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Parcheggio ex Jolly, l’incubo è realtà: al via i lavori che “spaventano” termalisti e commercianti

Ormai ci siamo. I lavori presso il parcheggio situato nelle immediate vicinanze dell’ex Jolly Hotel inizieranno realmente lunedì prossimo, nonostante il cantiere sia stato formalmente aperto a giugno. Alcuni giorni fa la ditta incaricata di realizzare il nuovo parcheggio ha eseguito alcuni carotaggi in presenza di due geologi, un’operazione che i gestori avevano impedito lo scorso 2 maggio, quando alcuni addetti si erano portati presso l’area in questione e senza troppi convenevoli avevano cominciato a prendere alcune “misure”, quasi a imitare una celebre gag del film “Amici miei”.  I titolari dei numerosi esercizi commerciali della zona, e gli stessi gestori dell’area, hanno già ricevuto l’avviso di lasciare completamente libero il parcheggio per lunedì 4 settembre. Finora, a ben poco sono valse le opposizioni dell’Associazione termalisti e della Confesercenti, contrarie a questo impegnativo progetto per un parcheggio interrato, che da anni fa discutere per una lunga serie di motivi. Il comune non ha inteso rispondere alle rimostranze che le varie associazioni di settore hanno sottoposto anche alla Regione, l’ente competente in materia termale, visto che la costruzione in questione potrebbe avere conseguenze anche sui bacini termali sottostanti.

Il cantiere partirà dunque ancora in piena stagione turistica, e per tutta la durata dei lavori priverà la zona di un tradizionale  punto di appoggio per gli automobilisti: circostanza che mette naturalmente in allarme gli esercenti di un punto nevralgico per le attività commerciali ischitane, preoccupati per la perdita di clienti in un momento storico già difficile per le conseguenze che il sisma ha prodotto nei confronti dell’industria turistica isolana e il relativo indotto. Un sacrificio che, secondo le associazioni di categoria, non sarà affatto ripagato alla fine dei lavori, perché i posti auto disponibili  rimarranno sostanzialmente gli stessi. Fra l’altro, esiste una delibera tuttora vigente che fin dai primi anni ’90 vieta l’apertura di cantieri nel periodo dal primo aprile al 31 ottobre, proprio allo scopo di non penalizzare l’economia locale. Niente da fare: lunedì le trivelle arriveranno tra via Alfredo De Luca e Via delle Terme e cominceranno i lavori per quello che a luglio gli albergatori definirono “una follia”, dopo aver visionato il progetto, che secondo gli imprenditori turistici avrebbe non soltanto un negativo impatto ambientale, ma anche paesaggistico, deturpando la zona con un “cubo” al di sopra del quale alloggeranno le vetture.

LA VICENDA IN SINTESI. La “fretta” si spiegherebbe, dicono alcuni, con la necessità di non perdere i finanziamenti ottenuti per un progetto il cui preliminare relativo al primo lotto fu votato con una delibera dalla giunta municipale nel marzo 2011. Molti ricorderanno anche gli interventi dell’ex consigliere di minoranza Carmine Bernardo  che dapprima scrisse all’Anac sollecitando l’intervento dell’organismo presieduto dal magistrato Raffaele Cantone e poi successivamente fu artefice di un’interrogazione consiliare nella quale evidenziava quelle che egli stesso riteneva essere una serie di illegittimità e criticità di seguito riportate: «Nella determina dirigenziale n. 456 del 26.04.2011 in uno dei premesso viene affermato “… l’Amministrazione comunale di Ischia, allo stato dispone agli atti di un progetto completo all’art. 18 del DPR 554/99, che è stato approvato dalla stessa amministrazione ed ha già riportato il parere positivo in materia paesaggistica, … omissis”. Si rileva che il progetto di cui all’Autorizzazione Paesaggistica n. 17 del 11.10.2005 non poteva costituire, contrariamente a quanto affermato nella determina, riferimento per le opere previste nel progetto stralcio di che trattasi, stante l’inefficacia di detta Autorizzazione ai sensi del art. 146 comma 5 del D.Lgs 42/2004 e ss.mm.ii e non essendo state realizzate le opere autorizzate sotto il profilo paesaggistico.

Ai sensi dell’art. 106 comma 1 del DPR 207/2010 “L’avvio delle procedure di scelta del contraente presuppone l’avvenuta validazione del progetto di cui all’articolo 55, previa acquisizione da parte del responsabile del procedimento dell’attestazione del direttore dei lavori in merito: alla accessibilità delle aree e degli immobili interessati dai lavori secondo le indicazioni risultanti dagli elaborati progettuali; alla assenza di impedimenti sopravvenuti rispetto agli accertamenti effettuati prima dell’approvazione del progetto; alla conseguente realizzabilità del progetto anche in relazione al terreno, al tracciamento, al sottosuolo ed a quanto altro occorre per l’esecuzione dei lavori. Tale attestazione è rilasciata dal responsabile del procedimento nel caso in cui non sia stato ancora nominato il direttore dei lavori”. Tale attestazione, richiesta dal sottoscritto, non risulta reperibile, guarda caso, agli atti di ufficio».

Il consigliere di minoranza aggiungeva ancora che «comunque, all’avvio della procedura di gara l’attestazione de quo non poteva essere fatta e se è stata fatta, essa è falsa in quanto il progetto non era cantierabile (e quindi l’opera effettivamente appaltabile) per i seguenti motivi: Manca procedura di verifica e validazione del progetto (relazioni, rapporti e atto finale dei soggetti abilitati alla verifica, del direttore dei lavori e del responsabile del procedimento – artt. 44 e segg. del d.P.R. 207/2010); Il progetto non aveva ottenuto l’Autorizzazione Paesaggistica di cui all’art. 146 del D.Lgs 42/2004 così come specificato al precedente punto 1); Mancanza dell’effettiva disponibilità dell’importo corrispondente al finanziamento assegnato previsto per i lavori sulla base delle somme indicate nel quadro economico di progetto.

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Le somme assegnate con il finanziamento di cui alla legge 448/2001 erano state eliminate per perenzione dal bilancio dell’esercizio finanziario 2008. Considerato che la richiesta di reiscrizione dei residui perenti comporta la necessità di utilizzo delle somme stesse nel corso del medesimo esercizio finanziario, con conseguente perdita del titolo definitivo della parte non utilizzata e che prima di procedere alla richiesta di reiscrizione in bilancio al competente Ministero dell’economia e delle finanze è necessario che l’amministrazione comunica l’affidamento dei lavori di esecuzione e/o di avvenuta realizzazione dell’opera attraverso adeguata documentazione, appare evidente che non vi erano tempi certi per la disponibilità del finanziamento. Infatti i lavori ancora oggi non sono stati affidati.

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È opportuno sottolineare che la verifica della cantierabilità è infatti finalizzata a garantire l’effettiva esecutività delle opere anche rispetto a tutti quegli elementi (stato dell’area, presenza di impedimenti, possibili difficoltà operative) che non sono legati all’iter autorizzativo ma che costituiscono passaggi essenziali da superare per consentire lo svolgimento dei lavori nei tempi e costi previsti. Questo aspetto assume un valore determinante nella valutazione di idoneità di un progetto per utilizzo di risorse che sono legate a una tempistica certa; si può dire che la cantierabilità rappresenti un indicatore molto significativo e condizionante per la concreta possibilità di eseguire l’opera entro i tempi stabiliti dal relativo canale di finanziamento».

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