CULTURA & SOCIETA'

Peperone emoziona ancora la sua Forio

Venerdi scorso il ricordo di Michele Petroni, l’abbraccio immenso di centinaia di amici

E’ stata una serata straordinaria quella di venerdi 6 dicembre, presso il Bar Pub Tramonto sul corso principale di Forio: “Viva Peperone!”, il titolo dell’evento diceva gia’ praticamente tutto, si è brindato insieme a centinaia di amici del grande e indimenticato artista naif che ha rappresentato un’epoca, probabilmente piu’ di ogni altro. La sua amata Forio, terra e madre, venerdi sera gli ha tributato l abbraccio più immenso ed affettuoso. Un omaggio che doverosamente si riserva ai suoi figli prediletti epiu’illustri. L’evento ha registrato una partecipazione enorme, un susseguirsi di aneddoti,ricordi, testimonianze prima sull’uomo e poi sull’artista. Un caleidoscopio e uno scrigno di ricordi praticamente infinito. L’ incontro conviviale e’ stato infatti concepito esattamente così dalla Associazione “Incontrarte”, ideatrice e organizzatrice di 11 mesi di eventi senza precedenti negli ultimi decenni nel panorama culturale foriano: niente quadri, un ricordo di Peperone verbale, originale ed informale. “Siamo grati a tutti voi, non solo per aver partecipato ma per averlo fatto con lo spirito e l animo che vi avevamo chiesto. Stasera si sarebbe tanto divertito, su questo non c’è dubbio” ha esordito il presidente UMBERTO LUCIO AMORE, aprendo i lavori. Ricchi di spunti gli interventi degli amici di una vita di Michele Petroni: GIGIOTTO RISPOLI, MASSIMO IELASI, GIANNI CALISE, MICHELE CALISE, NICOLA LAMONICA, ognuno di loro ha arricchito con la presenza e la testimonianza il ricordo di Peperone, raccontando momenti importanti ma anche intimi della vita dell’artista, il suo pensiero, la sua eredità culturale, la certezza in sintesi – come ha detto il prof. Rispoli – che è tanto di piu’cio’ che Michele Petroni ha dato a noi, rispetto a cio’ che noi abbiamo dato a lui in vita. E’ stato davvero un lungo e immenso abbraccio, quello riservato a Petroni, anche e soprattutto nelle parole dei soci organizzatori.

Il prof. Umberto Lucio Amore e il dott. Peppino Castiglione hanno dedicato al grande artista scomparso alcuni loro brani, alcune opere in prosa ed in poesia, particolarmente profondi e apprezzati dal pubblico. Mentre la prof.ssa BRIGIDA VERDE, moglie di Vito Mattera, ha donato la sua testimonianza diretta di una amicizia lunga una vita: ricordando l’attiguita’ tra la libreria di Vito e l’atelier laboratorio di Peperone, proprio di fianco, hanno condiviso il tempo, lo spazio, le esperienze ed anche i sogni. Erano due uomini Vito e Peperone, ma tra di loro ritrovavano il piacere infantile di vivere la vita”

ANDREA ESPOSITO ha quindi ripercorso la vita, il messaggio e l’eredita’ che lascia Petroni: “Dietro la sua arte,c’è una personalita’ che non impareremo mai a conoscere del tutto. L uomobambinoche cercava nei simboli del suo paesei punti di riferimento infantili come la protezione sicura della propria terra-madre, a cui era legato piu di ogni altra cosa, non dice tutto di Peperone. Semplice, controverso, anticonformista, naif, libero. Qualsiasi etichettaè riduttiva.Chi è Petroni, dunque? Prima di tutto: un foriano.Poi un artistaautodidatta, primitivo, naif, erede dell’illustre tradizione ischitana del suo genere – ha sottolineato lo scrittore foriano – ma fin da giovane Peperone ha anche subito l’urto violento della realtà,i feroci egoismi e le mille ipocrisie (mascherati da perbenismo) della vita di paese. Subisce la solitudine e l’abbandono ai quali sono soggetti i piu’ poveri tra i poveri. La sua arte si trasforma: diventa polemica.L’unico rifugio che gli restituisce una allegria beffarda è – come per i piu’ grandi artisti – il Sogno. La vita tutta di Petroni è stata lirica – ha concluso Esposito – eterno tentativo di equilibrio tra come vorremmo che fosse e come invece realmente e’”

E’ toccato, naturalmente, alla sorella CLEMENTINA PETRONI chiudere l’evento, visibilmente commossa, ha ripercorso tutte le tappe della vita di suo fratello Michele: dai primi collage fatti con i ritagli di stoffa che rubava alla madre sarta, quando li lasciava cadere, fino allo sconfinato desiderio di liberta’ coltivato fin dalle scuole, da bambino, il suo ricercare continuamente il contatto con la natura, con i luoghi, con il paese, con i suoi simboli. La capacità enorme e coraggiosa che ha avuto Peperone – autodidatta – nel decidere di intraprendere la faticosa strada dell’artista, i sacrifici – ha ricordato Clementina – sono stati immensi, dal primo studio atelier aperto vicino al Bar Maria, a quello storico di fianco alla libreria di Vito Mattera. Ben presto si è ritagliato un suo spazio, grazie alla inconfondibile firma, ad uno stile naif del tutto personale, unico, onirico, quasi magico che e’ arrivato ad ammaliare ed affascinare grandi nomi del salotto culturale che era Forio in quegli anni, provenienti dal mondo intero. Tra di essi addirittura Jackie Kennedy Onassis. Clementina ha infine sottolineato la capacità di relazionarsi col mondo intero di suo fratello: buono, affabile, ironico, sempre allegro e interessante, ma molto meno ingenuo di come molti lo credevano. Peperone è stato un foriano vero, un artista totale, un essere umano proiettato verso il suo prossimo”. Infine gli organizzatori ci hanno tenuto a ringraziare per l’ospitalità, la professionalita’ e la pazienza la FAMIGLIA D’AMBRA (Bar Pub Tramonto), Carmen Paco e Marianna, eredi ‘e Rafelu’Pub che di Michele Petroni era un grande amico.

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