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‘Il bacio della pantera’, un cult movie a Villa Arbusto

G.C. | Lacco Ameno – Sensuale, infido, misterioso. Lo sguardo sonda silenzioso e implacabile i misteri dell’animo umano, il suo passo felpato è presago di accadimenti soprannaturali. Sul grande schermo il gatto regna supremo, simbolo di tutto ciò che di ferino si nasconde nell’uomo. E soprattutto nelle donne.
Ecco perché non si accarezzano i gatti: si diventa pantere.
Come la protagonista del capolavoro di Jacques Tourner “Il bacio della pantera”, fenomenale cult movie del 1942 proiettato questa sera a Villa Arbusto nell’ambito della rassegna “Metamorphosis” e introdotto dal prof. Francesco Ballo, dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
cat_peopleUna bella slava emigrata a New York (contenitore fintamente neutrale per statuto) è convinta di essere una donna-pantera e di rivelare il suo lato felino/fatale solo se eccitata sessualmente. Marito e psicoanalista sono scettici: mal gliene incoglierà (soprattutto al secondo). Prendendo spunto da antiche leggende orientali, Tourner realizza un film dai chiari risvolti freudiani, come spesso accade nella Hollywood degli anni Quaranta. Un percorso di minacce senza volto verso l’inevitabile metamorfosi della giovane protagonista (la francese Simone Simon), donna straziata dal terrore per il proprio corpo e la propria sessualità.
Se l’horror contemporaneo tenta continuamente l’assalto ai limiti massimi della visione, “Il bacio della pantera” mostra poco o niente, secondo la regola che identifica la paura con una sorta di progressiva cecità. Come ci insegna la strepitosa sequenza ambientata nella piscina (che avrebbe fatto scuola, si pensi a Dario Argento in “Suspiria”), la rivale viene perseguitata da una pantera presente solo a livello sonoro. Il panico più spinto è quello che galleggia in uno stato di liquida, permanente sospensione. Protagonista assoluto, forse ancora più della luce/ombra, è il grido della bestia, un verso inesploso che gela occhi e cuori proprio perché non è ciò che appare.
Un B-movie di gran classe che il pur bravo Paul Schrader non saprà replicare nel suo omaggio/remake del 1982, nonostante al presenza di Nastassja Kinski all’apice della sensualità e i (più) moderni effetti speciali che permettono mutazioni a vista. Questa sera alle 21, ingresso libero.
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