CULTURA & SOCIETA'

PER LA PRIMA VOLTA IN UNA STRAORDINARIA COLLETTIVA ARTISTI “BIG” ISCHITANI DEL NOVECENTO IN MOSTRA A VILLA ARBUSTO DAL 17 SETTEMBRE FINO A DICEMBRE

Come ha anticipato il curatore Massimo Ielasi, una piccola sezione della mostra sarà dedicata ad artisti nati altrove ma amici da tempo dell’isola d’Ischia. «Sono ELIO WASCHIMPS, pittore con una vastissima conoscenza dell’arte antica (Tiziano e Velasquez) e dell’arte moderna(Soutine e Bacon), autore di una pittura di ‘calma densità e severamente malinconica’ (Roberto Longhi); ARNALDO POMODORO, la cui presenza è testimoniata dal monumentale ‘Arc en ciel’ che adorna il parco termale del Negombo; ELIO MARCHEGIANI che ha saputo crearsi un gruppo di amici ischitani ed appassionarli all’arte contemporanea ed, infine, ELEONORA SACHS, artista lei stessa e grande mecenate di molti artisti dell’isola»

Non  è stato mancato proprio nessuno degli artisti isolani del secolo scorso protagonisti sull’isola e fuori di essa con la propria arte negli anni del proprio fulgore d’espressione e di comunicazione verso una critica rigorosamente selettiva. Erano loro negli anni ’60, ’70 e ’80 con qualche nuova “scoperta “, e sono rimasti tali oggi nel momento l in cui per la prima volta sono stati messi tutti insieme per una inedita ed epocale mostra collettiva  nel tempio della storia antica  dell’isola d’Ischia, in quella villa Arbusto di Lacco Ameno sede prestigiosa degli eventi d’arte fra i più importanti  che il Comune del Fungo organizza nell’arco dell’anno.

Gli artisti in mostra a Villa Arbusto che hanno disegnato la storia dell’arte a Ischia  sono stati: Matteo Sarno, Federico Variopinto e Vincenzo Funiciello, eredi della scuola di Posillipo; i fratelli Vincenzo ed Edoardo Colucci, pittori bohemiennes; Luigi, Federico, Francesco e Giovanni De Angelis, tre generazioni di artisti; i foriani Bolivar,Peperone, Mariolino Capuano (contemporaneo), Gino e Marianna Coppa (contemporanea); i solitari Antonio Macrì, Giovanni Di Costanzo e Filippo Cianciarelli; i pittori del Borgo di Celsa, Aniellantonio Mascolo, Mario Mazzella e Gabriele Mattera; e ancora Raffaele ‘Monnalisa’ Di Meglio e Raffaele Iacono (contemporaneo); i fotografi Jean Marie Manzoni, Salvatore Basile e Gino Di Meglio (contemporanei) – Fra gli artisti del passato anche Giovanni Maltese, scultore e fine disegnatore:  si possono cogliere amicizie, affinità, sodalizi artistici e professionali. Percorsi paralleli o divergenti che, in tempi diversi, talvolta segnati da drammi privati e collettivi, hanno tuttavia dato vita a un periodo particolarmente fecondo per la vita artistica e culturale ischitana. In alcuni casi, attraverso toni ed esperienze stilistiche molto vicine tra loro; in altri, sviluppando tendenze figurative estremamente personali e linguaggi espressivi differenti. 26 fra Pittori, scultori e fotografi per una straordinaria collettiva dedicata all’arte isolana del XX secolo, preludio a un catalogo che sarà presentato a chiusura della mostra. 

