ARCHIVIO 2ARCHIVIO 3ARCHIVIO 4ARCHIVIO 5

I parroci della diocesi mobilitati per la tradizionale rottura dei “carusielli”

L’ultima parrocchia ad effettuare  la tradizionale rottura degli storici “carusielli”, ossia i classici salvadanai , sarà  quella di Santa Maria di Portosalvo a Porto  d’Ischia animata in questa circostanza e nelle altre  dal parroco don Don Luigi De Donato. Il quale chiamerà a raccolta i suoi ragazzi e bambini della parrocchia sabato 30 prossimo per ridare vita ad un rito tanto atteso che affonda le sue radici nella  storia della Festa della Santa Infanzia di cui si ricordano i momenti de suo maggiore fulgore,  in special modo nellì’sola d’ischia  quando ci si mobilitava tutti  per aiutare i bambini del terzo mondo. L’ultlma parrocchia ad aver effetuato domenica scoirsa 14 Gennaio la rottura dei casrusiello è stata quella della Spirito Santo a Ischis Ponte del dinamico parrocho Don Carlo Candido e prima di lui sabato 13 Don Giusepper Niocolalla con i ragazxzxi della Parrocchia  DI Sant’Antuono.  Le altre 22 parrocchie della diocesi isolana, l’ una dopo l’altra, dall’Epifania ad oggi, si sono tolte il  pensiero,  programmando  nei tempi propizi, la propria cerimonia della rottura dei salvadanai con i bambini protagonisti in assoluto dell’intramontabile rito. La rottura dei “carusiello”  è  una seguita  tradizione che si rinnova  ogni anno all’interno di ciascuna singola comunità parrocchiale, e si aggancia per spirito cristiano e solidale, alla Sant’Infanzia nell’ambito delle iniziative  della chiesa cattolica a favore dei bimbi bisognosi del cosiddetto terzo mondo e non solo.

I Parroci guidano quella che è stata sempre definita la “crociata della solidarietà” , ma che oggi, con l’Influenza del passato Giubileo di Papa Francesco, ha cambiato denominazione ed assume per logica, il più significativo nome di “crociata della Misericordia e della Solidarietà”, proprio come il messaggio giubilare trasmesso a tutto il popolo cristiano. L’isola d’Ischia in merito per il passato ed il presente, vanta  sempre primati notevoli, distinguendosi almeno fra le diocesi della Campania sempre nelle prime posizioni nelle graduatorie ufficiali in fatto di contributi  elargiti per la buona causa. La rottura dei “carusielli” in stretto legame  con l’organizzazione mondiale della Sant’Infanzia, rappresenta più di una buona causa. Per questo, i parroci invogliano le famiglie della propria comunità parrocchiale a prestare fede oggi meglio di ieri  al papale concetto della misericordia solidale ed a rendersi utili in tutte le circostanze che lo richiedono. I bambini sono educati a questo tipo  di gesto missionario perché è stato fatto capire loro che il sostanzioso  contenuto del proprio salvadanaio “gestito” per un anno intero con costanza e amore sarà destinato a sfamare e vestire bambini propri coetanei e giù di lì, di un mondo lontano, ma anche vicino per effetto della preghiera ed il pensiero di aver fatto qualcosa di buono per loro. La storia passata  della Sant’infanzia legata alla tradizionale rottura dei salvadanai  sull’isola d’Ischia, ha un protagonista.

Si tratta di colui che, raccogliendo il messaggio vaticano già diffuso con Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) e da tutta L’Azione Cattolica dei passati anni ’50, ed ottenendo dal Vescovo di Ischia nel 1952 l’investitura di delegato diocesano della Sant’Infanzia su tutto il territorio dell’isola, spinse ed incrementò l’opera missionaria in favore dei bambini bisognosi di tutto il mondo, coinvolgendo le famiglie ischitane  ed i loro figliuoli. A questi  si chiedeva semplicemente di mettere da parte una moneta al giorno conservandola in un contenitore, da aprirsi  subito dopo l’epifania per donare il contenuto alla buona causa dei bambini bisognosi sparsi per il mondo. Quel personaggio, instancabile apostolo della buona causa per i bambini bisognosi, era un sacerdote molto in vista del clero locale degli anni ’40, ’50 e ’60.  Il suo nome era Don Liberto Morelli del Centro Storico di Ischia Ponte e canonico primicerio della locale Cattedrale, classe 7 gennaio 1901 e scomparso il 12 settembre 1980. Don Liberato era soprattutto l’animatore dei giovani ischitani del tempo, iscritti all’Azione Cattolica nelle varie parrocchie della diocesi isolana con la promozione ed il sostegno  di iniziative sociali memorabili che partivano dalla famiglia, passavano per gli stessi “suoi” giovani, fino ai bambini nella significativa età adolescenziale coinvolgendoli in un disegno di preparazione spirituale che partiva dal basso fino al gradino della loro prima comunione. Poi il coinvolgimento nelle operazioni della Sant’Infanzia a cui Don Liberato riusciva a dare anima e corpo.

Quando morì  cosi si scrisse di lui: “ trascorse il suo lungo ed immacolato sacerdozio 56 anni nel lavoro, nell’umiltà e nella carità. Ricondusse a Dio innumerevoli anime  con intelligente opera pastorale e catechetica. Rifulse per l’impegno missionario portando la Diocesi d’Ischia al primo posto in Italia. Il Signore che fu l’unico  bene a cui guardò nell’ operosa sua vita, gli conceda la meritata corona fra i santi”.  La rottura dei “carusielli” o salvadanai fu un punto fermo nell’azione di recupero delle coscienze cristiane del popolo cattolico locale con la giusta e contenuta  pressione sulle famiglie perché educassero i propri figli a risparmiare il soldino  quotidiano nell’arco di un anno per donarlo, dopo l’epifania,  ai quei bambini come loro, ma molto più bisognosi per sopravvivere. Un fine nobile che trovò accoglienza incondizionata ed entusiastica, tanto che la Sant’Infanzia ischitana  di Don Liberato Morelli bene si sposò con la candida passione dei bambini delle parrocchie dell’isola a partecipare col proprio salvadanaio  riempito di tutte quelle monete risparmiate per amore della solidarietà e degli aiuti concreti,  al terzo mondo povero. Con gli anni la bella tradizione della rottura dei “Carusielli” è diventata per le famiglie ed i bambini ischitani  un atteso e festoso appuntamento, un ultimo atto delle festività natalizie in cui  si è celebrato principalmente la nascita del bambino Gesù nella cui santa immagine  ciascun nostro bambino si è felicemente rispecchiato. Di qui la bellezza alla corsa col salvadanaio pieno in mano  e la gara a chi fra i bambini e le bambine, lo presentasse e lo spaccasse più pieno di un altro.                                                                                                                        

Antonio Lubrano (antoniolubrano1941@gmail.com)

Ads

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex