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In mostra le antiche tecniche fotografiche del Gruppo Namias

c.s.| Ischia – Dal 10 ottobre al 10 novembre presso il carcere borbonico del Castello Aragonese di Ischia saranno in mostra le opere dei soci del Gruppo Rodolfo Namias. In Italia si usa comunemente questo termine per indicare metodi di ripresa o di stampa fotografica che si ispirano più o meno direttamente ai processi che furono inventati per la prima volta intorno al 1840, e che ebbero il loro massimo periodo di splendore a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Intorno al 1970, soprattutto negli USA, vi fu un rinnovato interesse da parte di alcuni fotografi tesi alla ricerca di qualcosa di nuovo e alternativo alle tradizionali carte fotografiche, e non a caso all’estero prevale il termine “Alternative Photography”.
Nel giro di qualche decennio il numero di appassionati crebbe notevolmente, e negli ultimi tempi la tecnologia digitale ha consentito di produrre ottimi negativi per queste tecniche. Tra di esse, si possono citare la stampa al platino, la gomma bicromatata, l’oleotipia, la stampa bruna VanDyke, la cianotipia, la callitipia, la carta salata, la stampa all’albumina, la stampa al carbone, la ripresa al collodio umido e non ultima la resinotipia, inventata da Rodolfo Namias nel 1922. Ognuna di queste tecniche possiede caratteristiche peculiari che vanno dall’eccezionale resa dei toni di grigio con nuances che vanno dal bruno al nero bluastro, alla possibilità di reinterpretare le immagini con l’uso del colore, il tutto scegliendo accuratamente la carta da disegno che conferisce materia e texture alla stampa.

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