Paletto a Sant’Angelo, Iacono contro Caruso: «Il sindaco ha cambiato versione»

SERRARA FONTANA. Si riaccende in quel di Serrara Fontana il caso della turista deceduta lo scorso aprile a causa di un infarto, durante il suo soggiorno presso l’hotel Park Miramare di Sant’Angelo. Un caso soprattutto per le presunte difficoltà di reperimento, all’epoca dei fatti, di un custode che fosse in possesso della chiave di apertura del lucchetto apposto alla base del paletto di accesso all’area a traffico limitato del borgo al cui interno si trova l’albergo. Proprio per questo motivo, all’indomani della vicenda, il consigliere d’opposizione Roberto Iacono aveva chiesto, tramite un’interrogazione, chiarimenti al sindaco Rosario Caruso. Quest’ultimo rispose che i medici del pronto intervento avevano raggiunto con un carrello elettrico l’albergo dove alloggiava la turista in poco meno di una ventina di minuti e che, in ogni caso generalmente la struttura ricettiva, data la posizione poco centrale, poteva essere raggiunta soltanto a piedi o con i suddetti veicoli elettrici. Sempre in quell’occasione, inoltre, il primo cittadino ribadì che il paletto non aveva ostacolato in nessun modo i soccorsi e che delle chiavi ne fossero comunque in possesso sia le forze dell’ordine che il 118. Una risposta questa che evidentemente non convinse Iacono che così indirizzò una seconda interrogazione al sindaco del Comune montano, chiedendo nuovamente maggiore chiarezza in merito “a chi e con quale autorizzazione avesse installato il paletto; a chi e con quali atti fosse stata consegnata la chiave; quali fossero i provvedimenti che disciplinavano l’accesso al paletto e se non ritenesse opportuno rimuovere lo stesso”. E la risposta del sindaco, in merito a queste domande, sarebbe arrivata pochi giorni fa, ma anche in questo caso sembrerebbe, non aver dissipato del tutto alcuni dubbi sulla vicenda, soprattutto per quanto concerne alcune dichiarazioni rilasciate, all’indomani dell’accaduto, sia dallo stesso primo cittadino di Serrara Fontana sia dall’associazione Croce Rosa, intervenuta quella sera per prestare soccorso. Il presidente, Rosa Iacono, infatti, poche ore dopo l’accaduto in un’intervista aveva dichiarato di essere in possesso delle chiavi del paletto e che i soccorsi erano stati molti celeri. Queste affermazioni, tuttavia, non spiegavano perché comunque per accedere al borgo con l’ambulanza di minori dimensioni si fosse comunque atteso l’arrivo delle chiavi da parte dello stilista Rocco Barocco, che, a quanto pare, quella sera, risultò essere l’unico soggetto reperibile nelle immediate vicinanze che ne fosse in possesso.
Un aspetto questo che ad oggi risulta essere poco chiaro o che comunque, se è chiaro ai diretti interessati della vicenda, non lo è affatto né a molti cittadini del Comune montano né all’opposizione consiliare, costituita da Tilde Trofa, Umberto Di Iorio, Roberto Iacono, e Palma Iacono. «Fin dal primo momento – ha spiegato il consigliere Iacono– le risposte del sindaco sono stata poco esaustive. Sono rimasto anche piuttosto amareggiato dal fatto che Caruso, in seguito alla mia interrogazione mi abbia informato che si sarebbe riservato di adire alle vie legali, per presunte illazioni da parte mia, in merito al fatto che il decesso della turista fosse sopraggiunto a causa del ritardo dell’apertura del paletto. Nella mia interrogazione non ho mai affermato questo, ma gli ho semplicemente chiesto di fare chiarezza sull’accaduto come è giusto che fosse. In ogni caso, dopo la prima risposta, non soddisfatto, ho indirizzato al sindaco una seconda interrogazione nella quale ho sottolineato che era pur vero che il paletto fosse lì dagli anni 90, ma che comunque ormai siamo nel 2018 e certe tecnologie dovrebbero essere state superate e ho chiesto così di rimuoverlo. Ebbene, il paletto è stato rimosso, ma dalla nuova risposta datami alcuni giorni fa dal sindaco si evince che le ambulanze quella sera non erano in possesso delle chiavi, come era stato invece dichiarato in un primo momento sia dal primo cittadino che dalla Croce Rosa. Caruso, infatti, mi ha risposto che gli unici ad avere copia delle chiavi al momento dei fatti, a quanto pare, fossero il personale della stazione dei carabinieri di Barano, il personale della delegazione della spiaggia di Sant’Angelo, la società addetta a servizio NU, l’Evi, il signor Mocerino Vittorio e la sas Mastrolegno Alessando D’Ambra. A questo punto mi chiedo: perché alla mia prima interrogazione Rosario Caruso mi ha scritto che le chiavi erano in dotazione delle forze dell’ordine, dei cittadini aventi diritto e del 118 se poi di questi ultima risposta del pronto intervento non ne ha fatto proprio menzione? Inoltre, perché, lo stesso presidente della Croce Rosa, Rosa Iacono, ha affermato di avere le chiavi se da quanto si evince dalla nuova risposta del primo cittadino i mezzi di pronto soccorso, al momento dei fatti, non ne erano provvisti? Mi sembra chiaro che anche in questo caso la risposta del primo cittadino sia stata poco esaustiva e oltretutto contraddittoria rispetto a quanto mi aveva detto in precedenza».
«Caruso – ha incalzato Iacono – ha sostenuto che io volessi in qualche modo lasciare intendere che nella vicenda ci fossero delle responsabilità da parte del Comune, ma ci tengo a precisare che nessuno dell’opposizione si è mai augurato che qualcuno della maggioranza avesse problemi giudiziari. Se pongo determinate domande è perché come opposizione svolgiamo un’attività di rappresentanza dei cittadini in seno al Consiglio Comunale e a quegli stessi cittadini dobbiamo dare conto delle vicende che avvengono nel nostro territorio. La nostra è solo un attività di controllo. Non c’è nessuno secondo fine, come lui invece pensa!». «A questo punto – ha concluso il consigliere – visto che non ci è dato sapere se effettivamente i mezzi di soccorso avessero le chiavi o meno, in attesa che le indagini della magistratura in merito facciano ulteriormente chiarezza, invito il sindaco a verificare eventuali strade comunali su cui siano presenti sbarre che limitano l’accesso e di fornire le chiavi delle stesse, non solo alla Croce Rosa, ma anche al servizio 118 dell’ospedale di Lacco Ameno. Almeno così, in futuro, eviteremo di trovarci nuovamente in simile situazione!».
Sara Mattera