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Francesca Barile a Erasmus Plus, quando la scuola ischitana si apre all’Europa

Gianluca Castagna | Casamicciola T. – Nelle scuole isolane si respira aria sempre più internazionale. A fronte di problemi cronici(zzati) che riguardano l’edilizia scolastica e le risorse economiche sempre più modeste, aumentano gli scambi culturali tra paesi, le esperienze di confronto con realtà straniere, le opportunità di misurarsi con percorsi e strumenti di sistemi scolastici di tutta Europa.
Non solo per gli studenti ma per gli stessi insegnanti.
Tutto grazie a Erasmus Plus, il programma dell’Unione europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport. Nel 2016 sono stati circa 1800 i docenti di scuole italiane che l’Agenzia Erasmus ha selezionato dopo una lunga e accurata valutazione dei Progetti di Mobilità per l’apprendimento individuale.
Corsi di formazione in Islanda, Finlandia, Irlanda, Estonia, Inghilterra, Germania e Olanda, al fine di acquisire competenze utili da applicare alle proprie modalità di insegnamento. Grazie all’applicazione di strumenti digitali per la didattica e di nuove metodologie di formazione soprattutto interattive. Nei paesi – fattore affatto trascurabile – con minore indice di dispersione scolastica.

Foto secondariaE’ appena tornata da una di queste esperienze l’unica insegnante isolana selezionata per il progetto “Campania Digitale per l’Europa 2020”: è la professoressa Francesca Barile, docente di Lingua Inglese all’Istituto “ Cristofaro Mennella” di Casamicciola.
Il Golfo l’ha incontrata per raccontarvi la sua esperienza.
«Sono da tempo Animatore Digitale della mia scuola, e poiché il corso si rivolgeva a queste figure, quando la preside Di Guida mi ha prospettato questa opportunità, ho detto subito di sì. Il corso si è svolto ad Ipswich, cittadina nella contea di Suffolk, dall’8 al 16 ottobre, e tutti noi docenti abbiamo risieduto presso famiglie britanniche, dovendoci adeguare a stili di vita diversi e comunicando esclusivamente in lingua inglese. Tutti i giorni, tranne quelli dedicati alle visite nelle scuole, abbiamo seguito un corso dalle 9 alle 17, con una esperta che ci ha insegnato a utilizzare le tecnologie più svariate sia con l’uso del mobile, della Lim, e di tutte le nuove tecnologie sempre più diffuse nel sistema scolastico europeo».
Migliorare le competenze del personale della scuola; rafforzare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento; ampliare la conoscenza e la comprensione delle politiche e delle pratiche educative dei paesi europei; innescare cambiamenti in termini di modernizzazione e internazionalizzazione della scuola. Tutte obiettivi che la prof.ssa Barile ha potuto verificare di persona.
Attività scandite nei minimi particolari (foto terza)«Quello che mi ha più colpita è la metodologia diversa. Gli insegnanti parlano pochissimo, non si utilizzano libri di testo, una partecipazione più attiva è garantita da continui confronti di gruppo e coinvolgimento ininterrotto degli alunni. Anche in classi numerose, con studenti di età diverse. Quello che conta non è l’anagrafe, ma le competenze acquisite durante un percorso che fin dall’infanzia spinge l’alunno a considerare l’insegnante come un tramite per il raggiungimento delle sue competenze. Le lezioni, poi, osservano un ritmo che intervalla brevi spiegazioni seguite da immediate esercitazioni e feedback. Anche la lezione in teoria più noiosa, riesce ad essere coinvolgente e appassionante».
«Altro aspetto che ho trovato interessante – racconta la Barile – è quello legato al recupero. Ogni eventuale deficit viene affrontato e colmato subito. A fine lezione, o prova, l’insegnante passa per i banchi con una penna verde, i ragazzi scrivono sul foglio quello che non hanno capito, dove hanno trovato difficoltà. Il giorno successivo vanno a scuola 20 minuti prima e trovano in ogni dipartimento un docente che spiega loro gli aspetti più ostici della lezione. Un recupero continuo, immediato, efficace». Insomma, più cooperazione e produzione. Modelli applicabili anche alle nostre realtà? «Al Meccanico Termico, dove insegno, li metto già in pratica. Penso, ad esempio, al Thinglink, un servizio che permette di inserire delle annotazioni interattive in qualsiasi immagine. In questo modo gli studenti si sentono più coinvolti, si appassionano all’argomento, comunicano in modo più efficace. E’ accaduto di recente a proposito di una lezione sugli stati della materia: nella loro attività di ricerca e di elaborazione sono ricorsi a un video Youtube a ritmo di rap dove di parla, con soluzioni audio/video assai creative, del passaggio dallo stato solido a quello liquido e infine gassoso. Tutto in lingua inglese, chiaramente».

La partecipazione al progetto Erasmus Plus non finisce qui: 23 animatori digitali si traducono in 23 scuole, alcune delle quali istituti comprensivi. Una rete scolastica in Campania che si scambia informazioni, novità, strategie didattiche e preziose opportunità di formazione. «Come Istituto Mennella abbiamo due nuovi progetti eTwinning in cantiere. Stavolta coinvolgeremo tutti gli indirizzi della nostra scuola, anche il Turistico e il Nautico. La cooperazione è un metodo vincente. Non è finita: stiamo studiando altre opportunità che prevede l’Erasmus. Non solo esperienze di studio che spingano i nostri studenti a confrontarsi con la realtà dell’Europa, ma la possibilità di lavorare per un certo periodo, in uno dei Paesi della Comunità. La Danimarca, ad esempio, potrebbe essere una delle destinazioni più interessanti per i nostri ragazzi».

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