ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

“Per salvare il turismo Ischia deve trovare la sua identità”

ISCHIA – Guardare ad Ischia non più voltandosi indietro ma invece porgendo lo sguardo e l’occhio verso il futuro, per poter invertire la tendenza di un prodotto turistico che deve necessariamente ritrovare la sua linfa vitale dal momento che continua ad essere l’unica fonte di economia e dunque di sostentamento per la comunità locale. E’ stato questo l’oggetto di discussione attorno al quale ha ruotato il convegno svoltosi venerdì scorso al Grand Hotel Re Ferdinando di Ischia e che per ovvi motivi ha visto la partecipazione di una folta platea di addetti ai lavori, sia del mondo istituzionale che imprenditoriale, oltre che di comuni cittadini desiderosi di ascoltare quali strategie si intendano adottare per provare a risollevare un comparto che ultimamente certo non se la passa bene, tra presenze che non sono più quelle degli anni d’oro ed anche fatturati che sono calati vertiginosamente in virtù della corsa al ribasso e dunque all’applicazione del cosiddetto low cost.

Tra gli interventi in sala, particolarmente interessante quello dell’albergatore Sandro Florenzo il quale ha esordito in maniera polemica: “Ho ascoltato con interesse gli interventi – ha detto – e mi fa piacere che si parli dei problemi dell’isola perché la partecipazione è sempre positiva. Ma mi sono chiesto: gli amministratori che ci sono e che ci sono stati, non conoscono i problemi dell’isola? Magari gli stessi che stasera si sono discussi? Io credo di si, e magari era loro intenzione risolverli, ma ne Ferrandino che non è uno stupido e che ha una notevole esperienza amministrativa, ne altri prima di lui sono riusciti a risolverli ne a migliorare le condizioni sociali ed economiche di Ischia. Forse ci illudiamo che una volta eletti noi o qualcuno di noi dei presenti possa fare meglio di loro? Io non lo credo! Non lo credo perché manca, come è mancato in Ferrandino e negl’altri sindaci, il capire Ischia e tutta l’isola di che prodotto turistico ha bisogno per riprendersi. Senza sapere che tipo di prodotto turistico ci vuole, gli amministratori presenti e futuri non possono avere una linea precisa di investimenti e priorità ma fanno quello che possono a casaccio, a lume di naso, governando il giornaliero, accontentando ora l’uno ora l’altro e in definitiva disperdendo le energie e i soldi senza concretamente raggiungere risultati importanti”.

A metà tra rabbia e rassegnazione, Florenzo ha aggiunto: “Se invece si sapesse con certezza che cosa si vuole fare dell’isola (in pratica che prodotto turistico adottare) e che identità dare all’isola, gli amministratori saprebbero che cosa fare e che cosa non fare, che cosa è importante e che cosa non lo è, che cosa può aspettare e che cosa è di vitale importanza e urgente. Potrebbero quindi concentrare gli sforzi nelle cose più importanti per ottenere il prodotto turistico che si sono prefissati. Insomma per amministrare bene l’isola bisogna delineare una rotta e seguirla e condividerla tra tutti e sei i comuni. Ischia non ha una rotta, non sa dove sta andando e questo è spaventoso. Io credo, a seguito di un’analisi storica e commerciale, quale sia la rotta, quale è il prodotto turistico adatto ad Ischia che può risollevarla. Il prodotto, a mio avviso, è un’isola Verde dove i turisti e noi stessi possiamo vivere in simbiosi e nel rispetto della natura, muovendoci con mezzi non inquinanti, dove il mare si può bere, dove la montagna è protetta e valorizzata, e dove l’energia è pulita e prodotta da fotovoltaico e geotermico. Questa identità di Isola verde non è dettata dall’amore per la natura ma da un calcolo economico e da una visione del mondo. Oggi sempre più turisti vogliono andare dove la natura è protetta e dove non si inquina. Nella popolazione mondiale la coscienza ecologica e la consapevolezza che il mondo sta morendo a causa dell’inquinamento è sempre più forte. Per cui un’Isola Verde sarebbe un perfetto prodotto turistico che in pochi anni ci farebbe ritornare ai fasti di una volta e ci farebbe vivere in un’isola splendida e senza inquinamento”.

Il titolare dell’Hotel Oriente ha poi concluso: “Non dimentichiamo che l’isola ha ancora tutto per essere una Isola Verde perché piena di ricchezze naturali uniche e straordinarie soffocate però da troppi mezzi a motori e dalla mancata depurazione delle acque reflue, cose esageratamente invasive che offuscano e non fanno godere a pieno le sue bellezze naturali. Se decidiamo che è questo il prodotto giusto allora sarà più facile per gli amministratori governare l’isola perché sapranno per che cosa spendere e per cosa impegnarsi.
Ma la sfida non sarà solo degli amministratori, la sfida sarà di tutte le forze produttive che dovranno collaborare e non chiudersi nei loro alberghi o negozi come adesso fanno disinteressandosi del territorio. Un albergo può essere il più bello del mondo ma se il cliente fuori trova caos e inquinamento siatene certi che quell’albergo a lungo andare sarà sempre meno produttivo e come immobile varrà sempre meno”.

Inizio modulo

Ads

 

Ads

Fine modulo

 

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex