CRONACA

Imu, il Governo in soccorso dei Comuni isolani

Stanziati per i sei enti locali di casa nostra una somma pari ad oltre un milione di euro: i fondi maggiori andranno a Forio e Ischia, che ottengono insieme oltre 800.000 euro

La pandemia rischia di mettere ko anche le casse dei Comuni ed in soccorso arriva il Governo. Sono stati stanziati, infatti, 1,65 milioni di euro per l’anno 2020, per ristorare i comuni delle minori entrate relativi alla prima rata dell’imposta municipale propria relativa immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni. Ed ancora: 85,95 milioni di euro per l’armo 2020, a ristorare i comuni a fronte delle minori entrate derivanti dall’abolizione, per l’anno 2020, della seconda rata dell’imposta municipale propria relativa ad immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali; immobili rientranti nella categoria catastale D/2 e relative pertinenze, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate; immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositivi nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni; immobili rientranti nella categoria catastale D/3 destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate; ed infine immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night-club e simili, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.

I FONDI STANZIATI PER I SEI COMUNI ISOLANI

Anche i Comuni dell’isola, quindi, avranno i fondi per il ristoro delle minori entrate connesse all’abolizione della prima e della seconda rata dell’imposta municipale propria del 2020 per le fattispecie imponibili specificate nell’articolo 78 del decreto-legge 14 agosto 2020, n.104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n.126, in considerazione degli effetti connessi all’emergenza da COVID-19». I fondi maggiori sono stati stanziati per il Comune di Forio il quale avrà un ristoro di 406.454,23euro. A seguire Ischia con 405.402,49 euro. Minori le somme stanziate per gli altri Comuni. A Lacco Ameno arriverà un ristoro di 147.662,67 euro ed a Casamicciola 118.356,32 euro. Chiudono la ‘classifica’ Serrara Fontana con una somma stanziata di 51.799,83euro e Barano d’Ischia con 47.566,74 euro. In partica per i sei Comuni isolani è stata stanziata una somma di circa  1milione e 100mila euro.

IL METODO PER STABILIRE IL RISTORO

La metodologia utilizzata per definire il ristoro prevede tutte le fattispecie di immobili esonerati dal pagamento dell’Imu. In particolare per gli immobili adibiti a stabilimenti balneari e termali, è stato confermato l’importo già attribuito come ristoro della prima rata. Ed ancora: per i fabbricati di categoria D2 – alberghi e pensioni – e per gli altri immobili del comparto turistico sono stati ugualmente confermati gli importi stimati per il ristoro della prima rata, aggiungendo però l’importo su base annua (4,5 milioni di euro) relativa alle pertinenze degli alberghi. Per gli immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni sono stati considerati in primo luogo i versamenti IMU, su base comunale effettuati da soggetti dai soggetti classificati nel codice attività “82.30.00 Organizzazione di convegni e fiere”. Poiché l’esenzione può riguardare anche immobili di proprietà di altri soggetti si è applicato un meccanismo di espansione degli importi risultanti dai versamenti puntuali, nell’ambito delle risorse complessivamente stanziate (3,3 milioni di euro su base annua, visto che per gli immobili in questione si provvede al ristoro anche della prima rata). Per gli immobili rientranti nella categoria catastale D/3, ovvero quelli destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate, sono stati individuati su base catastale tutti gli immobili di categoria D3 al fine di calcolare l’IMU teoricamente dovuta. Gli immobili così selezionati, sono stati quindi separati in funzione dei codici attività dei proprietari, distinguendo i soggetti classificati nei codici attività dell’intrattenimento, dagli altri proprietari. Tale operazione è funzionale alla verifica del requisito previsto dalla legge ovvero che il proprietario deve essere gestore dell’attività esercitata negli immobili esentati.

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Il calcolo del ristoro per cinema e teatri è quindi stato elaborato con due passaggi successivi, imputazione diretta e imputazione indiretta. Per quanto riguarda l’imputazione diretta sono stati considerati solo gli immobili appartenenti al primo gruppo di soggetti con codice attività del settore intrattenimento e su base comunale l’IMU teorica è stata paragonata al gettito versato da tali soggetti, prendendo prudenzialmente il valore massimo dei due valori. In tale operazione si è posto un valore minimo annuo dell’esenzione pari a 150 euro su base comunale. Successivamente, è stata calcolata una imputazione indiretta al fine di individuare quella parte di gettito relativa a soggetti che, pur classificandosi in altri codici attività, potrebbero essere qualificati ugualmente come gestori e quindi avere diritto all’esenzione. Anche in questo caso è stato posto un limite minimo annuo di 150 euro. Per ciascun comune la somma fra la parte direttamente imputatile e quella attribuita indirettamente costituisce il ristoro per tale categoria di immobili. Infine per ciò che riguarda gli immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night-club e simili, sono stati considerati i versamenti IMU/TASI, distinti per comune, relativi all’anno di imputazione 2018, e riferibili ai soggetti di cui ai codici ATECO che identificano le predette attività. Per queste categorie di immobili il requisito della gestione dell’attività da parte del proprietario si considera soddisfatto identificando i versamenti IMU dei soggetti che esercitano almeno una delle attività ivi indicate, come desumibile dai codici ATECO. Nei casi in cui l’analisi si fonda sui dati di gettito, sono stati considerati sia il gettito IMU che quello relativo alla TASI per tenere conto che dal 2020, per effetto di quanto previsto dall’articolo 1, commi 738 e ss, della legge n. 160/2019, il gettito della TASI sarà incluso nell’IMU.

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