CRONACA

Ambulanza negata a bordo, nuovo caso: coinvolto un neonato

Negato l’imbarco allo scalo Caremar di Casamicciola per il mezzo della “Croce rosa” che trasportava un bimbo nato da un giorno, affetto da una seria patologia cardiaca

Ieri si è verificato l’ennesimo episodio rivelatore di un gravissimo problema che sta caratterizzando questo scorcio di stagione isolana. Parliamo del trasporto dei pazienti in ambulanza sulle navi traghetto. Stavolta a rimanere bloccato a terra è stato addirittura un neonato con un solo giorno di vita, affetto da gravi problemi cardiaci.

Dall’ospedale Rizzoli era partita la disposizione dei medici per trasferire il bimbo a Napoli, ma al porto di Casamicciola il personale Caremar del traghetto in partenza alle 17.30 non ha esitato a vietare l’imbarco all’ambulanza della “Croce rosa”, gestita dall’indomita Rosa Iacono: il mezzo era dotato di una speciale lettiga per salvaguardare la salute del piccolo. L’ambulanza ha così dovuto far ritorno al nosocomio lacchese, dove si valutava il trasporto tramite elisoccorso. La vicenda, che mette a rischio la giovanissima vita del piccolo alle prese con un grave problema di salute, riaccende ancora una volta la polemica sul divieto d’imbarco alle ambulanze sui traghetti nell’ambito dei collegamenti marittimi del Golfo.

Com’è noto, le Compagnie di navigazione appellandosi alle normative in vigore rifiutano di imbarcare i mezzi con a bordo pazienti impossibilitati ad abbandonare l’ambulanza a causa di particolari patologie, perché tali norme impongono a chiunque di trascorrere il viaggio in nave all’interno dei saloni passeggeri, vietando la permanenza nel garage della nave. Un’impasse paradossale, kafkiana, che ha impedito a numerosi pazienti nelle ultime settimane di raggiungere la terraferma e i luoghi dove ricevere visite e cure appropriate. Della vicenda si sono a turno interessate le varie istituzioni, dai sindaci alla direzione generale dell’Asl fino al Ministro delle Infrastrutture Toninelli, che promise di monitorare costantemente la questione per cercare un contemperamento delle opposte esigenze, ma sembra che ai ventilati tavoli tecnici e alle tante parole ben poco altro sia concretamente seguito, almeno finora.

Un mese fa si arrivò a una parziale deroga, grazie alla mediazione del prefetto, grazie alla quale le ambulanze potevano essere imbarcate sulle navi col ponte superiore aperto, ma il problema resta comunque in relazione a tutti gli altri traghetti. Fra l’altro le idroambulanze sono spesso bloccate da guasti, mentre lo stesso servizio di elisoccorso, sebbene garantito dal Comune di Casamicciola tramite la propria partecipata, è al centro di una diatriba con l’Asl riguardante il versamento dei canoni dell’ultimo biennio. Dunque l’attenzione sulla vicenda va tenuta alta, altissima, perché coinvolge un diritto, quello alla salute, che riguarda direttamente ciascuno degli abitanti (e non solo) delle varie isole del Golfo: ognuno di noi potrebbe trovarsi nella stessa situazione che già diversi pazienti hanno dovuto subire negli ultimi mesi. Non bisogna assolutamente attendere l’episodio drammatico, se non tragico, per darsi una mossa e risolvere una volta per tutte questo vulnus giuridico che, per esigenze di sicurezza nella navigazione, finisce paradossalmente per mettere a repentaglio il diritto a raggiungere in tempi celeri con la necessaria assistenza i luoghi di cura.

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