Parcheggio Siena, processo al via il 6 marzo
A difendersi tra le altre dall’accusa di lottizzazione abusiva i cinque imputati Generoso Santaroni, Pino Mattera, Gaetano Grasso, Franco Fermo e Silvano Arcamone, all’epoca dei fatti coinvolti a vario titolo in una vicenda che vede tuttora l’area sotto sequestro

Avrà inizio il prossimo 6 marzo dinanzi al giudice monocratico il processo per gli abusi edilizi perpetrati al Parcheggio “La Siena”, all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte, struttura tra l’altro posta sotto sequestro. Sul banco degli imputati siederanno Generoso Santaroni (amministratore della Turistica Villa Miramare srl, proprietaria del fondo e committente dei lavori), Pino Mattera (progettista e direttore dei lavori), Gaetano Grasso (responsabile tecnico e firmatario dell’autorizzazione paesaggistica nel 2010), Silvano Arcamone (dirigente dell’ufficio tecnico del Comune d’Ischia all’epoca dei fatti e firmatario del rilascio del permesso a costruire) e Franco Fermo (responsabile dell’area tecnica nel momento in cui fu rilasciato il permesso).
I cinque sono accusati in concorso tra loro perché “procedevano alla lottizzazione abusiva materiale a scopo edificatorio di un’area privata di mq 7.000,00, sita in Ischia, prospiciente alla Via Pontano sui terreni distinti con particelle n. … (indicate nel P.d.C. e nella Denuncia al Genio Civile), ad oggi individuata catastalmente al Foglio … dunque con soppressione e costituzione di nuove particelle propedeutiche alla più agevole realizzazione dell’opera e senza giusta preventiva comunicazione all’Ente comunale. In particolare, la trasformazione della predetta area, con conseguente aggravio urbanistico, veniva realizzata determinando un’utilizzazione del suolo non compatibile con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti e, comunque, con attività edilizia finalizzata alla realizzazione di una mastodontica struttura semi-interrata (ancora da ultimare, con cantiere in corso), da adibire a parcheggio, sala polifunzionale e relativi spazi pertinenziali esterni, denominata ‘La Siena’, opera servente al più ampio complesso edilizio a vocazione turistica ‘Hotel Miramare e Castello, per volume complessivo pari a 28.130,00 mc. circa. L’opera edificanda era realizzata a mezzo di illegittima trasformazione del suolo ab origine agricolo (vigneto) ed in assenza della qualità di ‘opera pubblica’ (in quanto mancante di delibera del consiglio comunale, di evidenza pubblica, nonché di contratto stipulato tra l’amministrazione comunale ed il privato), in area sottoposta a vincolo paesaggistico con protezione integrale, dichiarata di notevole interesse pubblico sin dal 1952 (già con Decreto ministeriale del 9 settembre 1952, ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497), tutela consolidata dal DM. . 08.02.1999 con approvazione del Piano Territoriale Paesistico per l’Isola D’Ischia, redatto ai sensi dell’art. 1 – bis della legge 8 agosto 1985 n. 431. Detto piano costituisce norma immediatamente vincolante e prevalente nei confronti degli strumenti di pianificazione urbanistica comunali”.
Nel decreto di citazione si legge poi ancora: “Nella predetta zona è previsto il divieto assoluto di nuove edificazioni, nonché qualsiasi intervento che comporti incremento dei volumi esistenti, l’alterazione dell’andamento naturale del terreno, con la possibilità di ottenere una concessione ad edificare solo nel caso di istanti che rivestano la qualità di ‘proprietari coltivatori diretti’ e solo per strutture votate al miglior utilizzo del terreno agricolo. La predetta area si presentava inoltre senza carico urbanistico ab origine, in quanto trattavasi di vigneto’, dunque con terreno adibito ad uso agricolo alla data di dichiarazione di notevole interesse pubblico (D.M. 9 settembre 1952). In tale area, dunque, erano possibili solo interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro e risanamento conservativo, nonché piccoli ampliamenti di opere esistenti di natura rurale, non contemplando in assoluto la realizzazione di nuove costruzioni di cui all’art. 3 comma 1 lett. e) d.P.R. 380/2001, quale invece quella in edificazione. L’opera descritta ha realizzato, dunque, un’utilizzazione del suolo incompatibile con le previsioni dei descritti strumenti urbanistici vigenti, con attività edilizia finalizzata alla realizzazione di un complesso privato, costituito da un imponente parcheggio, una sala polifunzionale e numerosi spazi pertinenziali scoperti, con conseguente stravolgimento dell’assetto del territorio, aumento esponenziale del carico urbanistico, trattandosi di parcheggio destinato ad ospitare numerosissimi posti auto e di ambienti volti ad ospitare altrettanti avventori, e vulnus alla tutela ambientale e paesaggistica (trattandosi tra l’altro di volumi non interrati, in quanto visibili dall’intorno e dalla Via Pontano, nelle immediate vicinanze del Castello Aragonese di Ischia), determinando una trasformazione dell’originario fondo agricolo, trasmutato in area edificata, in spregio di quanto prescritto sull’area dal legislatore urbanistico, allo scopo di profitto privato”.