Ospedale Rizzoli, il Cudas: «Spazio insufficiente alla morgue»
Il Comitato unitario per il diritto alla salute denuncia l’inadeguatezza dei vani deputati ad accogliere i defunti: «Sistemazione inaccettabile e irrispettosa»
Fra le tante criticità della sanità isolana, c’è anche quella della mancanza di spazio che affligge la morgue dell’ospedale di Lacco Ameno. Il Cudas, Comitato unitario per il diritto alla salute, ha lanciato ieri un appello per sensibilizzare chi di dovere sul grave problema: «Inaccettabile e irrispettosa. Ci sembrano gli aggettivi più appropriati – scrive il Comitato – per definire la situazione che si è verificata oggi al “Rizzoli”, dove la contemporanea fine di tre pazienti è tornata ad evidenziare l’assoluta inadeguatezza degli spazi assegnati alla morgue nel cortile interno che precede il largo del Pronto Soccorso.
Una carenza annosa, già oggetto innumerevoli volte di lamentele, critiche e rilievi. Oltre ai disagi e agli imbarazzi a cui sono costretti i parenti dei defunti e quanti vanno a porgere loro le condoglianze. Come oggi, con tante persone che si trovano a condividere i pochi metri quadri dei due locali disponibili, già ristrettissimi per un solo defunto, figuriamoci per due, secondo l’allestimento che si è deciso di realizzare e di “istituzionalizzare” con i due catafalchi di marmo installati in ciascun vano. Una scelta abbastanza recente, che ha di fatto reso definitiva una sistemazione della morgue che era stata sempre riconosciuta inappropriata finanche dai precedenti vertici aziendali, sebbene non siano riusciti a creare una doverosa alternativa».I componenti del Cudas inoltre aggiungono: «La questione di garantire decoro e rispetto alle salme e a chi le piange non è di secondo piano rispetto alle numerose altre carenze dell’ospedale isolano. Non basta il marmo per trasformare una sistemazione provvisoria e “arrepezzata” in una soluzione adeguata e definitiva. La direzione ospedaliera avrebbe fatto bene a cercare una soluzione alternativa, verificando anche la possibilità di fruire alla bisogna di altri spazi del nosocomio, quanto meno quando, come oggi, vi è necessità di accogliere più defunti nel modo più onorevole e civile per loro e per il loro cari». Le criticità sono anche di ordine pratico: «Familiari e amici che devono stare all’aperto in qualunque stagione e con qualunque tempo, perché non c’è spazio nelle due stanzette attuali. Una vergogna che il Cudas Ischia denuncia con forza e amarezza, rinnovando la formale richiesta al Direttore sanitario e all’Ufficio tecnico aziendale di trovare alternative appropriate, degne di un paese civile che rispetti i vivi e i morti», conclude il Comitato.