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Caso Caremar, continua il silenzio di Francesco Ceci

Il periodo nero attraversato dalla Caremar sembra non avere fine: scioperi del personale marittimo e disagi sono ormai all’ordine del giorno. L’ultimo eclatante disservizio, dopo quello altrettanto grave del portellone bloccato che aveva impedito all’utenza di scendere al porto di Napoli, si è verificato lo scorso venerdì quando, a causa di un problema con l’emissione dei titoli di viaggio, i passeggeri si sono visti negare la possibilità di salire a bordo ed hanno dovuto attendere che la compagnia si inventasse uno stratagemma per permettergli di imbarcarsi. Problema ai terminali? Inesperienza del nuovo personale che ha preso il posto dei dipendenti della Travel&Holiday che da decenni gestiva il servizio? Una risposta certa non c’è. Se a questo ci aggiungiamo che chi di dovere si rifiuta di dare spiegazioni, lasciando che l’utenza brancoli nel buio, allora la situazione diventa davvero insostenibile. In attesa che Francesco Ceci, amministratore della Caremar, risponda alle nostre domande, abbiamo tentato di approfondire l’argomento con l’aiuto di Giovanni Lombardi, responsabile ATEC, che ci ha raccontato il suo punto di vista su tutta la vicenda.

«Purtroppo i nuovi proprietari hanno ereditato una situazione oserei dire catastrofica- ha esordito Lombardi- perché la Caremar era sull’orlo del fallimento, ricordo che non avevano nemmeno i soldi per il gasolio, per cui si è ripartiti da zero, sia per quanto riguarda il discorso delle penali che per quanto riguarda il restyling degli aliscafi, come è già successo sull’isola di Procida dove è stato messo in atto un importante programma di investimenti. Bisogna capire- ha continuato- che loro hanno ereditato una situazione difficile e non è possibile poter soddisfare tutte le esigenze dell’utenza da un giorno all’altro, effettivamente c’è un grande sforzo da parte di questi armatori per far si che le cose vadano nel migliore dei modi. Bisogna anche spendere due parole sul discorso della gara a cui hanno partecipato per l’acquisizione, non dimentichiamo che inizialmente il bando di gara prevedeva un contributo di quasi 19milioni di euro per chi avesse vinto, poi visto che ci sono stati vari armatori che si sono presentati per questo bando di gara, loro hanno dovuto fare un’offerta a ribasso, quindi da un contributo di circa 19milioni di euro la Caremar si è aggiudicata la gara a meno di 11milioni di euro l’anno, significa che perderanno 8milioni di euro l’anno rispetto a quello che era il budget iniziale, più del 40%. Ovviamente, bisogna mettere in conto che la scelta di erogare un contributo di 19milioni di euro non era casuale,  ma rappresentava i costi di gestione della Caremar,  quindi ad oggi è molto difficile far quadrare i bilanci. I nuovi proprietari della Caremar sono armatori esperti, Aponte è il secondo armatore al mondo, quindi persone di grande esperienza e professionalità che hanno migliaia di dipendenti, come pure la stessa Medmar che è nel Golfo da tanti anni conosce bene queste situazioni, bisogna avere  pazienza e aspettare, dargli il tempo per poter sistemare tutte le situazioni» ha spiegato, fiducioso, Giovanni Lombardi.

«Prendiamo il problema delle biglietterie. Lì si è trattato di una scelta aziendale in cui la Caremar ha deciso di mettere in pratica una gestione diretta delle biglietterie non volendo più avere un terzo interlocutore, quindi è evidente che può capitare di avere delle difficoltà con il nuovo personale. In questa situazione il guaio è che sono state licenziate complessivamente 14 persone, di cui otto a Napoli e sei ad Ischia, dove però sono rimasti in cinque in seguito all’episodio del furto nella biglietteria, a causa del quale uno dei dipendenti è stato sospeso in attesa dello svolgimento delle indagini giudiziarie. Però vorrei fare un passo indietro anche sul problema dei marittimi, su cui ci sono molte preoccupazioni in quanto il sindacato confederale ha firmato il nuovo contratto di lavoro, mentre quello autonomo OR.S.A. no, per cui in previsione ci sono altri scioperi, come quello del 28 marzo. Perché la Regione Campania che ha gestito questa gara, visto che per altro è stata una delle ultime regioni a fare una gara di questo tipo, non ha studiato i bandi delle altre regioni?- si chiede Lombardi-  Faccio un esempio, all’interno del bando di gara della Regione Toscana del 2011, all’articolo 1 è prevista la garanzia del posto di lavoro per tutti i dipendenti, cosa che nel bando della Regione Campania non esiste da nessuna parte, io mi chiedo perché nel bando di gara della Regione Campania questa cosiddetta “clausola sociale” non c’è? Doveva esserci una clausola che stabilisse che la nuova compagine entrata nella gestione della Caremar garantisse il lavoro a tutti: marittimi e bigliettai. Quindi secondo me chi ha sbagliato a monte è stata la Regione da un lato, si tratta di un problema politico causato dal governo regionale di allora che non ha capito come gestire la cosa, e i sindacati dall’altro, che già da allora dovevano pretendere che venisse garantito il posto di lavoro a tutti» ha spiegato. «Ora la Regione non può fare più nulla se non pretendere che vengano rispettati gli standard di servizio previsti dal bando di gara, anche perché all’interno dello stesso bando c’è un capitolato a parte sulle sanzioni da attuare in caso del mancato rispetto degli standard (pulizia dei servizi igienici, buono stato delle poltrone, puntualità, ecc.). In tutto questo però non è chiaro come l’utenza debba denunciare questi disservizi in modo da permettere alla Regione di multare l’azienda. Infatti, il meccanismo delle multe è attuato direttamente dalla Regione che in caso di disservizi detrae il corrispettivo delle multe dal contributo che deve essere pagato all’azienda, il quale è diviso in tre tranches annuali».

Parlando poi della mancata risposta di Francesco Ceci alle nostre domande: «non riesco a capire perché non ci sia stata risposta, mi sono sembrate domande abbastanza pertinenti, utili ad informare i lettori, soprattutto perché può sembrare che si voglia nascondere qualcosa, invece, come ho detto tante volte, secondo me c’è semplicemente bisogno di tempo per assestare una situazione drammatica che loro hanno essenzialmente ereditato».

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