CULTURA & SOCIETA'

Pida al via tra architettura e psicologia: “La pandemia ha cambiato le nostre case”

A Forio, nella giornata di apertura della rassegna, applaudita lectio magistralis dello psicologo Giorgio Nardone e del collega Stefano Bartoli. Inaugurata la mostra di Ernesta Caviola

L’architettura deve dialogare con la psicologia. Perché gli spazi che abitiamo influenzano il nostro umore. E i luoghi costruiti sono, spesso, luoghi d’incontro, dove comunichiamo, dove viviamo. Dove stiamo più o meno bene.

Contenuti di grande attualità hanno animato la giornata di apertura della decima edizione del PIDA, il Premio Internazionale Ischia di Architettura, celebrata ieri nel Castello del Piromallo davanti a una folta e interessata platea. Particolarmente apprezzata la lectio magistralis di Giorgio Nardone, già fondatore del CTS Centro di Terapia Strategica e autore di numerosi saggi tradotti in varie lingue e di libri di carattere divulgativo. “Lo spazio non è mai neutro, le cose ci parlano. E l’architettura – ha spiegato – influenza il nostro umore, e ne abbiamo avuto contezza durante la pandemia: gli spazi chiusi hanno scatenato la nostra aggressività, i casi di violenza in famiglia sono aumentati esponenzialmente. Non a caso, oggi abbiamo un’esigenza diffusa di spazi aperti e cerchiamo sempre più case con giardini, balconi ed orti”.
“La prima sensazione che abbiamo entrando in un luogo, attraverso percezioni paleo-encefaliche, determina in larga parte il nostro giudizio”, gli ha fatto eco Stefano Bartoli, psicologo, trainer internazionale del modello strategico e docente nei master di alta formazione clinica e manageriale.
A introdurre i lavori Leonardo Di Mauro, presidente dell’ordine degli Architetti di Napoli, che ha applaudito al modo con il quale Pida, ormai da anni, promuove dibatti di qualità per addetti ai lavori, e non solo.
“Il nesso tra psicologia e architettura è fondamentale. – ha proseguito Nardone – Le cose ci parlano, da sempre, e i luoghi che abitiamo hanno ricadute importanti sul nostro mood. Sottovalutare quanto la percezione dello spazio che ci circonda e degli oggetti che lo riempiono possa indurre un disagio o una sensazione di benessere vuol dire compiere un errore magistrale. Del resto – continua lo psicologo – il nostro cervello innesca le quattro emozioni – paura, piacere, dolore e rabbia – non già azionando ragionamenti ma risposte adattive emozionali, che – come hanno dimostrato le neuroscienze – influenzano anche il modo in cui assumiamo decisioni importanti”.

Ieri è stata anche la giornata dell’inaugurazione della mostra “Flirt”, negli spazi del Castello Piromallo, personale  di Ernesta Caviola, socia fondatrice di “Architettrici”, che si occupa di veicolare il contributo femminile in architettura, a cui è stato assegnato il Premio Ischia Internazionale di Architettura (PIDA) per la fotografia.

Le sue fotografie analogiche di grande formato eseguite in banco ottico parlano d’amore per l’architettura e la città.  E proprio il banco ottico, la scelta di continuare a lavorare in analogico, le stampe eseguite ed opacizzate a mano dal maestro Arrigo Ghi hanno permesso a Caviola di operare attraverso scelte cromatiche sofisticate ed efficaci che hanno reso gli oggetti della sua rappresentazione apprezzati a livello internazionale: attraverso il colore le architetture antiche sono tornate alla luce e quelle contemporanee hanno indossato una vera e propria livrea, per certi versi inconsueta.

Caviola è stata scelta dalla giuria, coordinata da Luigi Prestinenza Puglisi, presidente dell’Associazione italiana di Architettura e Critica, “per aver saputo, attraverso l’immagine fotografica, far trasparire il mondo altrimenti nascosto dei sogni e dei desideri che muovono l’architettura”.

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Il Pida va avanti senza soste.  Molto partecipati i lavori della Summer School, che prevede la realizzazione di progetti di rigenerazione del borgo di Terra Murata, a Procida.

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Di sociologia e architettura si parla oggi, a partire dalle 16, con interventi di Leonardo Chiesi, che insegna all’Università di Firenze, Michela Ekstrom dell’associazione “Architettrici”, Corrado Minervini (direttore PIDA Summer School 2022), Raffaele Mirelli (direttore Festival Internazionale di Filosofia di Ischia), Stefano Capalongo (direttore del dipartimento di Architettura e Ingegneria Politecnico di Milano) e Lilly Cacace (Legambiente Ischia).

Venerdì 7 ottobre l’atteso talk su comfort sensoriale e architettura, con interventi – dalle 16.00, sempre al Castello del Piromallo di Forio – dell’architetto britannico Ian Ritchie, da sempre in prima linea nell’esplorare i rapporti tra spazi e neuroscienze, lo psichiatra Stefano Pallanti (direttore dell’Istituto Italiano di Neuroscienze) e l’architetto Davide Ruzzon, direttore del master NAAD in neuroscienze all’università IUAV di Venezia).

A seguire, un talk con Antonio Morlacchi e Sonia Politi, vincitori del Premio PIDA Giornalismo 2022. Tra le grandi novità del PIDA, lo spazio – a margine di tutte le sessioni dal 5 all’8 ottobre – per “Era un’idea: esperti ma non soprattutto non esperti sono invitati a intervenire con una proposta, un’idea o una critica costruttiva di progettazione architettonica a Ischia (prenotazioni su info@pida.it).

Sabato 8 ottobre, con la presentazione dei risultati della Summer School (che parte a Procida il 3 ottobre e prosegue tutti i giorni a Forio, con il coordinamento di Francesco Rispoli e la direzione di Corrado Minervini), in programma un talk con Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, vincitori – con il loro studio internazionale che si occupa di architettura, urbanistica e design – del Premio PIDA alla carriera 2022. Il gran finale lunedì 10 a Forio, con l’archistar Kengo Kuma, Premio Internazionale di Architettura.

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