CRONACAPRIMO PIANO

Palazzo Ciannelli, fine dei giochi

Il Consiglio di Stato ha messo (forse) la parola fine su un braccio di ferro giudiziario che da tempo si combatte in quel di Lacco Ameno relativamente alla vicenda degli abusi Rocchi-Calise in un immobile vincolato che fu anche sede della Sovrintendenza

Si chiude con l’ennesima sentenza contraria della magistratura la contesa vicenda degli “abusi Rocchi-Calise” sullo storico Palazzo Ciannelli di Lacco Ameno, un immobile vincolato che fu sede persino della Soprintendenza. Ebbene, come ben sanno i nostri lettori, una serie di superfetazioni edilizie, condoni pendenti e richieste, sono finite al centro di una contesa giudiziaria -tra la proprietà Ciannelli e l’altra proprietà Rocchi- che va avanti da anni, mietendo vittime e ben condita, anche, da una buona dose di politica come si confà ad una realtà come la nostra e che, inevitabilmente hanno finito per coinvolgere in ultimo, anche il Governo di Giacomo Pascale con la rappresentanza del presidente del consiglio Dante de Luise di cui i “Rocchi-Calise” sono parenti. Anche il Consiglio di Stato da ragione ai Ciannelli che denunciavano e richiedevano la demolizione delle opere realizzate sine titulo in un’ala del Palazzo lacchese. Dopo la pronunciadel Tar che ha legittimatoi provvedimenti delcommissario ad acta di applicazionedella sanzioneamministrativa e acquisizioneal patrimonio comunale dell’immobile dei “Rocchi-Calise”, oltre che la demolizione delle opere abusive, il Consiglio diStato rigetta persino l’appello avanzato da questi ultimi sullaillegittimità del diniego dicondono già sancito con sentenzadel Tarche aveva già dato loro torto. Ma respinge anche la richiesta avanzata per sovvertire le richieste di demolizione delle opere abusive disposta dall’ente locale.

Sia il Comune di Lacco Ameno con l’avv. Montuori che Caterina Ciannelli, difesa dall’avv. Barbieri, si sono costituitiin giudizio. Gli atti oggetto di questo capitolo dell’infinito contenzioso sono il provvedimento del 3settembre 2019 con il quale il Comune ha comunicato il diniego dell’istanza di condono edilizio del 1 aprile1986 e il verbale della conferenzadi servizi del 6 agosto2019 per le opere abusive realizzate al Palazzo Ciannelli.Nella sentenza il Consiglio di Stato riassume i fatti. Ovvero che il condono era stato richiesto in relazione ad alcuni interventi «consistenti nell’abbassamento della copertura del piano pre esistentee l’utilizzazione di una parte eccedente, con un ulteriore innalzamento, al fine di ricavarne un altro piano, avente una superficie lorda asseritamente conforme a quella del corpo di fabbrica acquistato, ricavandone così una nuova unità abitativa. Tali opere venivano tuttavia giudicate abusive dall’amministrazione a seguito di accertamenti compiuti in loco in data 2 e 29 marzo 2016 e da ultimo il 21 marzo 2018 che evidenziavano “uno stato di fatto diverso da quello riferito nella istanza, conseguente tra l’altro all’esecuzione di ulteriori opere abusive che hanno determinato un “radicale stravolgimento del fabbricato oggetto del condono – ancora si legge in atti- nonché di superfici e volumi per cuinon è stata chiesta, all’epocadell’istanza, la sanatoria,nonché a seguito di una conferenza di servizisvoltasi il 6 agosto 2019 chesi concludeva con il parere contrario al condono “in relazioneal modificato profilo esterno dell’immobile originario”e tenuto conto chel’immobile risulta assoggettato a vincolo paesaggistico, nonché inserito tra i beni immobilidi interesse storico artistico (Villa Ciannelli-Nesbitt)».

Questo in gran parte il succo di una dettagliata sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto l’appello di Antonietta Calise e l’altro degli intervenuti dei Rocchi-Calise, Renzo Rocchi e confermata la sentenza del Tar. Le opere abusive dei parenti dell’attuale presidente del consiglio non possono essere sanate e vanno abbattute giusto il diniego al condono e le ordinanze di demolizione e acquisizione. Giusta la trasposizione dell’originario ricorso al Capodello Stato dinanzi alla giustizia amministrativa. Ribadita la realizzazione di ulteriori opere abusive dopo la presentazione dell’istanza di sanatoria. Accolte,cosi, le tesi di Caterina Ciannelli, difesa dall’avv.Alessandro Barbieri.

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