Piaga affittanze, l’atto d’accusa: «Chi fitta in nero calpesta l’isola»
Il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino e il presidente di Federalberghi Luca Ambra non usano mezzi termini. La condanna contro chi affitta in nero è netta: «Ma il fenomeno è in calo rispetto al passato»

Le strade sono piene ma le strutture ricettive non segnano il sold out. Dal borgo di Ischia ponte, alle strade di Forio passando per il centro di Casamicciola ed il lungomare di Lacco Ameno, senza dimenticare Sant’Angelo e Serrara Fontana, non sembra affatto che ci sia poca gente ad Ischia. Anzi. I dati forniti dalla Capitaneria di Porto indicano un buon flusso di turisti. Ed allora queste persone che arrivano sull’isola di Ischia e che non vanno in albergo, non scelgono altre strutture ricettive alternative ma comunque ufficiali, conosciute al fisco e censite, dove dormono, dove alloggiano? A dircelo sono le forze dell’ordine che con mirati controlli stanno portando a galla un triste fenomeno ancora troppo diffuso sull’isola: il fitto a nero. Si tratta di una fetta di turismo ‘fantasma’ che non compare nei dati ufficiali, che elude ogni registrazione ufficiale e consente a chi affitta in nero di evadere tasse e tributi comunali ma anche di fare arrivare a Ischia persone indesiderate, in primis pregiudicati. Sono persone che arrivano quasi ‘di nascosto’ con una prenotazione telefonica oppure on line. Soggiornano sull’Isola da fantasmi perché la loro presenza non viene denunciata alla Polizia di Stato. Niente richiesta di documenti, niente tassa di soggiorno e, soprattutto, pagamento cash il tutto nella convinzione di risparmiare.
IL SINDACO: «MENO FITTI IN NERO RISPETTO AL PASSATO»
“Purtroppo il settore delle locazioni stagionali è terreno fertile per l’abusivismo che si traduce in tasse evase, immondizia abbandonata in strada ed abbassamento generale della qualità del turismo. Per noi ogni tipo di ospitalità che sia in albergo, in bed &breakfast o in case vacanze, va bene. Resta solo un punto imprescindibile: il rispetto della legge”. “Chi fa del nero – conclude Ferrandino – evade le tasse e ruba un pezzo di economia dell’isola. La nostra attenzione resta sempre alta. Un dato però è necessario sottolineare: rispetto agli anni passati, quando la quasi totalità delle case veniva fittata spesso a nero, oggi la situazione è diversa”. Da case fittate per l’intero mese di luglio o agosto la nuova tendenza è quella di convertire queste abitazioni in b&b: “In questo caso ci sono più controlli a monte e sono sparuti i casi in cui ci troviamo davanti a chi fitta senza comunicare la presenza degli ospiti alla Questura”.
IL PRESIDENTE: «FITTARE IN NERO SIGNIFICA UCCIDERE L’ISOLA»
“In primis faccio a nome mio e dell’intera categoria di albergatori un plauso alle forze dell’ordine che in questi giorni hanno scovato numerose persone che, in pieno disprezzo della legge e del rispetto dell’isola, hanno fittato case ad ospiti ‘indesiderati’”, così il presidente di Federalberghi Luca D’Ambra ha commentato le operazioni svolte negli ultimi tempi da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza sull’isola. Il rappresentante isolano degli albergatori, poi, sottolinea anche un altro dato legato ai fitti in nero: il numero elevato di turisti che in questi giorni hanno invaso l’isola. “Ischia – ha detto D’Ambra – non riesce a sopportare i grandi numeri che abbiamo registrato in questi giorni, specie se ci troviamo dinanzi a turisti spesso scostumati che vivono le loro vacanze in disprezzo anche alle più elementari norme di buona educazione e rispetto. D’altronde anche gli episodi di cronaca registrati negli ultimi giorni testimoniano quanto la nostra isola sia maltrattata”. “Dobbiamo trovare dei sistemi a monte per frenare questo tipo di turismo – incalza il presidente di Federalbeghi – che distrugge la nostra isola e non certo porta ricchezza al nostro territorio”. I fitti in nero rappresentano un danno diretto per gli albergatori.

Ma non solo. “Il danno è per l’intera isola”, incalza. “Di solito gli albergatori cercano di fare una selezione a monte cercando di ‘mettersi in casa’ gente tranquilla. Chi invece fitta case, camere, o sottoscala, invece, non fa alcun tipo di selezione ospitando chiunque e nella maggior parte dei casi senza chiedere documenti. Per questo, poi, ci troviamo davanti ai cosiddetti ‘ospiti indesiderati’”. Secondo Luca D’Ambra “da questo tipo di comportamento emerge un dato: troppi ischitani non apprezzano il valore dell’isola calpestandola e svendendola. C’è un’assenza di cultura di promozione e di protezione della propria terra. Abbiamo dimenticato quanto è ricca la nostra isola”. Ischia ha un primato: il maggior numero di stanze alberghiere rispetto al numero di abitanti al mondo. “Questo dato dovrebbe farci riflettere. Dobbiamo capire dove vogliamo andare e quale strada perseguire: quella dei numeri, ovvero della quantità o quella della qualità”, spiega ancora D’Ambra che, poi, ammette “per questo capita di imbattersi in turisti che scelgono di non uscire dall’albergo per non ritrovarsi in trade invase da ospiti rumorosi, chiassosi e scostumati. Chi sceglie di restare chiuso in albergo, ovviamente, non fa girare l’economia sull’isola. Noi invece vogliamo persone che possano vivere tranquillamente l’isola nella sua interezza”.
Penso che la risposta alle parole del duo Ferrandino D’Ambra sia la canzone di Mina Una parola ancora
Parole, parole, parole
Ascoltami
Parole, parole, parole
Ti prego
Parole, parole, parole
Io ti giuro
Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi
“Ischia ha un primato: il maggior numero di stanze alberghiere rispetto al numero di abitanti al mondo”
Chi ha permesso che si costruissero centinaia e centinaia di alberghi ovunque?? La politica ischitana, mentre il signor D’Ambra dormiva. Ognuno ha pensato a mettere mattoni ovunque, compreso la famiglia D’Ambra che da un bellissimo giardino ne ha ricavato un albergo. Ora si lamentano che ci sono troppi concorrenti..
La coerenza, questa sconosciuta.
Sante parole per il rispetto della legalità. Il presidente d’Ambra deve trasmettere ai propri associati il rispetto x i lavoratori che molto spesso sono il bancomat delle aziende a cui non sempre vengono pagati, non dico tutti, ma una buona parte dei diritti legati alle ore di lavoro.