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Dal trasloco al brindisi, la nuova vita della giustizia isolana

ISCHIA. C’è una tranquillità diversa, in queste giornate estive, presso il rinnovato edificio dell’ex Pretura a Ischia che si appresta a riprendere la propria storica funzione di Palazzo di Giustizia. Dopo l’approvazione del Decreto Milleproroghe che ha salvato la sede giudiziaria isolana, continuano spediti i lavori di trasloco dall’edificio dell’ex Liceo Scotti, che in questi ultimi anni ha ospitato gli uffici del Tribunale.

Ieri mattina c’è stato  spazio anche per un breve e simbolico brindisi, a celebrare contemporaneamente la proroga triennale e l’ingresso del personale nelle aule fresche di ristrutturazione, sperando in una prossima e definitiva stabilizzazione. Secondo il giudice Polcari, coordinatore della sede distaccata, è giusto che la proroga sia stata concessa solo al Tribunale di Ischia e non alle altre isole minori, soprattutto per un fatto di numeri, cioè dell’utenza che viene servita dai rispettivi presidi giudiziari, evidenziando il fatto che il suo pronostico in merito, espresso nel convegno di un mese fa svoltosi all’hotel Delfini, sia stato sostanzialmente rispettato dal Decreto del governo, escludendo Elba ed Eolie dalla proroga. Tuttavia l’avvocato Cellammare, presidente dell’assoforense ischitana, ha ribadito ancora una volta di essere dell’opinione che non si tratti di una mera questione numerica, bensì di una questione riguardante la discontinuità territoriale: «Se ci fosse anche un solo cittadino su un’isola, quel cittadino ha il diritto ad accedere alla giustizia: lo stabilisce la Costituzione», ha dichiarato Cellammare, che ha confermato di voler continuare la battaglia a sostegno delle rivendicazioni delle altre isole minori.

Intanto, fuori, la ditta incaricata di trasferire  le suppellettili, inclusi gli ingombranti fascicoli d’archivio, lavorava di gran lena facendo la spola tra i due edifici: armadi, scrivanie, pacchi, tutto sta per far ritorno nella sua sede “naturale” dopo oltre sette anni di “esilio”. Gli uffici della sezione penale sono già pressoché operativi, così come la corrispondente aula d’udienza. Tutti i locali sono dotati di condizionatori e sistemi di sicurezza rispondenti alle più recenti normative. Gli ufficiali giudiziari avranno nuovamente a disposizione uffici separati. È stato anche predisposto un ascensore che serve i tre piani: infatti anche il piano seminterrato è stato completamente ristrutturato e rinnovato, con diversi locali di ampia superficie. Scendendo le scale, sulla sinistra vi è infatti la sala più spaziosa, che potrebbe tranquillamente ospitare l’intero archivio del Tribunale. Oltre ad alcune stanze di media ampiezza, il seminterrato comprende anche un’altra ampia sala di pianta rettangolare: si discute sulla possibilità di adibirla ad auditorium polifunzionale per le varie attività forensi extra-processuali, ma anche come luogo di accoglienza per gli avvocati utile a decongestionare corridoi e aule in attesa della celebrazione dei processi, da attrezzare con adeguato interfono collegato con le aule d’udienza, che verrebbero meglio disciplinare. L’aula potrebbe essere intitolata alla memoria di Mario Buono e fungere da sede dell’Assoforense e del Consiglio dell’Ordine.  Nel piano seminterrato sono state riattate anche le due celle dove gli imputati detenuti attendevano l’udienza.

Si discute anche l’intitolazione dell’aula che un tempo ospitava il giudice del lavoro alla memoria dell’avvocato Nello Mazzella, scomparso otto anni fa, che tanto si era battuto per portare tale magistratura sull’isola. L’aula dei processi penali potrebbe invece essere dedicata al pretore Mario Parente, per tanti anni reggente della sede ischitana, scomparso quasi tre anni fa.

Si tratta dunque di una fase delicata, quella di scelta delle funzioni da assegnare ai vari ambienti, da compiere in maniera oculata perché una volta terminato il trasloco sarebbe praticamente impossibile apportare modifiche. Si profila infatti qualche incongruenza logica, come l’assegnazione al giudice di pace dei locali al piano superiore nell’ala destra dell’edificio e di un’aula d’udienza al lato diametralmente opposto, accanto a quella penale: soluzione scomoda che costringerebbe cancellieri e avvocati a fare la spola da una parte all’altra. Parliamo comunque di logistica: problemi che, ne siamo sicuri, fino a qualche giorno fa sarebbero stati considerati un divertente passatempo dinanzi all’ipotesi di perdere il Tribunale di qui a tre mesi, dopo tutte tribolazioni vissute per vedere completata la ristrutturazione della sede storica.

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Francesco Ferrandino

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