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Picchiò moglie e figli, condannato a quattro anni di carcere

Una sentenza dura, arrivata senza alcuno sconto, considerati anche i precedenti specifici dell’imputato. Il giudice monocratico della sezione distaccata di Tribunale di Ischia, Alberto Capuano, ha condannato ieri mattina – con il processo celebrato con rito abbreviato – il 45enne foriano Raffaele De Robbio alla pena di quattro anni di reclusione ed al pagamento delle spese processuali per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni. L’uomo, che era giunto presso i locali di via Michele Mazzella scortato dai carabinieri in quanto tuttora detenuto nel carcere di Poggioreale, al termine della sentenza è stato ricondotto nella casa circondariale dai militari dell’Arma. Tutto questo, non senza aver abbracciato – ironia della sorte – la propria moglie, colei che proprio tramite la denuncia aveva fatto partire l’attività di indagine e fatto scattare le manette ai polsi dell’uomo. E che adesso pare lo abbia perdonato. In aula anche la madre dell’imputato, che evidentemente non voleva perdere l’occasione di poter incrociare sia pure a distanza il proprio figliolo.

La vicenda giudiziaria trae origine da un episodio di violenza domestica, di quelli che purtroppo si verificano in maniera sempre maggiore e più continua sulla nostra isola e che testimoniano una volta di più come anche la nostra realtà territoriale ormai non sia certamente immune da fenomeni che una volta obiettivamente non ci appartenevano. Tutto successe lo scorso 15 maggio in quel di Forio: Presso un’abitazione, all’improvviso, Il De Robbio iniziò dapprima ad alzare la voce contro la moglie ed i figli e poi ad inveire contro gli stessi. I toni si accesero sempre più così come l’ira dell’uomo il quale a un certo punto perse proprio le staffe. 45 anni, pregiudicato, secondo alcune indiscrezioni abituato ad abusare di sostanze alcoliche, il foriano iniziò a picchiare in maniera violenta tanto la consorte quanto la sua prole, che inutilmente cercò di difendere la mamma da quella che sarebbe stata un’aggressione furibonda e incontrollata. Una curiosità: l’episodio accadde, peraltro, quando Raffaele De Robbio  non si trovava da solo nella propria abitazione ma anche di altre persone, tra cui un sacerdote. Tra l’altro, secondo alcune indiscrezioni peraltro non confermate, pare che l’imputato fosse anche ossessionato dalla vicinanza del prelato alla sua famiglia e avesse più volte manifestato il suo dissenso a riguardo.

La famiglia, va ricordato, viveva in un contesto di chiaro e profondo disagio, ragion per cui era stata a lungo e assiduamente seguita e monitorata dagli assistenti sociali e non solo. Dopo essere stati aggrediti selvaggiamente, la donna e uno dei figli dovettero essere condotti d’urgenza all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, dove giunsero senza richiedere l’intervento dell’ambulanza del 118. Una volta giunti al pronto soccorso, i sanitari capirono immediatamente che c’era qualcosa che non andava: le ferite riportate erano chiaramente frutto di un’aggressione, circostanza confermata dalla donna e dal figlio ai medici che chiedevano lumi e spiegazioni. A quel punto, già mentre vennero prestate le cure del caso, dell’accaduto vennero notiziati i carabinieri della Compagnia di Ischia. Sul posto giunsero gli uomini della locale stazione e del nucleo operativo radiomobile, coordinati dal luogotenente Michele Cimmino. Raffaele De Robbio venne trovato ancora nella sua abitazione e dalla stessa prelevato per essere condotto in caserma, anche per evitare nell’immediatezza che potesse reiterare la propria condotta. Dell’accaduto venne notiziato il sostituto procuratore di turno che – preso atto della dinamica dei fatti – dispose l’arresto del 45enne foriano con l’accusa di lesioni gravi e la sua immediata traduzione in carcere. Dove è rimasto fino ad ieri e rimarrà ancora a lungo, specialmente dopo questa sentenza che rappresenta una vera e propria mazzata.

Gaetano Ferrandino

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