Il Vernissage prende il via sabato prossimo  16 settembre dalle ore 19. Di loro hanno scritto critici d’arte di fama nazionale ed i internazionale. Per Luigi De Angelis  il critico d’arte Paolo Ricci cosi cos’ di esprimeva; “Stpefacete è la storia di questo grande  artista barbiere e poi pittore… A quarant’ anni, un bel mattino   gli venne in testa l’idea di dipingere il paesaggio che aveva sempre davanti agli occhi  dalla sua bottega di barbiere sul molo del porto e che si rifletteva  nella grande specchiera dietro la testa del cliente. Comprò da un tabaccaio dei colori ad acquerello per bambini e dipinse su certi fogli di carta da salumiere le sue prime opere tutte ispirate alla stupenda – allora incontaminata  – natura di Ischia. A mano a mano  che  eseguiva  le sue  “vedute”  le attaccava col sapone da barba sugli specchi del salone…”. Il critico Vitaliano Corbi scrisse di Gabriele Mattera: “Lo spazio delle “tende” è il silenzio. Nel ciclo dipinto da Gabriele Matera dal 1986 allo scorso anno, grandi teli colorati pendono da lunghe aste e paiono ondeggiare lievemente come spoglie abbandonate. Dopo l’ultima partenza degli uomini  che innalzarono queste tende, scese il silenzio…Nello spazio del silenzio si rivela la pittura…”.        P er Vincenvo Funiciello, fra i tanti c’è il commernto di Giuseppe Alparone: “…lìeterno giovane dalla battuta pungente e dallec iniziative imprevedibili, rientra in quel filone di pittori istintivi… oggi  Vincenso Funicfiello non usa più i pennelli.

Da quando  a Berlino, dove era tornato nel dopo guerra, vi sul pavimento di una  sartoria una ricchezza di colori negli avanzi di stoffa, dopo iol rammarico dello spreco lo prese il desiderio di utilizzare ciò che  attendeva la ramazza, nacque l’intuizione di ciò che nella pittua isolana dovev a essere novità assoluta: il collage…”. Per Antonio Macrì il critico Raul Maria De Angelis ha scrito: “ E’ nato pittore; tuttavia  per salvarsi dalla tentazione di colori sgargianti, isolani, sembra rassegnato a una monotonia di temi e di accenti, attraverso la macerazione e la rinunzia. Nei suoi quadri ora predominano i grigi, i bianchi, i viola in tinte così delicate che a volte un raggio esterno di sole distrugge e scancella dalla tela…”. Per Mario Mazzella Il critico d’arte Attilio Iovino così ha scritto: “…talvolta la figurazione di colora di romantica inquietitudine  nell’immagina della donna. Pensosa e assorta, che richiama al Pittore il ricordo nostalgico della madre, dal volto inciso dal segno si dolente pietà e si solitaria memoria…”. Palo Ricci così scriveva di Aniellantonio Mascolo: “…sull’”innocenza di Mascolo non ci sono dubbi. Egli è un uomo del popolo, un operaio, un artigiano. ed’ sempre vidduto come figlio di lavoratori, e continua a vivere  tra gente semplice, trs uomini e donne legsti ad antichei costumi di onestà e di pulizia morale. È vissuto in un contesto sociale che fino a pochi anni fa non era stato inquinato dai miti del neocapitalismo e si abbandonava ai giochi tradizionali,  basati su una concezione panteistica della natura: le feste campestre, i fuochi d’artificio, le sagre marinare, le leggende contadine…”.

Il critico d’ are Paolo Ricci scrive anche di Gino Coppa definedolo pittore europeo “…la pittura di Coppa , scrive Ricci, è come un discorso continuo cadenzato dal ritmo robusto  di forme concatenatisi  con logica chiarezza e misura. Il colore è puro, sovente acceso. Il disegno sapiente ed essenziale…”. Per tutti gli altri hanno scritto con eguali consesi Raffaello Franchini, Giuseppe Alparone, Michele Longobardo, Alfredo Schettini. Ercole Camurani, Renato Guttuso, Enrico Giuffredi, Tonino Della Vecchia, Edoardo Malagoli, Agostino Di Lustro,  Giovanni Verde, Carlo Bernari, Vasco Pratolini, Ettore Settanni, Ottavio pinna,Antonio Lubrano,Carlo Carrà, Virgilio Guzzi, Franco Girosi, Nino Salvaneschi, Pietro Paolo  Zivelli, Manlio Miserocchi, Mario Sertoli, Franco Legrottaglie, Libero De  Libero, Leonardo Iacono. Con testimonianze di stima anche  di colleghi artisti pittori famosi. 

