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Orfani della giustizia, l’ultimo allarme degli avvocati isolani

Il presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono scrive alla Garzo ed a Tafuri riferendo che a fronte di un possibile congedo parentale del giudice monocratico Ragosta una serie di processi potrebbero essere dirottati a Napoli. L’avvocato non ci sta: “Sarebbe una cosa gravissima e lesiva degli interessi della comunità isolana”

Siamo alle solite, e davvero viene quasi la voglia di pensare che quella di mantenere un presidio giudiziario sull’isola d’Ischia – arrivando addirittura ad ottenerne la stabilizzazione in pianta stabile – sia una battaglia persa, che forse non vale nemmeno continuare a combattere. Perché se poi le carenze che deve far registrare la giustizia di casa nostra sono quelle che anche gli organi di informazione evidenziano con costanza e puntualità (e non certo da ieri mattina) allora è chiaro che forse converrebbe alzare bandiera bianca ed arrendersi. Perché è evidente che ci sono delle carenze strutturali e di natura logistica, ed il riferimento è in particolare al diniego di personale addetto a voler prestare servizio in una realtà complessa come quella insulare, di fronte alle quali evidentemente non c’è provvedimento del governo centrale che tenga.

“Sarebbe molto più semplice ed anche logica l’assegnazione fisica di un magistrato togato alla Sezione distaccata – Settore penale, piuttosto che l’esodo quotidiano o settimanale di un numero indefinito di avvocati, testimoni e parti processuali presso la Sede centrale”

L’ultima mazzata in ordine di tempo riguarda una voce che ha iniziato a trapelare con una certa insistenza negli ultimi giorni e che ha indotto il presidente dell’Associazione Forense dell’Isola d’Ischia, avvocato Gianpaolo Buono, a indirizzare una nota al presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, al presidente del consiglio degli avvocati di Napoli Antonio Tafuri e al coordinatore della sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli Guglielmo Manera avente ad oggetto “Congedo dott.ssa Ragosta, determinazioni”. Il contenuto della nota, per la verità, è di quelli decisamente allarmanti. Rivolgendosi ai suoi interlocutori Gianpaolo Buono esordisce scrivendo: “Signor Presidente, ho appreso, in maniera del tutto fortuita, che la dott.ssa Ragosta, Giudice attualmente assegnato quale Magistrato togato presso la Sezione distaccata di Ischia – Settore penale, per la sola trattazione dei processi sottratti alla competenza dei Gop (udienza del giovedì), dovrebbe fruire di un periodo di congedo parentale superiore ad un mese e che in ragione di ciò sarebbe stata paventata l’ipotesi che i processi di sua competenza, attualmente destinati al ruolo assegnato (cd. ‘supermonocratico’), potrebbero essere distribuiti a Giudici togati presso la sede centrale del Tribunale e ivi celebrati”.

“Auspico, pertanto, che prima di adottare qualunque provvedimento si interloquisca con i rappresentanti dell’Avvocatura e scongiurare una situazione gravemente pregiudizievole, oltretutto in un periodo storico in cui la mobilità è drasticamente limitata dalla pandemia”

Ovviamente il presidente dell’assoforense isolana non nasconde affatto ai destinatari della missiva che in caso le voci fossero confermate ci si troverebbe davanti a una vera e propria iattura e Buono infatti lo dice a chiare lettere: “Tale ipotesi costituirebbe una gravissima violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge, nonché una misura gravemente lesiva degli interessi della Collettività isolana. Sarebbe molto più semplice ed anche logica l’assegnazione fisica di un magistrato togato alla Sezione distaccata – Settore penale, piuttosto che l’esodo quotidiano o settimanale di un numero indefinito di avvocati, testimoni e parti processuali presso la Sede centrale”. Da qui l’auspicio del professionista isolano che chiude nella maniera più scontata la sua nota: “Auspico, pertanto, che la S.V. voglia, prima di adottare qualunque provvedimento, interloquire con i rappresentanti dell’Avvocatura e scongiurare una situazione gravemente pregiudizievole per la comunità ischitana, oltretutto in un periodo storico in cui la mobilità è drasticamente limitata dalla pandemia”.

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Gianpaolo Buono

Fin qui l’appello di Gianpaolo Buono, ma il sospetto è che certamente si faticherà non poco a trovare un sostituto in grado di rimpiazzare la dott.ssa Ragosta per il periodo nel quale non dovesse essere eventualmente disponibile. Ma è chiaro che l’episodio in questione rappresenta soltanto la punta di un iceberg ed è indicativo di come la “macchina” della giustizia isolana diventi sempre più difficile da alimentare. Al punto che – anche all’interno della stessa avvocatura isolana – c’è chi inizia davvero a meravigliarsi dell’ostinazione con la quale si cerca di tenere in vita un malato che in ogni caso si farebbe davvero difficoltà a “guarire”. E alla luce dell’allarme lanciato da Gianpaolo Buono, non può non tornare alla mente la recente nota indirizzata dall’avvocato Roberto Iacono proprio alla dott.ssa Ragosta, con il professionista originario di Serrara Fontana che si lamentava a gran voce del fatto che due genitori alle prese come parte lesa in un processo abbastanza delicato (sul banco degli imputati ci sono alcuni medici accusati di aver causato danni irreversibili al loro figlio non appena venuto al mondo) rischiano di non sapere mai se ci sono delle responsabilità da parte di terzi perché in cinque anni si sono riuscite a celebrare soltanto due udienze. Un caso iconico, certo, e che per la delicatezza dello stesso ha avuto anche una maggiore eco mediatica, ma certamente non l’unico. Insomma, l’impressione resta sempre più quella di scivolare in un pantano. Fatto, però, di sabbie mobili. A buon intenditor poche parole.

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