Ordinanza di Legnini, SMA soggetto attuatore per gli interventi di riduzione del rischio frana
Giovanni Legnini, commissario per la ricostruzione a Ischia, ha firmato l’ordinanza con cui individua in Sma Campania, società in house della Regione Campania, il soggetto attuatore per i principali interventi di riduzione del rischio residuo sull’Isola del Golfo di Napoli. Nel dettaglio, Sma è impegnata in: interventi di disgaggio dei massi instabili ed in generale di distacco dei volumi di roccia che si presentano fratturati in stato di incipiente pericolo di collasso. Le operazioni si concentreranno in tutte le aree a monte degli abitati nel complesso dell’Epomeo e comunque organizzati secondo un ordine di priorità connesso alla pericolosità e all’esposizione tali da rendere il rischio non tollerabile; operazioni di pulizia degli alvei e delle cave naturali canalizzati all’interno del tessuto urbanizzato (cd. alvei tombati), finalizzate a garantire l’adeguata regimentazione delle acque derivanti da eventi meteorici. A seguito della pulizia i materiali derivanti potranno essere trasportati in siti temporanei o eventualmente destinati ad impianti di recupero autorizzati ai sensi della normativa vigente; attività di carico, trasporto e scarico, anche attraverso operazioni di scavo, dei detriti della zona del Celario e provenienti dai lavori di movimento terra nel ripristino dell’officiosità idraulica degli alvei o cave che si diramano dal complesso montuoso dell’Epomeo verso i centri abitati; il trasporto e scarico presso i siti di deposito temporaneo sarà effettuato con i mezzi idonei e secondo le prescrizioni dettate da Arpac per il deposito dei materiali sui siti individuati. Con l’odinanza, il Commissario delegato dispone che, in ottemperanza al Piano operativo, Sma si impegni ad avviare i progetti di fattibilità tecnico-economica per i seguenti interventi: per gli alvei e le cave a monte degli abitati nel complesso dell’Epomeo realizzazione di briglie a pettine, briglie a rete, interventi di risagomatura di alvei e pendii, ricomposizione della vegetazione, realizzazione di pennelli per catturare eventuali flussi di detriti, rafforzamento corticale con reti paramassi, ed ulteriori eventuali operazioni utili alla messa in sicurezza idraulica ed idrogeologica sempre nell’ottica di massimizzare il riuso del materiale detritico.