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Fra gli artisti big del Borgo di Celsa del novecento ischitano, accomunati i sabato prossimo a Villa Arbusto,nella straordianaria mostra collettiva in allestimento , io avrei aggiunto anche Catello Curci e Maria Romito puri nell’animo e nella narrazione naif della loro sempli e bella  pittura. Villa Gingerò, nel complesso museale di Villa Arbusto a Lacco Ameno, conclude così la sua fortunata stagione espositiva per l’anno 2023 con questa straordinaria mostra collettiva: “Artisti dell’isola d’Ischia del XX secolo. Tra primitivismo popolare e cultura metropolitana”. 

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Sarà presentata all’attenzione del grande pubblico una selezione di oltre trenta opere tra pittura, scultura e fotografia per un’ampia panoramica che documenta la fertile e appassionante epopea dell’arte ischitana del Novecento. Un omaggio a 26 artisti che, in un secolo burrascoso teso alla modernità, sono riusciti a dirigere il proprio sguardo su territori veri o immaginati, imponendo la propria personalità con forza espressiva, coerenza estetica e un legame, intenso e indissolubile, con la propria terra. Maestri e sperimentatori del colore, delle forme, della materia, molti dei quali già noti anche al di fuori dei confini isolani, che testimoniano l’evoluzione dell’arte e della società ischitana durante tutto il XX secolo, riflettendo sulla sua importanza storica e attuale.   Come ha anticipato il curatore Massimo Ielasi, una piccola sezione della mostra sarà dedicata ad artisti nati altrove ma amici da tempo dell’isola d’Ischia. «Sono Elio Waschimps, pittore con una vastissima conoscenza dell’arte antica (Tiziano e Velasquez) e dell’arte moderna(Soutine e Bacon), autore di una pittura di ‘calma densità e severamente malinconica’ (Roberto Longhi); Arnaldo Pomodoro, la cui presenza è testimoniata dal monumentale ‘Arc en ciel’ che adorna il parco termale del Negombo; Elio Marchegiani che ha saputo crearsi un gruppo di amici ischitani ed appassionarli all’arte contemporanea ed, infine, Eleonora Sachs, artista lei stessa e grande mecenate di molti artisti dell’isola».

«La mostra è una festa dell’arte ischitana più che mai necessaria», ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Cultura Carla Tufano. «Un evento speciale davvero unico perché raccoglie opere di tutti i più importanti artisti ischitani del ‘900. Un’occasione imperdibile per gli appassionati, perché i lavori presenti  a Villa Gingerò appartengono a collezioni private raramente esposti al pubblico, ma anche un grande opportunità per far conoscere alle nuove generazioni e agli ospiti dell’isola gli artisti del territorio, fornendo un contributo che riteniamo importante per l’analisi e all’approfondimento del panorama artistico isolano nel corso del XX secolo e quindi di quel particolarissimo contesto storico, sociale e culturale da cui sono emerse figure così originali e significative». La mostra “Artisti dell’isola d’Ischia del XX secolo. Tra primitivismo popolare e cultura metropolitana”, promossa dal Comune di Lacco Ameno e Città Metropolitana di Napoli in collaborazione con il Circolo Georges Sadoul di Ischia, è curata da Massimo Ielasi con Salvatore Basile e Bruno Macrì e rappresenta un preludio a un catalogo che sarà presentato a chiusura della mostra, prevista per fine dicembre 2023. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile tutti i giorni negli orari di apertura di Villa Arbusto.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Contributo di Gianluca Castagna

                                                                                                antoniolubrano1941@gmail.com

                                                                                                     info@ischiamondoblog.com

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