CRONACA

Screening per la riapertura delle scuole, tutti i dubbi di Casamicciola

Il presidente del Consiglio comunale Nunzia Piro ha inviato una nota al coordinatore regionale Anci dei piccoli Comuni chiedendo una serie di chiarimenti sugli interrogativi e le incertezze generate dall’ordinanza n.90 emanata da De Luca

La riapertura, seppur parziale, delle scuole in Campania non è scevra da interrogativi. E alcuni di questi sono stati debitamente sollevati dal presidente del Consiglio comunale di Casamicciola, l’avvocato Nunzia Piro, che ha inviato una dettagliata nota a Stefano Pisani, coordinatore regionale dell’Anci Piccoli Comuni, esponendo i dubbi e le opacità generati dall’ordinanza n. 90 del 15 novembre scorso, sottoscritta dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca: «L’Unità di crisi regionale, nel rilasciare il parere in data 15.11.2020 – scrive l’avvocato Piro – condiziona l’apertura graduale delle scuole allo screening e precisamente afferma: “più recentemente fa rilevare nuovamente un incremento, seppur lieve, della diffusione del virus – l’Unità di Crisi ritiene valutabile esclusivamente l’apertura graduale della scuola dell’infanzia e della prima classe della scuola primaria, purché si attivino azioni preventive di screening dei relativi contesti”.

L’unità di crisi ha quindi posto una condizione cioè ha previsto un avvenimento (lo screening) cui deve essere subordinata la riapertura graduale delle scuole. Se lo screening è stato posto come condizione, ne consegue che lo screening deve essere obbligatorio e non volontario (come scritto nella ordinanza). Tra l’altro, se in classe entrano bambini che hanno fatto lo screening e bambini che non lo hanno fatto, è completamente vanificata l’azione di prevenzione». Si tratta di un’obiezione a cui fa seguito un altro legittimo interrogativo, sorto da una evidente contraddizione: «L’Unità di crisi regionale – prosegue il presidente del Consiglio comunale – ha previsto che “Solo dopo il concreto avvio di tali misure per un periodo di almeno una settimana e all’esito delle attività di screening, monitoraggio e valutazione – e quindi non prima del 24 novembre 2020 – si ritiene che le attività della scuola dell’infanzia e della prima classe della scuola primaria potranno riprendere in presenza, ove ritenuto indispensabile alle esigenze dei minori e delle famiglie”.

Il Capricho ritiene opportuno uno screening obbligatorio e non meramente volontario, e propone la possibilità di attivare un proprio punto di prelievo in quanto Comune terremotato

L’ordinanza n. 90/2020 riapre sic et simpliciter le scuole il 24 novembre senza prima attendere “l’esito delle attività di screening, monitoraggio e valutazione” e senza motivare sulla “indispensabilità per le esigenze di minori e famiglie”. Questa contraddittorietà tra il parere della Unità di crisi e l’ordinanza regionale può creare disagio e confusione tra i genitori tenuto conto che a Casamicciola due bambini dell’ICS Ibsen sono risultati positivi in questo periodo di chiusura delle scuole e il numero dei positivi sull’isola d’Ischia è molto elevato (ormai oltre le 600 unità)».

L’avvocato Piro chiede inoltre che il Comune possa essere delegato a raccogliere i dati di docenti, non docenti, alunni e conviventi dell’ICS “E. Ibsen”, trasmettere i dati alla ASL e ricevere da questa l’indicazione del luogo, giorno e ora del prelievo, e che il tampone per i bambini possa essere eseguito senza stazionamento in auto

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Nella nota si fa riferimento anche a disagi logistici e organizzativi: «L’ordinanza prevede lo screening anche sui conviventi degli alunni. E’ una previsione in linea con quanto scritto nella relazione della Unità di crisi (cfr. “screening dei relativi contesti”) condivisibile e perfettamente legittima. Infatti il bambino vive in un contesto familiare che va monitorato perché fonte di contagio.

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Dovendo pertanto sottoporre a tampone antigenico alunni e conviventi sarebbe preferibile prevedere un punto di raccolta utenti presso ogni Comune e delegare al Comune la predisposizione di un elenco così da evitare l’intasamento del numero dedicato che già a poche ore dalla istituzione, è totalmente irraggiungibile. Ove pure si prevedesse la prenotazione on line a mezzo mail certamente non basterebbe una settimana per catalogare le richieste, selezionarle e inviare il messaggio di comunicazione di luogo, data e giorno». E l’avvocato Piro porta ad esempio avvenimenti recenti: «Abbiamo assistito a scene imbarazzanti davanti al pronto soccorso dell’ospedale Rizzoli dove genitori con bambini hanno atteso in macchina, per ore, prima di essere sottoposti a tampone. Non va taciuto che, dopo avere sentito un pediatra, il tampone va fatto con molta attenzione ai bambini altrimenti possono avere dolore e farsi male sicché il prelievo dalla macchina non appare il mezzo più appropriato per bambini di tre anni».

La nota si conclude sintetizzando gli interrogativi sollevati: «Sulla base delle suesposte osservazioni si pongono i seguenti quesiti: a) se è il caso di prevedere uno screening obbligatorio e non meramente volontario; b) se si possono attivare punti di prelievo presso ogni Comune o presso il Comune di Casamicciola Terme che è già Comune terremotato e vive in un contesto fragile; c)se il Comune può essere delegato a raccogliere tutti i dati di docenti, non docenti, alunni e conviventi relativamente all’ICS “E. Ibsen” di Casamicciola Terme e trasmettere i dati alla ASL e ricevere direttamente dalla ASL il luogo, il giorno e l’ora del prelievo; d) se il tampone può essere effettuato senza stazionamento in macchina del paziente, almeno per i bambini».

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