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Sindrome del Bikini e nuove frontiere della medicina di genere

E’ stata definita “sindrome del bikini” ed è mortale. Ma attenzione: non ha nulla a che vedere con l’imminente prova costume e ad esserne colpita è stata la scienza medica. Con questa espressione, infatti, si indica la
tendenza radicata fino a pochi anni fa di considerare l’universo femminile a fini scientifici esclusivamente per le differenze nei caratteri sessuali e per le malattie della riproduzione. Uomini e donne, tuttavia, spesso reagiscono in maniera diversa alle soluzioni farmacologiche e ai trattamenti. E se è vero che nel mondo occidentale le donne vivono, in media, 5 anni più degli uomini, l’American Hearth Association avvisa che negli ultimi 40 anni le malattie cardiovascolari sono diminuite negli uomini, ma non nelle donne. Non solo: nella fase acuta di infarto e accidente cerebrovascolare, nella fascia di età fino ai 75 anni, la mortalità è molto più
alta per le donne e dopo un by pass, la donna va più facilmente incontro a complicazioni spesso fatali. Ancora: il 33 per cento degli uomini muore per malattie cardiovascolari, 33 per cento circa per tumori, il
restante per altre cause (traumi, malattie respiratorie, etc); il 50 per cento delle donne (una su due) muore per malattie cardiovascolari, il 25 per cento (una su 4) per tumori, il restante 25 per cento per altre cause. “Per lungo tempo, la differenza tra uomini e donne è stata considerata un fattore secondario nello sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche e forme di prevenzione delle patologie – spiega infatti Gabriella Fabbrocini,
docente di Dermatologia all’Università Federico II oltre che membro del Consiglio Superiore di Sanità – per dare concretezza al concetto di centralità del paziente e garantire a ogni individuo, maschio o femmina, l’appropriatezza terapeutica ormai, però, è più che evidente l’esigenza di una nuova sensibilità, sottolineata
peraltro sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sia dall’ Istituto Superiore di Sanità, focalizzata sulla differenza di genere in medicina. Solo così, infatti, potremo ottimizzare la diagnosi e le terapie”. Se ne discuterà venerdì prossimo, 11 marzo, a partire dalle ore 10.00, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli, con la
Fabbrocini e Celeste Giliberti, Presidente Club Soroptimist Napoli Vesuvius; Silvestro Scotti, Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli; i Prof. Simona Marino delegata al Comune di Napoli per le Pari
Opportunità, Annamaria Colao, docente dell’Università degli Studi Federico II, Nicola Colacurci della Seconda Università di Napoli SUN, Maria Triassi Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Ferdinando Tramontano Presidente di Vision – Osservatorio di Vittimologia e membro dell’Osservatorio studi di Genere e P.O. Università di Salerno, Francesca Galgano responsabile Cug
Unina, le dr.sse Marica Annunziata del Laboratorio per il Corpo Ritrovato, Francesca Marone del Laboratorio
Donne Genere Formazione, il subcommissario alla Sanità della Regione Campania Claudio D’ Amario, e l’avv. Daniela Farone del Direttivo Soroptimist Napoli Vesuvius. Presente inoltre una delegazione di studenti dell’Istituto A. Righi di Napoli, che saranno premiati per un elaborato particolarmente interessante realizzato sulla medicina di genere.

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