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Pensieri in libertà: Ha vinto Francesco o ha perso Stani?

Le elezioni foriane sono finite. Meglio così, perché lo spettacolo – nonostante i guelfi accusino i ghibellini e questi ultimi facciano altrettanto – è stato di quelli davvero deprimenti. Forse, all’ombra del torrione, non ci starebbero male una decina d’anni di commissario prefettizio, per provare a “depurare” un ambiente che pare ormai inquinato in maniera irreversibile, come testimoniano offese, insulti e minacce qualche volta ben oltre il limite della decenza. Ma a giochi fatti la domanda che bisogna porsi è una e sola: ha vinto Francesco Del Deo o ha perso Stani Verde? Partiamo dal “Papa”, che ha collezionato un risultato deludente sia al primo che al secondo turno. Inutile girarci intorno, il sindaco uscente ha la “macchia” gravissima (e anche clamorosa, secondo quelle che erano le previsioni dei bookmakers) di non essere riuscito a centrare la vittoria al primo turno e di essere stato costretto a cimentarsi nei tempi supplementari. Ma anche in occasione del ballottaggio, pur spuntandola sul duo antagonista, non ha certo ottenuto una performance travolgente. Se finisci con l’indossare la fascia tricolore con 4.150 voti di preferenze in un territorio dove gli aventi diritto sono quasi 15.000, capirete che non è certo il massimo della vita. Per non tirarvela troppo a lungo, l’impressione che emerge da queste amministrative è che il foriano medio certamente non impazzisse per Del Deo e non avesse gradito il modo con cui aveva governato il paese nell’ultimo quinquennio.

E qui entra in gioco il suo avversario, Stani Verde. C’è chi sostiene che la coalizione che lo sosteneva avrebbe dovuto approfittare del suo appeal ma nel contempo cercare un candidato sindaco realmente nuovo in quanto avulso dall’agone politico. Qui, però, si rischierebbe di riavvolgere troppo il nastro e allora magari ne parliamo un’altra volta. La verità è presumibilmente un’altra anche se le nostre restano “sensazioni”. Stani fino al 10 giugno ha tirato come un bolide di Formula Uno, consapevole che riuscire ad impedire al suo rivale di chiudere la contesa in prima battuta lo avrebbe posto in una condizione di innegabile vantaggio. E, tra meriti suoi e demeriti altrui, la cosa gli è perfettamente riuscita. L’impressione, però, è che dal momento immediatamente successivo abbia avuto difficoltà nel compiere quello “step” in grado di garantirgli il salto di qualità e di arrivare in tranquillità al match point. E alla fine, evidentemente, l’elettorato ha preferito non lasciare la via vecchia per la nuova.

P.S. Chiudo con una considerazione. Il risultato scaturito dalle urne, purtroppo o per fortuna, certifica che i social, per quanto diffusissimi, non hanno ancora la capacità di condizionare la gente e le loro decisioni. Specialmente quando sono utilizzati male, e stavolta è andata esattamente così. Insomma, per chi pensava di avere un futuro da “influencer” non resta che una cosa da fare: ridimensionare i propri sogni di gloria e… andare a lavorare.

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