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Otto anni fa la morte di Gaetano Montanino, da Ischia l’omaggio di Libera

Ischia – Oggi, a otto anni dalla morte di Gaetano Montanino, il presidio Libera di Ischia e Procida a lui dedicato intende ricordarlo con un video pubblicato sulla pagina Facebook, nell’ora esatta in cui è stato ammazzato, e che in un attimo ha emozionato il web. Sullo schermo si alternano i volti di Luciana e di Veronica, moglie e figlia della guardia giurata che il 4 agosto del 2009 fu ucciso a Piazza Mercato, a Napoli. Erano le due di notte, Gaetano Montanino, 45 anni, guardia giurata e dipendente dell’istituto “La vigilante”, era in auto con il suo collega, Fabio De Rosa, di 25 anni. Entrambi fermi davanti ad un negozio di giocattoli all’interno dell’auto di servizio. La zona era  quasi deserta, ma d’un tratto, un gruppo di giovinastri del quartiere, vicini al clan Contini, decise di rapinare le armi ai due vigilanti. Su uno scooter si avvicinarono all’auto due di loro: Davide Cella e Salvatore Panepinto. Erano armati e con i volti coperti dai caschi intimarono alle due guardie giurate di dar loro le pistole. Fabio De Rosa consegna la sua pistola 9×21, Gaetano Montanino, invece, riesce a tirare la sua dalla fondina e fa fuoco. I due rapinatori reagirono e sparano a loro volta. Sono attimi di terrore. L’aria calda e afosa della notte è squarciata dai colpi di pistola. Gaetano Montanino venne raggiunto da otto colpi di pistola che lo uccisero sul colpo. Fabio De Rosa è più fortunato, per lui, nonostante sei colpi di pistola, solo ferite. Ai due assassini verranno dati appena 20 anni di carcere. È questa la storia della vittima innocente a cui è stato dedicato il presidio di Libera di Ischia e Procida che ha iniziato la sua attività, appena un anno fa, partendo dalle scuole per far capire ai ragazzi ischitani che neppure la nostra isola è libera dalla camorra. «Il ricordo di Gaetano Montanino – ci dice Egidio Ferrante, tra gli attivisti di Libera – ha attraversato il mare per approdare sullo scoglio,  un posto di bellezza. Cosi anche le vittime innocenti, potranno godersi il mare, passando dal dolore alla bellezza. In fondo questo è quello che volevano anche Luciana e Veronica e, attraverso Gaetano, le altre  vittime i cui nomi sono ora impressi lungo la  scala della legalità inaugurata all’istituto Telese». È stato questo l’ultimo atto del presidio ischitano che lo scorso maggio con una suggestiva cerimonia ha voluto imprimere nella mente degli studenti del Telese i nomi delle vittime innocenti, affinché loro non dimentichino. Giuseppe Diana Sacerdote, Luigi Coluccio titolare di bar, Lea Garofalo testimone di giustizia, Angelo Vassallo sindaco di Pollica, Roberto Mancini, poliziotto; sono solo alcuni dei nomi dei 23 che sono indicati su scale colorate rappresentando, per ogni scalino, un passo dei giovani studenti ischitani verso la legalità. Un’iniziativa inserita nell’ambito del progetto Scuola Viva “Scuole abitate” e finanziato dai fondi Por Campania. «Scrivere quei nomi su degli scalini significa scrivere quei nomi nel nostro cuore; si sono sacrificati per noi e non dobbiamo dimenticarlo. Quei nomi ci dicono  con forza che la memoria è un seme di nuova speranza e nel loro ricordo speriamo  che non ci siano altre vittime. La memoria diventa così qualcosa di vivo che può crescere, cercando di non separare la consapevolezza dalle cose che facciamo», così D’Amore, responsabile provinciale di Libera,  ai ragazzi il giorno dell’inaugurazione. «Con questo video – ha concluso Ferrante – vogliamo ricordare anche tutte le altre vittime innocenti di mafia, affinché il loro ricordo non si spenga mai e sia da monito per le future generazioni che, speriamo, possano essere libere dalla camorra».

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