CRONACAPRIMO PIANO

Servono ulteriori verifiche, non si torna nelle case

Ieri pomeriggio il commissario per l’Emergenza Giovanni Legnini ha indetto una conferenza stampa al termine del CCS comunicando che non ci sarà ordinanza di revoca da parte della dott.ssa Calcaterra: “Chiedo pazienza, vogliamo un rientro in sicurezza”. Si confida di avere un quadro chiaro entro una decina di giorni

Sono in corso, come è noto, le verifiche sugli edifici coinvolti nell’alluvione di Casamicciola Terme del 26 novembre 2022 partendo da quelli che non risultano danneggiati. Secondo quanto si apprende alle 14 di ieri pomeriggio erano stati controllati 179 edifici e soltanto 35 avevano ricevuto l’agibilità. Va ricordato che quelli complessivamente dichiarati inagibili sono 480. Oggi inizierà un nuovo monitoraggio ma nel tardo pomeriggio di ieri il commissario per l’Emergenza Giovanni Legnini ha riunito presso la struttura commissariale al termine di un CCS per fare il punto della situazione. “Abbiamo diverse attività in corso di svolgimento – ha esordito – la più rilevante riguarda la sicurezza dei cittadini con provvedimenti che saranno adottati dopo aver raccolto anche le valutazioni del dipartimento nazionale di Protezione Civile. Tra l’altro l’ingegnere Curcio sarà nel fine settimana a Ischia per un punto più complessivo”.

Poi il commissario fa la comunicazione più significativa: “All’esito di ulteriori verifiche eseguite dai vigili del fuoco e dai geologi, il commissario straordinario dott.ssa Calcaterra ha ritenuto scrivere al capo dipartimento della Protezione Civile ed al sottoscritto spiegando che allo stato non ci sono i presupposti per revocare l’ordinanza di allontanamento dalle abitazioni. Questa decisione impone la necessità di avviare una attività di verifica – che ha già avuto inizio – delle condizioni di sicurezza del versante di montagna su cui si è innescata la frana ed altri punti ritenuti a rischio. Come è noto il centro di eccellenza dell’Università di Firenze ha avviato la sua attività lunedì scorso, ieri (martedì per chi legge, ndr) è stata installata la strumentazione di monitoraggio che peraltro è già in funzione. Castagli e i suoi lavorano costantemente sulla base dei dati trasmessi. Già domani (oggi, ndr) conosceremo i primi esiti”. Poi Giovanni Legnini prosegue: “Va avviata una attività di valutazione del residuo rischio sul territorio del Comune di Casamicciola: a tal proposito si sono svolti tre incontri con il centro di competenza della Protezione Civile Nazionale, è stato definito l’organigramma di analisi speditiva idrogeologica: l’obiettivo è quello di potenziare al fine di prevenire eventuali eventi franosi soprattutto in considerazione di ulteriori piogge. La necessità di questi ulteriori approfondimenti ha indotto la dottoressa Calcaterra (che ha il nostro sostegno e la cui tesi è pienamente condivisa) a ritenere che debba rimanere in vigore la misura dell’allontanamento dalle abitazioni per i prossimi giorni, quelli necessari per ottenere gli esiti di analisi e studi”. Poi il commissario scende anche nel dettaglio dei tempi: “Tra redazione di ordinanze della Protezione Civile e tempi tecnici occorreranno più o meno una decina di giorni, sono attività che nell’immediato mirano a tutelare la cittadinanza e ad operare nell’ottica di garantire la sicurezza del territorio in prospettiva futura”.

Il commissario ha fatto anche il punto sulla rimozione di fanghi e detriti: parte del materiale potrebbe essere riutilizzato contribuendo così anche ad abbattere i costi di smaltimento

Legnini ha affrontato anche il discorso legato alla rimozione di detriti e fanghi: “Dobbiamo provvedere – ha detto – anche alla quantificazione di volumi di massi che sono di enorme entità, si può anche pensare di lasciare in loco e in condizione di sicurezza una parte di questo materiale. La società AMCA sta organizzando le prime attività, i volontari della Protezione Civile si rimetteranno al lavoro per liberare le case dei cittadini. Rimane il tema non secondario che è quello dell’individuazione dei siti di stoccaggio, domani mattina (oggi, ndr) sarà fatta una valutazione dei siti privati che sono stati offerti, pare che tra quelli pubblici uno soltanto potrebbe essere utilizzato”. Poi un passaggio decisamente interessante: “Per rocce e materiali non catalogabili come rifiuto stiamo immaginando a un riutilizzo, per secoli gli ischitani li hanno usati per i terrazzamenti ed anche la terra buona può tornare utile per altre finalità. Sarebbe un’operazione virtuosa, si abbatterebbero oneri e costi di trasporto. Infine, stiamo anche approntando gli interventi di somma urgenza che vanno posti in essere”.

Ha preso poi la parola, collegata da remoto dai locali ex Capricho, il commissario straordinario Simonetta Calcaterra che ha esordito però spiegando come di fatto Legnini avesse già espresso tutti i concetti. Poi ha però rimarcato: “Se i sopralluoghi ci dicono che servono ulteriori accertamenti, credo e mi auguro che la popolazione apprezzi e condivida l’idea di rimanere fuori casa qualche giorno in più a fronte della certezza di un rientro in appartamento in sicurezza. Le operazioni sono veloci e approfondite e io che rappresento la comunità casamicciolese in questo momento chiedo pazienza alla comunità. Il dissesto idrogeologico di Casamicciola non è un problema che esiste da oggi ma adesso va affrontato in maniera definitiva”.

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A chiudere la conferenza da remoto anch’egli (collegato dalla Prefettura di Napoli), Italo Giulivo che ha detto: “La presenza di massi a monte della zona Celario, indicata anche dal dottor Di Iorio (Aniello, geologo locale, ndr), sono note anche perché durante le ricerche dei dispersi perlustravamo i versanti a monte con i droni. Sappiamo che ci sono dei massi che vanno rimossi dalla frana principale, ma va fatta una verifica delle traiettorie in caso di disgaggio, perché parliamo di una superficie in grossa pendenza e dunque bisogna capire dove vanno a cadere. I 20 millimetri di pioggia del 28 novembre non li hanno fatto muovere da dove si trovavano, altrimenti anche le ricerche si sarebbero interrotte per ovvi motivi di sicurezza. La situazione è nota, è stato organizzato un modello di rimozione, dobbiamo solo capire prima dove vanno a cadere questi massi prima di procedere”.

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