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PENSIERI IN LIBERTA’ – Battere il caularone per assicurarsi un futuro politico

Si dice che anche in quello che comunemente viene definito il delitto perfetto, l’assassino un errore lo commette ed una traccia la lascia sempre. Già, errori. Ad Ischia la campagna elettorale finalmente pare essere entrata nel vivo e pazienza se lo ha fatto in maniera triste e patetica, in fondo non è che potessimo attenderci di meglio visto quello che passa il convento e cioè ben poco se non addirittura niente. Chiediamo scusa anticipatamente a molti nostri lettori, i quali (a torto o a ragione non sta a noi dirlo) lamentano sempre il fatto che l’attenzione viene rivolta troppo spesso a Giosi Ferrandino e Domenico De Siano. Ebbene sì, il punto di partenza ancora una volta è rappresentato da loro. L’impressione è che stavolta qualche errore possano averlo commesso e provo a spiegare il perché. Il sindaco d’Ischia ha scaricato Enzo Ferrandino da tempo immemore, praticamente prima ancora di averlo insignito come erede al trono (cosa che peraltro non si è mai sognato di fare, chiamalo fesso…): al di là delle chiacchiere di circostanza e delle rassicurazioni che fornisce al commercialista periodicamente, questi sono i fatti, punto e basta. E allora stato dell’arte non sono più soltanto gli addetti ai lavori, ma anche i cittadini comuni a porsi l’amletico quesito:  cosa aspetta il buon Enzo a mandare a quel paese il primo cittadino? C’è poi il senatore, che dapprima ha ritenuto si dovesse puntare su Gianluca Trani e poi ha cambiato idea. Per conoscere i motivi chiedete al diretto interessato, ma nel ragionamento in oggetto in ogni caso ci interesserebbe ben poco.

Dove vogliamo arrivare? Due politici della scaltrezza di Ferrandino e De Siano, a modesto avviso dello scrivente, avrebbero potuto e dovuto provare a tenere legati a loro i due giovani e rampanti aspiranti primi cittadini fino all’ultimo momento, per poi magari scaricarli in zona Cesarini e non dare agli stessi il tempo di potersi organizzare diversamente. Sarebbe stato un piano diabolico e malefico, davvero di quelli capaci di stroncare un toro, e dunque anche Gianluca ed Enzo. Non solo non lo hanno fatto, ma l’asse del caularone di fatto ha messo in condizione entrambi di poter anche – paradossalmente – sedersi a un tavolo, guardarsi in faccia e iniziare a ragionare. Seguiteci, non ci vuole molto ad arrivarci. Con il vicesindaco ancorato a Giosi ed il presidente del civico consesso deciso ad andare per la sua strada, è chiaro che i due giovanotti non si sarebbero mai incontrati, desiderosi com’erano entrambi di provare la scalata alla poltrona più ambita del palazzo municipale di via Iasolino. Ora, però, guardarsi in faccia e cercare una sintesi, presumibilmente, potrebbe non rappresentare più una eventualità o una possibilità, quanto piuttosto una inderogabile necessità. Si dirà: e il passo indietro chi lo fa? Rispondiamo: è l’ultimo dei problemi, perché in questo momento la priorità è un’altra.

Enzo e Gianluca potrebbero mettersi d’accordo in autonomia, tirare la monetina, i calci di rigore allo stadio Mazzella o addirittura darsi un pizzicotto sulla pancia e lanciare in orbita un candidato terzo. Ma ormai i chiari di luna che si vanno a delineare dimostrano una cosa inoppugnabile e indiscutibile. Oggi bisogna mettere in atto ogni alleanza ed ogni strategia per chiudere definitivamente la scellerata era del “caularone” che – al netto di quelli procurati ai diretti interessati – non ha portato alcun beneficio ad Ischia. Ed un’alleanza del genere potrebbe avere l’appeal ed i numeri necessari per riuscire nell’impresa. In fondo, parliamoci chiaro, se non si scardina questo sistema si finirà ancora per molto tempo per recitare un ruolo di sparring partner, al netto dell’incarico che si vada a ricoprire. Un fardello che per quelli della generazione di Enzo e Gianluca, in rigoroso ordine alfabetico e anagrafico, dovrebbe essere inaccettabile. Meditate gente, meditate…

Gaetano Ferrandino (gaetanoferrandino@gmail.com)

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