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Patto d’acciaio tra Comuni e Università: ricostruzione e sviluppo guardando al rischio sismico

DI FRANCESCO FERRANDINO

LACCO AMENO. Ricostruzione, ma anche una nuova prospettiva di carattere globale verso gli altri problemi del territorio. Ieri pomeriggio presso il Municipio di Lacco Ameno si è svolto il primo incontro tra esponenti delle amministrazioni dei comuni isolani colpiti dal sisma e i tecnici del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, nell’ambito dell’accordo quadro per attività di collaborazione scientifica e di supporto alla didattica. L’accordo,  come alcuni forse ricorderanno, prevede l’impegno comune delle parti contraenti, ciascuna  dalle proprie diverse prospettive operative e istituzionali, alla conoscenza del territorio isolano nelle sue diverse articolazioni ed alla ricerca di soluzioni ottimali di programmazione e pianificazione urbanistica, finalizzate allo sviluppo paesaggistico e urbano, alla mitigazione del rischio dei sistemi insediativi e alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle altre risorse storiche, archeologiche e monumentali. Il documento firmato lo scorso giugno sancisce l’interesse delle parti ad avviare studi scientifici diretti ad armonizzare gli indirizzi della pianificazione urbanistica con le istanze paesaggistiche ed ambientali, con particolare attenzione alle dimensioni del rischio territoriale. Ieri nell’ufficio del sindaco di Lacco Ameno erano presenti, oltre ai primi cittadini Giovan Battista Castagna e Giacomo Pascale, il professor Michelangelo Russo  dell’Università, il geologo e vulcanologo Giuseppe De Natale, consulente per i due Comuni, accompagnato dall’ingegner Stefano Petrazzuoli, e poi diversi esponenti dell’ufficio tecnico e dell’amministrazione di Lacco Ameno e dell’ente del Capricho. Nel dettaglio, vista la necessità dei comuni di procedere alla redazione del Piano urbanistico comunale entro il 31 dicembre, la joint venture è stata costituita per affrontare al meglio i connessi problemi della ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma, nella consapevolezza di avere a che fare con una prospettiva ben più complessa e importante che non la semplice riedificazione di immobili crollati o danneggiati. Una prospettiva che dovrà tener conto del pericolo sismico, da troppi decenni dimenticato, e che dovrà includere necessariamente tutte le altre criticità del suolo isolano. Durante l’incontro si sono gettate le basi di un’azione comune che potrà e dovrà avere un peso anche nel prossimo “decreto-Ischia” che sull’isola tutti attendono dal Governo Conte: è questo l’auspicio di Castagna e Pascale. Quest’ultimo ha anche rilanciato l’idea della S.t.u., la società di trasformazione urbana come modello per riutilizzare il patrimonio edilizio dismesso. Russo e De Natale hanno comunque sottolineato l’importanza degli studi di vulnerabilità del suolo: ovviamente la priorità va al rischio sismico, e successivamente quello idrogeologico e alluvionale. I due tecnici hanno proposto una scaletta di massima per i lavori: dapprima procedere alla zonazione sismica, poi agli studi di vulnerabilità, poi costituire una task force che sia in grado di affrontare in tempi rapidi la massa di domande di condono edilizio, in modo tale da arrivare a tracciare un piano urbanistico e un panorama del fabbisogno il più vicino possibile alla situazione reale e comunque nell’alveo della legalità. Infine, pensare anche alla riutilizzazione dell’eventuale patrimonio edilizio abbandonato. Il percorso della collaborazione tra il Diarc e i Comuni colpiti dal sisma è quindi di fondamentale importanza, potremmo definirla una delle pietre angolari su cui impostare l’impegnativo futuro prossimo e remoto non soltanto di Casamicciola e Lacco, ma dell’intera isola: Russo e De Natale hanno infatti ribadito che lo studio del suolo va fatto a livello globale, coinvolgendo i territori di tutti i comuni isolani.

 

 

 

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