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Pazienti psichiatrici, esplode la rabbia del Cudas

ISCHIA – Continuano a fare notizia le condizioni dei pazienti psichiatrici ospiti delle strutture residenziali posizionate sull’isola. Dopo esser venuti a conoscenza delle condizioni poco chiare dei pazienti coinvolti nel progetto terapeutico riabilitativo individualizzato, il Cudas chiede che sia fatta luce sulle reali condizioni in cui vivono le persone che avrebbero bisogno di assistenza sanitaria 24 ore su 24. “Nei giorni scorsi, – ha evidenziato il comunicato stampa del Cudas – la stampa locale ha pubblicato foto e notizie (finora non smentite) sul gruppo appartamento per pazienti psichiatrici da poco inaugurato a Casamicciola che, come Cudas Ischia, ci stupiscono e ci preoccupano alquanto. Proprio noi che, dopo un inverno e buona parte della primavera impegnati nel sollecitare e supportare iniziative utili a garantire finalmente una sistemazione residenziale e assistenziale adeguata agli ex residenti della Sir e agli altri pazienti isolani sparsi in strutture della terraferma, avevamo salutato con un sospiro di sollievo la novità dei gruppi appartamento realizzati a Ischia e a Casamicciola con i fondi della nuova legge sul “Dopo di noi”.

Le nuove strutture, invece, sembrano non essere affatto idonee ad ospitare pazienti psichici. In uno spazio angusto, poco consono all’attività terapeutica, sono presenti lavatrici e suppellettili non sicure e addirittura un letto soppalcato, inadeguato a ospitare pazienti psichici. “Intendiamoci – continua il comunicato – se fosse toccato a noi decidere, avremmo preferito che quelle persone non fossero ancora una volta sradicate dal contesto in cui erano inserite e soprattutto dalla famiglia che in vent’anni di convivenza avevano costituito fra loro e anche con gli operatori che se ne erano presi cura fin dal ritorno a Ischia dai manicomi, nel lontano ’97. E anche per non sottoporli di nuovo ad un cambiamento di luogo e di vita, come tante volte era accaduto dopo la chiusura della Sir e il progressivo disimpegno (per noi ancora incomprensibile e assai discutibile) dell’Asl nei loro confronti.

Ma, da cittadini, abbiamo dovuto ovviamente adeguarci a quanto regole nuove e decisioni degli enti e organi deputati hanno stabilito. E in quell’ambito, l’unica soluzione soddisfacente almeno per una parte dei cosiddetti “pulcini sperduti” sembrava essere proprio quella dei gruppi appartamento, resi possibili dalle nuove norme appena entrate in vigore e applicate anche nella nostra Regione. Peraltro, i requisiti previsti dal bando per l’assegnazione dei servizi collegati all’allestimento delle nuove residenze e alla successiva assistenza degli ospiti offrivano garanzie circa la qualità dei servizi stessi e la loro rispondenza alle esigenze di persone che già troppo hanno sofferto nella vita e che, dunque, ora necessitano di tutte le cure possibili in un paese civile.  Perciò quanto abbiamo visto e letto sulla stampa non ci convince e, lo ribadiamo, ci preoccupa e ci inquieta. Di qui il nostro doveroso, fermo e convinto appello, richiamo e sollecito a tutti i soggetti titolati alla tutela dei pazienti, affinché provvedano con la massima sollecitudine e attenzione a verificare la situazione, a fare pubblicamente chiarezza su di essa e a porre in essere tutte le azioni necessarie e a garantire ai residenti nei gruppi appartamento condizioni di vita dignitose, confortevoli e serene, come meritano e come è doveroso che ricevano dalla società. Da parte nostra, come sempre, – conclude il Cudas-  non smetteremo di vigilare e di verificare, per quanto a noi possibile, che i “pulcini sperduti” e gli altri pazienti psichiatrici isolani ricevano tutte le tutele e l’assistenza di cui hanno bisogno e a cui hanno diritto”.

 

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