paese, ma la maggioranza non vuole accettare  il nostro apporto». Sulla stessa linea anche Nicolella: «Ho protocollato ben  due  proposte sul tema, con una logica ben diversa da questa proposta, che sarà foriera di guai. Il coniglio è il sindaco, non io! Non mi adeguo a una procedura illegittima: Ischia ha i piani di dettaglio, come  dovremmo averli noi. Imer alla  soprintendenza che ha dimostrato tutta l’intenzione a collaborare, ma l’amministrazione  non coglie l’occasione». Giuseppe Colella, in una  “colluttazione  giuridica” con Nicolella, precisa che nella presente proposta non si fa riferimento al condono del 2003. Per Domenico Savio «l’amministrazione calpesta la democrazia. Questa delibera  creerà ulteriore confusione nel  settore,  e porterà nuova  incertezza nelle famiglie».  Al momento del voto, il segretario del PCIML abbandona l’aula insieme a Vito Iacono e Nicolella. La proposta di delibera viene approvata con il voto contrario del consigliere Stani Verde e, come detto, anche dell’esponente di maggioranza Chiara Conti. Sono passate poco più di tre ore quando la seduta viene sciolta, verso le 12:45.

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