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Parcheggio Siena, tempo scaduto: ma il covid ci ha messo lo zampino

Il 30 giugno è terminata l’ultima proroga che il Comune di Ischia aveva concesso alla società che si sta occupando della realizzazione dell’opera. Ma i 69 giorni del lockdown con gli annessi e connessi hanno costituito un freno e una giustificazione. Scontata una nuova proroga, da stabilire la scadenza

Il tempo è scaduto, un po’ presi dal Covid un po’ presi da una stagione turistica iniziata tardi e che durerà molto meno del solito, in pochi si sono ricordati di una scadenza particolarmente significativa. Che non è arrivata, e per carità anche per circostanze contingenti avverse ma fatto sta che l’impressione è che adesso tutto vada ridiscusso e che potremmo assistere a un nuovo capitolo di una storia infinita. Ma di cosa stiamo parlando. Era l’autunno dello scorso anno quando, scaduti i termini per la realizzazione del Parcheggio della Siena all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte – anche a causa di continue sollevazioni popolari e di un comitato costituitosi “alla bisogna” – il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino decise che era scaduto il termine della tolleranza e dopo confronti serrati sia con i vertici della società che sta realizzando l’opera (la Turistica Villa Miramare) che con la Sovrintendenza di Napoli aveva deciso di formulare un termine ultimo per chiudere i lavori di questo benedetto parcheggio: entro il 30 giugno 2020 lo stesso avrebbe dovuto essere ultimato, pena la revoca della concessione.

Ora, a chiunque capiti di transitare dalle parti di Ischia Ponte, basta poco per rendersi conto che il parcheggio non soltanto non è stato completato – ma pur non essendo chi scrive né ingegnere né architetto né tantomeno esperto di costruzioni – appare evidente che l’inaugurazione dello stesso appare lontano almeno quanto lo scudetto per chi insegue la capolista con trenta punti di ritardo. Metafora calcistica a parte, un’altra estate se ne è andata e la “Sagrada Familia” in salta ischitana è ancora lì a fare (si fa per dire) bella mostra di sé. Verrebbe voglia di pensare che a questo punto dal palazzo municipale di via Iasolino abbiano tutti gli strumenti per far valere le proprie ragioni e revocare la concessione al titolare, ma noi restiamo ancora convinti che questo non avverrà, per due ordini di motivi. Uno di natura ordinaria, l’altro straordinaria. Il primo, ci sembra abbastanza evidente, è che ordinare lo stop ai lavori e il conseguente ripristino dello stato dei luoghi ci sembra un qualcosa di inimmaginabile o quantomeno di estremamente fantasioso. Sarebbe una sconfitta per tutti: per la società che ha deciso di costruire il parcheggio, per il Comune di Ischia e anche per la stessa comunità ischitana che dopo aver dovuto rinunciare a uno stallo per le auto per diversi anni si ritroverebbe con un pugno di mosche in mano. Difficile da ipotizzare come scenario, capirete.

Ma attenzione all’aspetto di natura straordinaria che citavamo poc’anzi, e che rappresenta un po’ quello che nel gioco del nascondino rappresentava il cosiddetto “31 salvatutti”. Il 10 marzo scorso è accaduto un qualcosa che non soltanto resterà scolpito nella mente di tutti noi, ma finirà sui libri di storia. In piena pandemia da Covid-19, infatti, è scattato il cosiddetto lockdown che si è protratto per la bellezza di 69 giorni, manco a dirlo apparsi a tutti (o quasi) interminabili. Un arco temporale, che poi per ovvi motivi si è protratto anche più a lungo, che di fatto ha bloccato i lavori in corso in quel della Siena. Certo, qualcosa potrà obiettare che il ritardo accumulato era tale che anche senza quei novanta giorni di stop forzato si sarebbe arrivati all’agognato taglio del nastro, ma la controprova non c’è. Ed è innegabile che dinanzi ad un evento eccezionale come quello del coronavirus – che ancora oggi continua a condizionare, per quanto in maniera più blanda e meno esasperata – la nostra quotidianità saltino tutti i piani, tutti gli accordi, e di conseguenza tutte le scadenze. E salti, inevitabilmente, anche la fruizione di questo parcheggio (divenuto ormai oggetto del desiderio) per l’estate prossima. Se ne riparlerà, almeno si spera, nel 2001 ma il quesito che ci si deve porre è inevitabile e pure scontato: come si comporterà l’amministrazione comunale di Ischia?

In un momento particolarmente delicato per ogni ente locale, alle prese con carenza di liquidità e con un tessuto sociale fortemente provato dalla crisi, è fin troppo scontato dire che se quello del Parcheggio Siena non è l’ultimo dei problemi certamente deve mettersi in coda e attendere il proprio turno. Ma è altrettanto inevitabile che con un ritorno alla normalità che procede a piccoli passi ma comunque procede, la matassa dovrà prima o poi essere sbrogliata. Dal Comune per adesso bocche cucite ma è fin troppo scontato immaginare che una proroga ulteriore sarà concessa da Enzo Ferrandino anche perché il coronavirus era uno di quegli ostacoli che francamente erano davvero impossibili da mettere in preventivo. Sarà curioso capire se si tratterà di “elargire” i novanta giorni che più o meno sono andati in fumo a causa del lockdown o se approfittando di un inverno che non promette nulla di buono anche dal punto di vista turistico, si allargheranno le maglie arrivando magari fino alla Pasqua 2021. Quando però a quel punto il dado dovrà essere tratto in un modo o nell’altro. Per far sì che una storia infinita non si trasformi pure in una barzelletta. Sarebbe davvero troppo, non vi pare?

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