CRONACAPRIMO PIANO

Pestò a sangue un cliente, denunciato buttafuori

La polizia ha identificato D.S. che aggredì un avventore di un locale foriano costringendolo a ricorrere alle cure dei sanitari del Rizzoli che lo giudicarono guaribile in 30 giorni. Lo staff dell’attività aveva negato che l’aggressore si occupasse della sicurezza, ma le immagini di videosorveglianza lo hanno escluso. L’accusa è di lesioni aggravate

Fu aggredito in maniera violenta e selvaggia mentre si trovava all’interno di un locale di intrattenimento in quel di Forio. Per questo motivo F.C. aveva anche presentato – per il tramite del suo difensore Ivan Colella – una dettagliata querela presso il commissariato di polizia di Ischia. Gli agenti a disposizione del vicequestore Ciro Re iniziarono nell’immediatezza una articolata attività investigativa tesa ad inchiodare il responsabile di un drammatico pestaggio partendo come da prassi dalla visione delle videocamere di sorveglianza interne ed esterne alla struttura, che pure avevano documentato in maniera abbastanza esaustiva il fatto di cronaca. I poliziotti erano già intervenuti poco dopo che la lite si era consumata, giungendo sul posto e raccogliendo alcune testimonianze. Ma i protagonisti del fattaccio non erano più sul posto e si erano allontanati, ragion per cui i tutori dell’ordine si recarono presso il pronto soccorso dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. Qui rintracciavano proprio F.C. che riferiva dell’aggressione patita e individuava nell’autore della stessa un certo D.S. che lui sapeva essere l’addetto alla sicurezza del locale. Tra l’altro presso il nosocomio al giovane veniva diagnosticata “frattura chiusa dell’omero, contusione dei tessuti orbitali e frattura chiusa della parte dell’orbita” con prognosi di trenta giorni.

A quel punto gli inquirenti si muovevano per procedere all’identificazione di D.S. e sentivano anche alcuni testimoni oltre ad acquisire la predetta locale. Il proprietario dell’attività ed alcuni suoi collaboratori però, nel momento in cui venivano ascoltati, negavano fermamente che a D.S. fosse stato affidato il compito di buttafuori, dichiarazioni che però a quanto pare venivano sonoramente smentite dalle immagini della videosorveglianza che mostravano senza dubbio alcuno come l’uomo in realtà stesse operando in tal senso cercando quindi di allontanare dall’interno del locale la persona offesa. I poliziotti, nel ricostruire la dinamica dei fatti, non possono chiaramente avere contezza di quelli che sono stati gli scambi verbali che hanno esacerbato gli animi tra le parti, ma hanno invece chiaramente appurato come mentre F.C. frappone una sedia tra lui e D.S., quest’ultimo lo aggredisce con inaudita violenza colpendolo con una serie di pugni che poi gli costeranno quel pesante referto medico di cui abbiamo già relazionato. Da qui la denuncia del buttafuori del locale con l’accusa di lesioni personali.

Nella denuncia querela presentata dal difensore di F.C. si racconta in primo luogo del fatto che lo stesso fosse entrato nel locale insieme alla sua fidanzata e ad alcuni amici quando D.S., qualificatosi proprio come buttafuori, iniziasse a provocarlo con una certa insistenza (va rimarcato per dovere di cronaca, ove mai ce ne fosse bisogno, come quanto contenuto nella querela è un racconto di parte) prima di aggredirlo pesantemente ed abbandonarlo sanguinante sull’asfalto. Nell’atto redatto da Ivan Colella si legge tra l’altro: “Insiste, pertanto, nella proposta querela e rinnova la richiesta di punizione nei confronti di D.S., anche per evitare in futuro il ripetersi di simili comportamenti criminali fatto salvo ogni diritto, ragione ed azione nei confronti dei medesimi, ivi compresa, in ogni caso, la costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni morali, patrimoniali, non patrimoniali e biologici subiti e subendi per gli illeciti consumati”.

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