«Perrella deve andare via», parte l’esposto sul Porto di Lacco
Il consigliere comunale Giovanni De Siano, delegato alla portualità, ha inoltrato una denuncia alla Guardia Costiera e alla Guardia di Finanza contro il concessionario “per occupazione senza titolo di spazio demaniale”
Dietro la calma apparente, infuria la battaglia per il porto turistico di Lacco Ameno. In attesa dello “scontro finale” davanti al Tar, fissato al 12 luglio, mentre la società concessionaria Marina del Capitello prosegue nella contestazioni degli atti del Comune – l’ultima contro la procedura di affidamento per i servizi portuali ausiliari – l’ente già lo scorso 30 giugno aveva inviato alla Guardia Costiera e alla Guardia di Finanza un esposto-denuncia firmato dal consigliere comunale Giovanni De Siano, delegato alla portualità. La data dell’esposto è quella del giorno in cui era venuta definitivamente a scadenza l’ultima proroga-covid trimestrale a favore del privato, la cui concessione originaria era già terminata da un anno. Dal momento che il Tar aveva negato alla società la sospensiva cautelare in attesa del giudizio di merito, il Comune sostiene che il privato al momento sta occupando la struttura senza titoli, come si legge nell’oggetto dell’esposto, inoltrato “per occupazione senza titolo di spazio demaniale sito nel Comune di Lacco Ameno adibito ad approdo turistico”.
La denuncia è corredata dalla richiesta di intervento cautelare urgente, ed è composta da una serie di premesse, a partire appunto dal fatto che la sub-concessione demaniale rilasciata alla Marina del Capitello Scarl, relativa all’approdo turistico posto nel comune di Lacco Ameno era scaduta il 9 giugno 2021. Inoltre, il Comune con una serie di provvedimenti richiedeva la restituzione dell’area alla società, rappresentata dall’amministratore Giuseppe Perrella. L’esposto ricorda inoltre che a seguito di diverse controversie giudiziarie il Tar Campania, da ultimo con sentenza n.2340/2022 del 6 aprile scorso, che definì il giudizio n, 2397/2022, ha stabilito che tale concessione si è prorogata per legge fino al 29 giugno 2022 e cioè fino al novantesimo giorno successivo alla scadenza dell’emergenza sanitaria da covid 19. Dopo tali premesse, arrivano poi alcune considerazioni, soprattutto quella secondo cui “in dispregio della citata decisione del Tar, esecutiva per legge, il predetto ex concessionario Marina del Capitello Scarl, alla data odierna non ha rilasciato le aree in questione, ed anzi, sta continuando ad utilizzare le strutture pubbliche e ad incassare il corrispettivo di ormeggi delle imbarcazioni attualmente in sito”, di conseguenza “alla data odierna occupa e utilizza senza alcun titolo lo spazio pubblico in oggetto”.
Nel mirino dell’amministrazione la violazione della sentenza del Tar dell’aprile scorso, che aveva fissato al 30 giugno la cessazione della concessione, senza ulteriori misure cautelari di proroga
Il consigliere De Siano chiede quindi “che vengano effettuati gli accertamenti conseguenti e che, all’esito degli stessi, adottati ad horas i provvedimenti necessari e, in ogni caso – si legge nell’esposto – venga avviato l’eventuale procedimento penale a carico del legale rappresentante della società Marina del Capitello scarl, in p.l.r.p., come sopra individuata e/o a carico di chiunque altro sia stato individuato come responsabile del reato, ivi compreso il personale presente nell’area portuale di Lacco Ameno.
Alla luce di tanto chiede che i responsabili, qualora ritenuto fondato la notizia di reato, vengano puniti con le sanzioni previste dall’art. 1161 del codice della navigazione e/o di qualunque altra norma che prevede e punisce l’occupazione abusiva di spazio demaniale. In ogni caso si chiede che anche la Guardia di Finanza in indirizzo voglia, per quanto di sua competenza, accertare e sanzionare come per legge, l’illecito incasso di somme da parte dell’ex concessionario nei confronti dei fruitori, anch’essi senza titolo, dei posti di ormeggio pubblici. E di valutare anche la sussistenza dei profili penali di tale condotta”. Il consigliere comunale, infine, avverte di rimanere “a disposizione, al fine di consentire una completa indagine in ordine ai fatti segnalati, per fornire eventuale documentazione integrativa (che tuttavia è reperibile presso l’Ufficio Demanio del Comune) e di fornire testimonianze in ordine al fatto che le aree sono a tutt’oggi ancora occupate e utilizzate dall’ex sub concessionario”.
Nell’esposto si chiede alle forze dell’ordine che vengano eseguiti accertamenti e adottati i provvedimenti necessari, compresa la valutazione di eventuali profili penali
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Dunque, anche se il Comune lo scorso 30 giugno non ha tentato prove “di forza” per riprendere materialmente il controllo della struttura mediante l’immediato sgombero, nello stesso giorno si è comunque attivato, inviando l’esposto ora illustrato sia all’Ufficio circondariale marittimo di Ischia, alla Guardia Costiera di Napoli e al Comando Generale della Guardia Costiera, sia al Comando Tenenza di Ischia, al Nucleo Polizia Economico-finanziaria di Napoli della Guardia di Finanzia e al Comando Generale della Guardia di Finanza. In attesa della camera di consiglio del Tar di martedì prossimo, la matassa di questa multiforme controversia si infittisce ogni giorno di più.